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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0306

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- 294 -

della chiusura dell'occhio.1) Le labbra sono aperte
e, come contratte dalla morte, lasciano vedere la
linea che fanno i denti chiusi, i quali, indicati forse
in graffito, non si distinguono più a cagione del tar-
taro onde sono coperti. Il naso piccolissimo basso
ed affilato ha le narici appena accennate;2) e le
guance appaiono paffutelle e come ricontratte dal
movimento della bocca aperta. Le orecchie non
essendo espresse, sembra che debbano immaginarsi
siccome parate dalla barba ;3) nè si può pensare
che vi fossero lavorate e attaccate a parte, non
corrispondendo alla loro attaccatura i fori del mar-
gine della maschera. In nessun'altra maschera
chiusina di questa classe mi accadde di vedere
espresse le orecchie, salvo in quella già posseduta
dal Paolozzi, data erroneamente dal Micali per una
larva gorgonica {Mon. Ined. tav. LI, 7; cf. testo
p. 330).

Questa maschera che per brevità diremo B, in-
dicando con A quella del dono Pacini, si conserva
attualmente nel Museo di Chiusi, e fu da noi fatta
riprodurre con la possibile esattezza in grandezza
quasi naturale alla tav. Villi, 1.

È fatta di una lamina di bronzo convessa lun-
ga 0,27, larga 0,22 e spessa poco men d'un milli-
metro. I lineamenti del viso sono espressi a sbalzo
molto più rozzamente che nella maschera A: il
naso ha la forma schematica di un parallelepipedo
a base trapezoide ; la bocca occupa quasi il centro
del volto, essendo distante 0,09 dalla estremità elei
mento, e 0,08 dalle arcate sopraciliari. Gli angoli
della bocca tondeggiati fanno vedere la bocca
aperta con le labbra affilate e tirate sopra i denti
nella contrazione della morte. Gli occhi, piccolis-
simi, son contornati dalle palpebre semichiuse e
riempiti dal bulbo ovale dell'occhio, reso a sbalzo
dentro di esse. Le sopracciglia non sono rese, come
nella maschera A, a tutto contorno sbalzato, bensì
con una semplice linea arcuata, forse per meglio
distaccare dalle tempie e dalle arcate sopraciliari
le orecchie, rappresentate come in iscorcio e sche-
matizzate a sbalzo in forma d'un segmento di cer-
chio. Il mento, apparentemente allungato e gonfio,
quasi per effetto della morte, sporge molto, in fuori;
e la fronte invece piccola e scappante segue l'an-
damento obliquo dei margini della maschera. Al

*) Similmente mi sembrano espresse le ciglia chiuse
nella maschera di Micene, Schliemann, o. c. n. 331.
2) Cfr. il naso nella citata maschera di Micene n. 331.

sommo della fronte è conservato il chiodo con cui
questa maschera era attaccata al relativo vaso ci-
nerario ; e nel margine inferiore si vedono due bu-
chi, i quali, essendo appaiati e trovandosi contrap-
posti sull'asse verticale della maschera, mostrano
d'aver servito al passaggio di un filo metallico
destinato a tener legata la maschera stessa sul
collo conico d'un ossuario della specie di quelli
sopradescritti. Inoltre pare che questa maschera
non fosse applicata a un vaso fatto apposta per
essa, come si vede fatto per la maschera A, per-
chè i margini laterali della B non corrispondono
alla convessità di un vaso, e i buchi destinati a
fermarla si praticarono in due soli punti di con-
tatto, sopra la fronte e sotto il mento. La parte
interna è coperta da una dura e grossa crosta di
terriccio, e ciò fa meglio vedere che i margini della
maschera non aderivano bene sopra la superficie
dell'ossuario, che altrimenti non avrebbero lasciato
tanto facile adito all'infiltramento dell'acquitrino
e al suo sedimento. Nella parte cava della ma-
schera A V infiltramento dell'acquitrino è pure av-
venuto, ma in minime proporzioni, avendo fatto
sedimento soltanto presso i margini e nelle cavità
più profonde degli occhi. — Tutto insieme la ma-
schera B fa a sua posta l'impressione d'un ritratto
preso sopra un morto; e il sesso, che nella ma-
schera A si annuncia decisamente virile, nella ma-
schera B si annunzierebbe invece muliebre, grazie
alla mancanza della barba, grazie alle smilze fat-
tezze del volto, e soprattutto per l'estrema sotti-
gliezza delle sopracciglia, ove questa non dipenda
dall'accennata ragion tecnica.

Nel Museo di Chiusi si conserva un'altra ma-
schera di bronzo, la quale fa del pari l'impressione
d'esser muliebre, ed ha le sopracciglia altrettanto
sottili ed esigue. Veggasene la riproduzione in gran-
dezza naturale sulla nostra tav. Villi, 2. Il volto è
largo 0,13, lungo 0,15; le sopracciglia sono indicate
lievemente con un arco incavo ; gli occhi, trattati
nella solita tecnica, mostrano le palpebre chiuse con
la linea di chiusura incavata. Il naso tondeggiante a
base trapezoide riman piatto, la bocca presenta gli
angoli tondi con le labbra larghe e quasi rovesciate
in alto e in basso. Le guancie e il mento sono rita-
gliate senza marginatura, per cui i fori in numero

3) In tutte le maschere di Micene sono rese anche le
orecchie, benché in forma puramente schematica, cfr. Ben-
dorf, Antike Gesichsthelme u. Sepulcralmasken, p. 5 sgg.
 
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