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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0341

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- 329 -

pedi le ali con le penne ornamentalmente incur-
vate sul dorso, ') e la forma allungata e snella
del corpo e delle gambe.2) Il movimento misu-
rato, severo, e uniforme di questi quadrupedi fa
un sensibile contrasto con la varietà dei tipi che
servirono di modello all'artista del postergale.

Nella la fila, sul lato meglio conservato, 3)
viene primo a destra il quadrupede gradiente (pe-
gaso), riprodotto al naturale nel testo. La testa, il
corpo e il collo crinito anzi pennuto di questo
quadrupede (a) bene appartengono al tipo equino
dei pegasi,4) mentre la coda e le zampe sono
rifatte sul tipo di un quadrupede felino. Di se-
guito nella stessa fila è contrapposto un altro qua-
drupede (b) di natura mista felina ed equina, simile
ad a; ma privo delle penne del collo. Dietro b se-
gue un terzo quadrupede (c), caratterizzato come un
cervo alato per le corna ramificate, la coda corta e
le zampe solipedi. Le corna di questo cervo sono
trattate come le penne delle ali, onde appaiono
pennute, e simili alle antenne di un lepidottero.
Fra b e c è interposta una palmetta tralasciata
dal disegnatore. Dopo c segue nella stessa fila un
altro quadrupede gradiente (d), rifatto nel ristauro
epperò tralasciato dal disegnatore.

Nella 2a fila abbiamo:



a) grifo accovacciato e rampante a d. di tipo or-
dinario.

b) quadrupede alato unicorne (bisonte?) gradiente
a s., con corpo e zampe feline, e testa mista
felina, equina e grifagna. Può trovare un riscon-
tro nei bisonti alati ricorrenti negli ornamenti

1) Cfr. le ali dello sfinge nelle citate pitture di Veio, e
quelle dei grifi sopra un uovo di struzzo di Vulci (Micali,
Mon. Ined. tav. VII, 2, meglio in Perrot e Chipiez o. c. Ili,
p. 857). Particolarmente istruttiva è l'analogia di queste
ali con quelle dei pegasi in un noto bassorilievo policromo
di Velletri (Becchetti, Bassorilievi Volschi tav. V, cfr. In-
ghirami, Mon. Etr. S. VI, tav. U4, n. 2), e in un vaso di
Melo (Conze, Melische Tìwngefasse, taf. IV).

2) Cfr. le citate pitture di Veio, la cista Castellani, e
tutti i bronzi arcaici della grotta Eegulini-Galassi in Cere.

3) Tutto il lato destro del postergale è ben conservato;
l'altro lato è in gran parte di restauro.

*) La testa presenta una analogia stringente con quella
lei pegasi del candelabro {lafint^Q) di Palestrina, Mon.
Ist. XI, tav. II, n. la.

5) Cfr. i tori alati nell'ultima zona del candelabro Ee-
gulini-Galassi {Mus. Greg. I, tav. XI, 2 «= Grifi, Mon. di
Cere antica tav. XI).

«) Avendo io elevato qualche dubbio e qualche obbie-

di Ninive (Layard, Mon. of Niniveh, pi. 45 n. 3
(n. 2 senza ali); pi. 46, n. 1, 3).

c) toro alato (o stambecco?) gradiente a s., con
testa cornuta, e zampe solipedi. La coda lunga
ed elevata tiene alla natura del toro.3)

d) grifo gradiente a s., rifatto nel ristauro simile
ad a, e tralasciato dal disegnatore.

e) ? altro quadrupede alato tutto di ristauro.

Nella 3a fila abbiamo:

a) quadrupede alato gradiente a d., con testa quasi
felina, collo villoso e zampe indeterminabili.

b) pegaso gradiente a d., simile ad a nella la fila,
quasi tutto di ristauro.

c) cervo alato gradiente a d., simile a c nella la
fila, col corpo di ristauro.

Fra b e c esiste una palmetta tralasciata nel disegno.

Venendo a parlare della testa, subito dobbiamo
rilevare l'istruttiva particolarità dell'opera fittile
combinata col bronzo.6) Ciò sta in armonia con
le osservazioni fatte a proposito delle maschere
in terracotta (cfr. sopra p. 297), e fa vedere l'im-
portanza ch'ebbe l'arte plastica propriamente detta
nello sviluppo del ritratto. La terra con cui è
lavorata la testa è di color rosso cupo, ed era
originariamente dipinta a tempera nel color bruno
del bronzo, se pur giudichiamo bene dalle tracce
che ne rimangono. La chioma, tagliata regolar-
mente all'altezza circa della bocca, è tutta con-
tornata di piccoli ricci rilevati allo stecco, e fa-
centi corona al capo. La massa dei capelli è

zione sulla originale pertinenza della testa fittile al vaso
di bronzo, il eh. canonico Brogi da testimone oculare della
scoperta mi rispondeva per lettera: 8 II canopo di cui
Ella ebbe il disegno è tutto intero quale fu- estratto dal
sepolcro a pozzo e quale fu trovato dentro il ziro ov'era
contenuto. Il vaso cinerario appartiene al seggio sul quale
si trova collocato, ed aveva pure quella testa di terracotta,
che pare non gli si adatti bene perchè formata di materia
diversa.Ma tant'è, fu ritrovato a quel modo e così
bisogna apprezzarlo. Vi furono solamente posti due
manichi che appartenevano ad altro simile canopo, per-
chè i suoi erano molto avariati e corrosi dall'ossido;
ma si può dire che non sieno rimasti punto alterati per-
chè i manichi avevano la stessa forma, tanto quelli per-
duti che gli altri sostituiti. Dunque può ritenere per fermo :

1° Che la testa di terracotta appartiene al
canopo di bronzo.

2° Che la sedia parimente gli appartiene ed
è quella stessa ch'Ella vide nel giugno 1881.,,
 
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