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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0324

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- 312 -

e cascante. Si mostra quindi semiaperta, e fa l'ef-
fetto di appartenere al ritratto individuale di una
morta. È situata vicinissima al naso, ma in quella
parte prolungata del mento, che si distacca dal-
collo e dal cranio foggiata a guisadi barba, per cui
cade fuori dal corpo naturale della testa ; nonostante
e bocca e mento son modellati di per loro con
sentimento e impressione del tutto individuale.

In quest'ossuario muliebre e nell'ossuario virile
con cui si accompagna si manifesta chiaro lo sforzo
fatto dall'artista per individualizzare le due per-
sone da lui ritratte: la tecnica è la stessa in am-
bedue gli ossuari, l'artifizio simile, e simile lo stile.
E se per i dati esterni di trovamento abbiamo
dovuto congetturare che i due ossuari h, i sieno
appartenuti a marito e moglie (v. sopra p. 306),
per i dati interni possiamo esser quasi sicuri che
appartengono ad una sola mano e sono l'opera di
un medesimo artista. Metterebbe conto di esten-
dere pertanto lo studio analitico e comparativo
di questi due singolarissimi ossuari ; ma a noi im-
porta rilevare specialmente l'importanza ch'essi
hanno nella serie dei monumenti che consideriamo
e nel gruppo a cui gli abbiamo ascritti, imperoc-
ché si nota qui meglio che negli ossuari prece-
denti e, f, il processo con cui dalla maschera stac-
cata del defunto si svolse il ritratto sul coperchio
del recipiente cinerario. Negli ossuari h, i si vede
apertamente lo sforzo fatto dall'artista etrusco
per fondere organicamente i due concetti. Male
essendovi riuscito, la faccia è trattata come una
maschera-ritratto, e, quasi indipendentemente, il
coperchio del cinerario come una testa umana,
d'uomo in h, di donna in i.

L'ossuario i fu inoltre trovato sopra una sedia
corrispondente a quella su cui riposano i sudde-
scritti ossuari c, e, g. Questa sedia, avente forse
la forma del xhdfxóg o del ài'cpgog omerico, *) è ri-
prodotta nella nostra tavola insieme con l'ossua-

4) Ved. Od. IV, 136. Helbig al contrario nel suo libro:
Das homerische Epos, p. 87, n. 4, lo ritiene corrispondente
al &qóvos. Io crederei un &qóvo; piuttosto la sedia di Pog-
gio alla Sala, creduta un xha/uóg da Helbig. (Cfr. il &qóvos
del Giove Olimpico di Fidia sulle monete adrianee d'Elide).

s) Cfr. sopra p. 290.

s) È frequente sui monumenti etruschi più antichi la
rappresentazione di queste tavole a quattro, e a tre piedi
(rqdne^ai, rqinoósg) preparate davanti ai letti del silicer-
nium. Probabilmente le r^dne^cu ordinate da Demetrio
Falereo, in luogo delle GtijXat, (Cic. Legg. II, 26, 66) cor-
rispondevano a sodi rettangolari di pietra fatti in forma

rio. Alta 0,24, con una circonf. mass, di 0,60, è
fatta d'un'argilla simile a quella impiegata per
l'ossuario relativo, ma alquanto più grossolana.
La spalliera è decorata al traforo con dei buchi ag-
gruppati e disposti a rosone (tre rosoni) ; ha due
altri fori ornamentali più grandi sui fianchi, e quat-
tro borchie per parte, non che una fila di quattro al-
tri fori sul davanti. La decorazione non potrebbe es-
ser più semplice e primitiva. Notiamo che il sedile
interno è forato nel centro, e rimane a un livello più
basso dell'orlo sagomato, donde si parte la spalliera.

La circostanza che l'ossuario i della donna gia-
ceva sopra una tal sedia, mentre ne era privo l'os-
suario h dell' uomo che le era compagno, dimostra
che ad essa sedia non si deve dare un significato
di particolare distinzione e dignità, ma piuttosto
il significato di una semplice sede di riposo (-3-dxog
del vaso Franqois). La sedia nelle tombe a inci-
nerazione corrisponde e sta parallela ai letti mor-
tuari nelle tombe a umazione; ed è per questa
ragione che in una ben nota tomba di Cere in-
sieme coi letti per i cadaveri {xXCvai) furono sca-
vati dal masso in una medesima camera i seggi
(xXio-ftoO per i combusti.2) E come davanti ai
letti mortuari si solevano porre le tavole (men-
sae, TQane£aì) per le offerte del silicernium,3) così
davanti ai seggi si usava mettere dei supporti o dei
sodi rettangolari corrispondenti a quelle tQcmet,m.
Nella tomba di Cere detta della Sedia il sodo ret-
tangolare scolpito davanti alla sedia non è già uno
sgabello pei piedi (-9-Qfjvog) come fu creduto, bensì
una piccola Tqànsla relativa al seggio, una %QU7is^a
corrispondente a quella di bronzo con quattro gambe
trovata nella tomba di Dolciano (v. più oltre p.330)
e del pari corrispondente all'altra simile tavola
di bronzo trovata davanti alla nobilissima sedia
{d-QÓvog) di Poggio alla Sala. 4)

[Trovato nelle vicinanze di Chiusi insieme con
tutto ilrelativo arredo funebre(tav. Villia;n. 14-21,

delle xqane^ui (V. l'interpretazione data da Loschke nel-
YArch. Zeit. 1884, p. 92 sgg).

*) La tavola che stava dinanzi alla detta sedia di bronzo
e al vaso cinerario relativo fu presa per un suppedaneo
{Bull. Ist. 1877, p. 195; Ann. 1878, p. 257), e come tale
pubblicata (Ann, 1878, tav. d'agg. Q la). Pervenuta nel
Museo di Firenze insieme con tutti gli altri oggetti di
quella tomba, la feci restituire nel vero suo essere, ed oggi
si può vedere che è una tavola e non un suppedaneo. Il
piano della tavola lungo 0,95, largo 0,37 rizzato sulle sue
quattro gambe integre di lamiera, larghe 0,09, alte 0,53,
viene a toccare per poco l'altezza del sedile. — Sopra un'urna
 
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