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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0314

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- 302 -

6) Tav. Villi, n. 4. Olla di bucchero nero d'im-
pasto piuttosto fine e compatto. Alt. 0,46; cir-
conf. 0,71. Piede liscio, collo sagomato a cono ri-
preso come sul disegno. Lateralmente sull'omero
due cornetti i quali servono a sostenere due pe-
culiari protomi di grifo, del tutto corrispondenti
a quelle che decorano l'omero di alcuni ossuari
a figure smontabili, propri delle tombe chiusine a
ziro, ]) e il ventre di altri cinerari di bucchero
comuni al Chiusino, al Cortonese, e all'Orvie-
tano 2). Di origine certamente orientale, queste
protomi, tanto nella nostra olla, come negli altri
cinerari sarebbero impiegate a scopo decorativo,
non senza un significato ecl una allegoria reli-
giosa :3) secondo crediamo farebbero da guardiani
alle reliquie, dei trapassati, non altrimenti che a
quel tesoro nascosto immortale ed inviolabile di cui
i grifi sono i mitici custodi. — La solita maschera
mortuaria, invece di essere applicata sul collo del
vaso, vedesi qui modellata direttamente sopra il
coperchio, il quale è fatto globulare con annesso
collarino, e ritrae in modo rozzo e primitivo la
testa tutta intera del defunto a cui l'olla servì
da cinerario. Il contorno del viso e i lineamenti
umani sono trattati letteralmente come nelle ma-
schere, con occhi a bulbo pieno, sopraciglia esi-
lissime espresse in rilievo, naso a narice larga ed
aperta, e bocca semichiusa con angoli tondeggiati
(cfr. la maschera J3, tav. Villi, n. 1). I sei fori
praticati col trapano di sopra al volto, due a lato
di ciascuna guancia e due sulla fronte, quasi in
corrispondenza coi buchi usati nell'applicazione
delle maschere cinerarie, servono nel nostro caso

i) Uno di questi vasi (a), conservato nel Museo di Chiusi
può vedersi in Micali, Mori. Ined., tav. XXXIII; un al-
tro (6), fatto anch'esso di terra rossa e simile di forma a
quello del Museo di Chiusi, ma ristaurato e rifatto nel
piano dove sorgono la figura muliebre centrale e le figu-
rine accessorie (cosidette prefiche), è posseduto dal sig. Gio-
vanni Paolozzi di Chiusi. Un terzo (c), un po' sospetto, pro-
veniente da Betolle, si conserva nel Museo di Berlino : nel
centro figura virile barbata (?), ventiquattro figurine ac-
cessorie (prefiche) divise in due piani, e quattro protomi
di grifo d'altro tipo (becco quasi di papero) ; un quarto (d)
simile a c, ma senza dubbio legittimo e con figura mu-
liebre nel centro, si conserva nel Museo di Boston (è quello
menzionato nelle Not. degli Scavi 1881 p. 20) ; un quinto (e)
si conserva nei magazzini del Museo Archeologico da me
riconosciuto falso; un sesto (f) certamente legittimo è
quello di bucchero nero posseduto dal sig. Teodoro Fry
di Darlington (il disegno in Dennis Cities and Cemeteries,
of Etruria 2a ed. II, p. 311); infine un ultimo ossuario di
questa specie in terra rossa colorata, simile a quello so-

alla esalazione delle ceneri (effluvhim) (v. più oltre
p. 315). E simile destinazione hanno, siccome pare,
sette altri forellini praticati in giro di sotto al con-
torno risaltato della faccia umana. *) Infatti la testa
che fa da coperchio all' olla la rimbocca a tenuta
d'aria, e all'atto della chiusura delle ossa roventi
dentro di essa, senza lo sfogo di quei fori la bocca,
rimanendo otturata e non essendoci altra apertura,
facilmente avrebbe potuto screpolare per effetto
della dilatazione dell'aria. Perchè poi quei forel-
lini sieno stati praticati piuttosto sul coperchio
del vaso che nel vaso stesso, e singolarmente nella
parte più nobile, là dove è ritratta l'immagine del
defunto è difficile di spiegare. Forse furono ivi
praticati per ragion tecnica, presentandosi in quella
parte una superficie piana facile ad essere perfo-
rata col trapano; o forse ì'effliivium delle ceneri
si volle con intenzione religiosa far uscire ed ema-
nare dai buchi All'imago, simboleggiando quel va-
pore l'estremo alito vitales) emesso dall'estinto nel
momento in cui si dava a lui ritualmente YHave!
Salve! Aeternum Vale!6)

c) Olla di terra rossa (alt. 0,40 compreso il
coperchio). Ha il ventre sferoidale, il piede obli-
quo sagomato, il collarino verticale e le anse
serpentine ripiegate sopra se stesse e desinenti
in punta di freccia se non in testa serpentina.
Son simili a quelle tanto caratteristiche dell'an-
fora cineraria di bucchero cinereo dell'ipogeo di
Camuscfa (v. sopra p. 290, nota 10) e tengono
rapporto, vuoi coi piedi del tripode di bronzo esi-
bito di sopra (p. 292, nota 1), vuoi con le anse

spetto del Museo di Berlino (c) e a quello falso dei ma-
gazzini del Museo Archeologico di Firenze (e?), fu da me
visto in Siena, e da me giudicato falso.

2) Due esistono nel Museo degli Asili di Chiusi, di cui
uno edito nella Revue Archéologique a. 1874, pi. XVI, n. 1;
due altri affatto simili gli ho visti nella collezione Faina
in Orvieto; delle protomi di grifo in bucchero apparte-
nenti a vasi di questa specie si trovarono anche negli
scavi di Camuscfa insieme ad altri vasi di bucchero.

3) L'origine orientale di queste protomi non si può met-
tere più in dubbio dopo i raffronti e le osservazioni fatte
da Furtwangler sui grifi dei krateri di Olimpia e di Etru-
ria (V. Die Bronzefunde aus Olympia, 1880, p. 50 sgg.).

4) Il disegnatore rese male due di questi fori, avendoli
indicati a lato delle guancie troppo distanti dal contorno
della faccia, e gli altri non li vide. Tre ben distinti esi-
stono sotto il mento.

5) Cfr. le frasi latine: efflare animam, vitam, alitum.

e) Ved. Servio,^ci!^e».XI,97, II,644(Tirilo ed Hagen).Cfr.
gli oss. g, n,p nel 2° gruppo e nel 3°, non che la maschera F.
 
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