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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0351

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- 339 -

spalliera della sedia. Uno di questi bracci fu ri-
staurato modernamente dall'altro antico. La mo-
dellazione del braccio antico si direbbe piuttosto
trascurata che mal riuscita; essa non regge al
paragone con quella dell'oss. q, e si accosta in-
vece a quella dell'oss. a. La testa di aspetto gio-
vanile è trattata nello stile un po' sciolto e un
po' manierato della testa precedente. La chioma
appare corta e come tagliata regolarmente all'al-
tezza circa della bocca, nel costume ordinario dei
canopi virili. Però è ben distaccata in rilievo per
di dietro; ed i capelli, indicati con fitte linee graf-
fite tirate in giù dalla fronte, sembrano chiusi e
raccolti dentro una rete (reticulum, xsxQixpalos),
vedendosi traversati da altre linee più leggiere
incrociate regolarmente a losanga (maglia) con
quelle dei capelli. Che la testa sia senza dubbio
muliebre è dimostrato oltre che dalle proporzioni
del recipiente cinerario, dalle orecchie, le quali
meglio intese del solito nella forma loro (cfr. a, v),
si presentano adorne di due orecchini a dischetto

0 a scudetto simili a quelli in voga nell'Asia Mi-
nore, in Grecia e in Sicilia dal tempo di Solone
fino a Pericle.*) Questi orecchini, espressi sopra

1 lobi con due dischetti d'argilla, hanno, secondo
credo, una grande importanza, non potendo essere
entrati in moda in Etruria avanti la diffusione e
l'accettazione dei prodotti asiatici, attici e siciliani
nell'Italia centrale (v. sopra p. 324).2)

Le sopraciglia bene arcuate, gli occhi a bulbo
ovale contornati in graffito, il naso piccolo con
la punta leggermente rizzata, la bocca stretta col
labbro inferiore prominente, e infine le guancie e
il mento tondi, stanno in armonia col tardo ca-
rattere stilistico della testa.

[Chiusi, presso il sig. Giovanni Paolozzi].

') Si veggano i tetradrammi solonici di Atene e le più
antiche monete di Licia, Siracusa e Catania in confronto
con la testa arcaica di Athena edita da Lange (Mittheil.
d. athen. Inst. 1882, taf. IX, 2) e con la testa di Efeso
in Murray, History of Qreek Sculpture, p. 111.

2) I medesimi orecchini sono portati dalle donne prin-
cipali della tomba dei vasi dipinti {Mon. Ist. IX, tav. XIII,
XHIa, XIII&) e in altre tombe dipinte del sec. V a. C.
Cfr. la tomba del Barone (Kestner e Stackelberg, Grdber
v. Corneto, taf. XXX) e la tomba del Morto {Mon. Ist. II,
tav. II = Mus. Etr. Greg. tav. XCIX). Nel Museo Archeo-
logico di Firenze (coli. Vagnonville), esiste una finissima
testina proveniente da Chiusi (Servadio) e lavorata in
marmo locale (è il marmo saccaroide bianco-venato delle
più tarde urne chiusine), la quale ha gli orecchini a di-
schetto e corrisponde perfettamente nel tipo e nello stile

to') Tav. XI, 9; la testa esibita di faccia e di
profilo da Micali Storia, XV, 1, 2. - Ossuario di
terra rossa cupa con tracce evidenti di colorazione
a tempera conservate nella testa dentro l'orecchio s.
Alt. 0,45 di cui 0,20 riferentisi alla testa; cir-
conf. 0,65. Il recipiente mantiene la forma del-
l'olla del piede ripreso e sagomato, con larghe
anse di nastro tirate sull'omero e derivate dal
tipo a maglia. La testa, con la capigliatura parte
lucignolata in rilievo, e parte graffita, è circon-
data da una frangia di calamistri accuratamente
rilevata e rilavorata con tratti obliqui di stecco.
Due calamistri più lunghi assai ben fatti e molto
caratteristici per la moda dell'acconciatura pen-
dono sulle gote, a lato delle orecchie, fino all'al-
tezza del mento. I calamistri che fanno corona
alla fronte, ricoprendola quasi interamente, si per-
dono in leggiere linee di stecco convergenti verso
il vertice, dove è praticato il foro per ì'effluvium,
e poi continuano sulla nuca scendendo sino alla
base del collo che è cortissimo e fa vedere la pro-
minenza della cartilagine tiroide. Le orecchie, sche-
matizzate in forma quasi normale, hanno i fori per
gli orecchini, ed anzi, se dobbiamo prestar fede
al disegno di Micali e alla descrizione nel testo
(p. 8), erano forniti di " due pendenti di bronzo
formati di quattro anellini l'uno serrato nell'al-
tro. „ Le sopraciglia, accentuate in rilievo, sono
rese più spiccate e distinte dai segni dei peli, otte-
nuti mediante intaccature oblique come nella testa
virile Con minutissimi intagli sono espressi an-
che i peli delle ciglia al di dentro del solco che
contorna i bulbi ovali degli occhi ed esprimente
le palpebre (cfr. /).

Il naso, la bocca e il mento hanno la forma
stilizzata di certi ossuari virili (e, £, t), soltanto

con le statuette dell'Afrodite Orientale poste sugli acro-
terì del tempio di Egina (una delle teste disegnate in
Mùller-Wieseler, Benk d. alt. Kunst-I, tav. Vili, s). È ve-
ramente notevole di vedere una tale testa in Etruria (cfr.
sopra p. 324), e più notevele ancora di trovarla a Chiusi
lavorata in marmo locale. La corrispondenza stilistica e
tipica è proprio perfetta: gli orecchini sono quasi
i medesimi, simile affatto l'acconciatura dei capelli, af-
fatto simile il diadema o la vitta, poco più arcaici i li-
neamenti ideali della faccia (cfr. l'Afrodite cipriota ^ e
specialmente alcuni tipi di Sicilia (Kekule, Die Antike
Terracotten II, taf. I. V, VI, 1 ecc.). Questa testina fram-
mentata al mento e alla nuca è alta 0,12, larga 0,08,
la destinazione è incerta, ma credo di non ingannarmi
riferendola a qualche statuetta del culto etrusco (sarebbe
Tluifltha-Turan).
 
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