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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0352

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- 340

i lineamenti sono un poco più fini, più freschi e
delicati, trattandosi qui di una testa muliebre
molto giovanile.

In questa testa mi par di notare meglio che
nelle altre da un lato lo studio ricercato del det-
taglio, e dall'altro lato l'eclettismo stilistico delle
forme umane spinto al suo ultimo grado.

[Chiusi? Dall'antica coli. Granducale di Toscana
passato nel R. Museo Archeologico di Firenze].

to') Ossuario di bucchero e relativa sedia alto
in tutto forse non più di 0,30. (Mi mancano nei
miei appunti le misure precise). Il recipiente sfe-

roidale è sormontato da una testa muliebre avente
quasi la stessa acconciatura osservata in co'. Una
frangia di piccoli calamistri intorno alla fronte, e,
lateralmente, due calamistri pendenti sulle gote,
davanti alle orecchie. La massa principale dei ca-
pelli è indicata con grossolane scalfitture cessanti
all'altezza delle orecchie. I lineamenti della fac-
cia tonda sono molto trascurati. La sedia liscia
col postergale accartocciato ha il piano del se-
dile più basso del davanzale ed è simile di for-
ma ad i.

[Già della coli. Terrosi, attualmente posseduto
dal sig. Giovanni Paolozzi di Chiusi].

AGGIUNTA

Abbiamo detto di sopra che i vasi cinerari da
noi classati nel primo gruppo rappresentano il vero
ed immediato succedaneo della maschera cinera-
ria, ed abbiamo tante volte insistito sui rapporti
dei vasi-canopi con le maschere, e sulla loro ori-
gine da esse. Un'altra bella prova che il processo
di formazione dei primi ritratti in Etruria è quello
da noi tracciato, ci viene offerto da un importante
monumento della collezione Ancona di Milano, il
quale conoscemmo quando ormai era quasi tutto
stampato il nostro studio, e che, per la cortesia
del possessore e la liberalità degli editori, siamo
in grado di pubblicare sulla tav. XIII, 1, la.

È questo un coperchio di vaso cinerario in ter-
racotta alto 0,18, largo alla base 0,18, il quale
ha il suo posto determinato e la sua spiegazione
nel passaggio fra i vasi-ritratti del primo gruppo
e quelli del secondo ; sta precisamente fra d ed e,
e quivi noi lo collocheremo, indicandolo con la
lettera d'. Par fatto della stessa terra rosso-ac-
cesa della maschera F e degli ossuari c, g, n, o, ecc.,
forse manipolata più finamente, e cotta più a gran
fuoco. Conserva molti residui dell'ammannitura
con cui fu preparato alla colorazione a tempera,
e si vedono qua e là le tracce del color nero o
pavonazzo (cfr. specialmente l'occhio s.). La forma
leggermente conica e campanata di questo coper-
chio corrisponde per un aspetto con la parte su-
periore dei cinerari riferiti alle maschere di bronzo
(v. p. 293), e per l'altro aspetto coi descritti co-
perchi a campana del primo gruppo (b, c, d). La
sommità si direbbe costituita senza più da uno

di quei zucchetti o di quelle callotte, le quali ve-
demmo imperniate sul collarino dei noti recipienti
di bronzo, mentre la sezione corrispondente al
collo conico di quei recipienti, è alcunché cam-
panata, e modellata di dietro in forma di una
nuca umana. La modellazione a nuca umana è
eseguita con un tatto plastico e con un sentimento
del vero sorprendente, ma il carattere vasculare
in questa modellazione ciò nullameno è conservato
(cfr. ri). Sul davanti il coperchio stesso è model-
lato nel senso e nell'idea chiara e precisa di una
maschera mortuaria. Questa maschera sembra
quasi distaccata dal coperchio, mentre pure è così
ben fusa con esso da formare un tutto orga-
nico, dico una testa, anzi un ritratto eminente-
mente individuale e naturalistico. Lateralmente
sono espresse in rilievo anche le orecchie, rozze,
senza la struttura interna, ma, nella forma este-
riore dell'elice, così perfettamente vere e natu-
rali, come in nessun' altra testa del genere ci
accadde di notare. Sono giustamente situate, pie-
gate in avanti con naturalezza, ed hanno i lobi
forati per gli orecchini. La fronte, alta, spa-
ziosa, un po' schiacciata, con una caratteristica
buchetta nel mezzo, è limitata superiormente da
un rialto arcuato, il quale par quasi che ripro-
duca l'orlo, ossia il margine superiore della ma-
schera di bronzo. Questo rialto potè forse servire
a sostenere una perrucca destinata a completare
l'aspetto umano del coperchio (cfr. sopra p. 321
nota 2). Sotto la fronte si elevano forti, rugose
e concentrate le sopraciglia, e un naso aquilino
 
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