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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0338

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- 326 -

cinerario di bronzo col ventre sferoidale e alto
piede piramidale (correggi conico?) paragonabile
con l'ossuario a e meglio con quello di Poggio
alla Sala.

Secondo le informazioni avute dagli scavatori
di Chiusi e le note eh' io potei prendere sui monu-
menti, allora scavati, che mi servirono di esempio
presso di loro nelle mie domande, i vasi di bucchero
propri delle ultime tombe a ziro di Chiusi sono
della specie più antica, cioè di quelli ornati me-
diante il sistema a cilindretti di zone geometriche,
e florali o di zone figurate, con animali domestici
e fantastici. ') I bronzi sono di lamiera finissima
sbalzati di baccelli, di bottoni e di ornati florali,
del genere di quelli trovati nella tomba a ziro da
me comunicata or non ha guari nelle Not. degli
Scavi 1884, p. 382 sg. e nell'altra tomba a ziro
di Dolciano descritta dall'Helbig {Bull. Ist. 1883,
p. 195 sg.) ; sono dunque gli stessi bronzi che ap-
paiono del pari nelle più antiche tombe a camera
di Chiusi, come nelle tombe a fossa di Tarquinia,
e nelle successive tombe, cosiddette egizie, della ne-
cropoli tarquiniese. Le parti accessorie ed orna-
mentali dei vasi di bronzo di questo tempo sono
per lo più ottenute per mezzo della fusione: i co-
perchi dei cinerari, si vedono cioè sormontati da
fiorami massicci e da figure animate, e le anse
medesime offrono combinazioni di oche, grifi e
protomi equine, schematicamente trattate, fuse a
parte, ed attaccate con chiodi o con punte riba-
dite alle pareti del recipiente. La suppellettile delle
tombe a camera, in cui è presumibile che sieno
stati trovati gli ultimi vasi-canopi del terzo gruppo,
sarebbe sufficientemente caratterizzata dai buc-
cheri decorati di bassorilievi e dai vasi greci a figure
rosse.

Prima di passare alla descrizione ragionata de-
gli ossuari da noi riferiti all'ultimo sviluppo del
ritratto nei vasi cinerari, senza anticipare troppo
le conclusioni a cui credo che si arriverà, quando
il nostro studio sarà meno incompleto, voglio
segnalare alcune caratteristiche esteriori, comuni
a pressoché tutti i canopi del terzo gruppo, e

nelle quali mi par di vedere ben chiaro e de-
terminato il distacco dal più antico stile. Una
delle più spiccate caratteristiche si ha nell'accon-
ciatura del capo e nella trattazione dei capelli.
Senza eccezione, tutti i canopi virili dell'ultimo
gruppo hanno la chioma tagliata un poco più corta
che nei canopi anteriori ed acconciata artificial-
mente, non più in ciocche liscie come prima, bensì
in ricci, ricercatamente composti intorno alla fronte
e intorno alla nuca secondo la moda ionica di una
ben nota testa ateniese.2) Nel 2° gruppo una sola
testa accenna rudimentalmente all'arricciatura dei
capelli della fronte {z"), e forse per quel fatto essa
testa è da ascriversi all'influenza greca (cfr. l'Apollo
di Thera, Orchomenos ecc.). Le teste dei canopi mu-
liebri, più anticamente rase per essere forse coperte
da perrucche di capelli naturali (cfr. ci, f, g, t; p. 321
nota 2), e qualche volta trattate con la chioma in
rilievo variamente acconciata con aghi crinali (cfr.
i, v), appariscono nel terzo gruppo con la chioma,
prima sempre prolissa e resa senza alcun rilievo con
semplici linee graffite perdentesi sul collo (cfr. n, q,
a, t, v, tp), più tardi calamistrata in rilievo intorno
alla fronte e graffita senza rilievo in linee prolisse
per di dietro (cfr. to', co"). Un'acconciatura riunita
con aghi crinali si trova soltanto in tp. Pare che in
questo tempo alla trattazione graffita delle chiome
muliebri abbia a corrispondere nei canopi virili la
semplice trattazione graffita dei peli della barba
(ved. s. £, «, l in confronto con l, m). Un'al-
tra caratteristica importante si ha nella forma
del recipiente cinerario, il quale vedemmo sva-
riatissimo e condotto qualche volta con arte finis-
sima nella vera forma d'un busto umano (g),
mentre negli ossuari del 3° gruppo apparisce cri-
stallizzato quasi in un'unica forma, in quella
tipica e fondamentale dell'olla ansata dal piede
ripreso e sagomato, arieggiante più da lontano
l'aspetto del busto umano. È in questo tempo più
tardo che, per semplificazione del concetto origi-
nale, le braccia umane, invece di modellarsi unite
al vaso, si aggiungono a parte, troppo grettamente
introclucendole nelle tipiche anse anulari di nastro,

i) Vasi di questa specie, ma di tipo più tardo furono tro-
vati nella tomba di Pania (v. Ann. Ist. 1878, tav. U, V, 6-9).
Intorno ai vasi di bucchero decorati col processo a cilin-
dretti di zone geometriche e florali ecc., parleremo in uno
studio speciale; intanto veggasi De Witte, Études sur les
vases ecc. p. 51 ; Lenormant, Gazette Archéol. 1879 p. 108.

2) Testa della coli. Rampin in Rayet, Mon. de l'art An-
tique T. I, III, pi. III. Ved. per un confronto ancora più
calzante la celebre stele di Aristocle col ritratto eroiz-
zato di Aristione. Intorno all'acconciatura ricercata dei
capelli nell'epoca arcaica greca veggasi oltre Helbig 11. ce.
Schreiber, Mittheil. d. athen. List. VIII (1883) p. 246 sgg.
 
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