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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0328

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- 316

due anse serpentine desinenti in testa di grifo con
bocca spalancata e orecchie aguzze, le quali cor-
rispondono a quelle degli ossuari b e c. Con que-
ste anse e con tutta la decorazione impressa il
recipiente guadagna quasi l'aspetto dell'originale
metallico da cui fu copiato ; senza dire che a dargli
meglio l'apparenza del bronzo contribuiva il co-
lore brunastro a tempera, con cui era sovrapinto.

Il coperchio, foggiato e modellato con accurata
arte a testa umana, è unito a un collo conico, il
quale imita non tanto il collo umano, quanto
piuttosto quello del vaso che ha servito di mo-
dello al figulino (cfr. l'ossuario della vignetta
p. 293). Così la faccia si può dire espressa e trat-
tata come una maschera mortuaria staccata dal
collo, e la capigliatura fa l'effetto di una per-
rucca sovrimposta al coperchio dell'ossuario. Sulla
cima il cranio è di forma brachicefala, ma poi
l'occipite rientrante e bassissimo riprende la linea
conica del collo. La capigliatura, resa allo stecco
con fìtte linee convergenti nel foro praticato sul
culmine del capo, scende a cuoprire quasi intera-
mente la fronte a cui fa corona ; essa è rilevata e
ben composta davanti e di dietro, e tutta quanta
raccolta dietro le orecchie. Si vede tagliata re-
golarmente poco più bassa della linea del mento.
Le orecchie, giustamente situate, son fatte nello
schema a elice, e sotto quelle è ben distaccato l'arco
delle mandibole, il quale, congiunto al mento, non
interrompe la linea immaginaria del collo vascu-
lare sottostante. Le sopracciglia si confondono con
la fronte prominente in arco non interrotto. Le
occhiaie avvallano dalla fronte e dal naso, largo
di radice e angoloso nel dosso, mostrando graf-
fìta l'orbita ovale, entro cui sporgono gli occhi
chiusi, con la palpebra superiore calata. Agli occhi
chiusi e ben composti secondo il noto rito funebre
degli Etruschi, ') corrisponde la bocca chiusa an-
ch'essa con le labbra strette sui denti e tirate
l'una sull'altra come quelle d'un morto. Il viso ri-
gido, sparuto, senza zigomi, e il mento estrema-
mente allungato danno al nostro ritratto l'aspetto
preciso d'un cadavere, a cui sia stato dato l'ultimo
addio dopo la rituale chiusura degli occhi nella
prothesis mortuaria. Con molta finezza di senti-

») Cfr. l'urna del Museo di Firenze in Micali, Storia
tav. LIX, n. 4.

2) V. più oltre p. 327 nota 2 per altri riscontri.

3) Cfr. gli astri nell'aes grave di Gubbio, nelle monete
di bronzo di Populonia (tipo della civetta), e in varie al-

mento e con nobiltà realistica invero mirabile, è
riprodotta nella testa di questo ossuario la rigidità
cadaverica e insieme l'impressione individuale d'un
uomo morto in età matura. Per giunta la quiete
che spira dagli occhi e la compostezza serena del
volto, trovano un desiderato riposo nella sedia la-
vorata a stretta imitazione del bronzo su cui l'os-
suario è collocato.

La spalliera della sedia è decorata in rilievo
con un intreccio di palmette, il quale ripete
esattamente quello del diadema aureo trovato
nella tomba deh'Iside a Vulci (Micali, Mon. Inecl.
tav. Vili, 14).2) Intorno al piano del sedile gira
una fila impressa di circoli concentrici eguali a
quelli del recipiente cinerario; e la base conica
del seggio, divisa in quattro scomparti trapezoidi
con tante ■ file di grosse borchie, è decorata in
ogni scomparto d'un rosone a sei petali, o piutto-
sto d'un astro geometrico a sei raggi, 3) il quale
simbolicamente corrisponde ai rosoni, o piuttosto
alle patere irradiate che ornano il sarcofago chiu-
sino di Larthia Seianti pubblicato da Milchhofer
(Mon. Ist. XI, tav. I), ed un infinito numero d'al-
tri monumenti etruschi d'ogni tempo.

Le borchie e gli astri sono trattati perfettamente
come l'opera a sbalzo, vuoti ed incavati nella parte
interna. Poi la tinta bruna dava al fondo della
sedia il color del bronzo, e il giallo (?), il color
dell'oro agli astri.

[Trovato a Solaia presso Sarteano nel novem-
bre 1883; conservato nel R. Museo Archeologico].

o) Tav. XII, 2. Ossuario e relativa sedia di ri-
poso fatti della stessa terra del monumento ante-
cedente. Alt. complessiva 0,82; l'ossuario alto 0,61
di cui 0,23 riferentisi alla testa; circonf. del reci-
piente 1,14, circonf. della sedia alla base 1,07.

Il recipiente fatto sul tipo di quello precedente
si mantiene ancora più fedele al modello di bronzo
da cui sarebbe stato copiato. Il piede arieggia
quello dei citati ossuari di bronzo, essendo leg-
germente ripreso a cono ; e, sulla linea corrispon-
dente alla sutura delle lamine, perfino son ripro-
dotti i chiodi a capocchia emisferica dei detti vasi
(cfr. la vignetta p. 293 e Mon. Ist. X, tav. Xa,

tre monete etruscbe. Spiegherò meglio il senso di questi
astri in altra occasione. Intanto mi piace di richiamare
l'attenzione su questi ornamenti ripetuti non senza un
recondito fine teologico nella sedia e, ed in altre sedie
funebri descritte più oltre o, s, a (cfr. anche l'oss. c).
 
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