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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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De Petra, Giulio: Gli ultimi ripostigli di denari
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0357

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GLI ULTIMI RIPOSTIGLI DI DENARI

Non è maturo il tempo per rifare di pianta la
serie cronologica dei denari romani proposta in
Mommsen-Blacas ; poiché non sono improbabili ul-
teriori scoverte di ripostigli, che rendano sempre
più stretti e serrati gli anelli della catena, che
oggi è ancora qua e là un poco larga. Giova dun-
que aspettare. Ma intanto mi pare opportuno, anzi
necessario, riunire e coordinare le osservazioni,
che nascono dai tesoretti pubblicati dopo la stampa
del II volume della Monnaie ronfiarne (1870). E
non essendo precluso un ritorno su quelli da più
lungo tempo conosciuti, come lo ha ben mostrato
il Mommsen con le sue osservazioni (Zeitschr.
u mism. II, 1874, pg. 55-57) sui depositi di Cingoli
e di Hév-Szamos, dovranno talvolta in questo mio
esame rientrare anche i ripostigli messi a contri-
buto nell'ordinamento Mommsen-Blacas.

Takanto

Questo tesoretto fa retrocedere il vittoriato N?
(n. 32 Blacas) al tempo del denaro di 4 scrupoli,
mentre i 16 esemplari esaminati dal D'Ailly (pg. 720)
dando una media di gr. 2,81 autorizzavano a rite-
nere il contrario. Anche l'esemplare di Maserà
(gr. 3,10) è superiore al tipo del vittoriato ridotto.
Né farebbe grave ostacolo il denaro unico del
Borghesi di gr. 3,90, perchè appunto è un esem-
plare unico; ma esso, combinato coi due assi di
gr. 20,12 e 19,87 (D'Ailly pg. 721) e con un certo
numero di vittoriati, tende ad avvalorare l'asse-
gnazione cronologica data primamente alle monete
che portano tale monogramma. Posto così il con-
flitto, può sperarsi che vengano fuori altri assi
più gravi, che vadano di accordo co' vittoriati del

i) Mommsen (Miinzw. pg. 454) è d'avviso che o nella
guerra annibalica o poco dopo siano state chiuse le zec-
che succursali.

ripostiglio tarantino ; ma anche quando ciò avve-
nisse, credo legittima un'altra soluzione.

Il nodo sta in questo, che tutte le monete
con M3, se riferite ad un monetiere della zecca
romana, debbono raccogliersi in un solo anno, ed
in sì breve spazio di tempo non possono stare
insieme pesi tanto discordi. Se invece M3 indicasse
due città privilegiate (Malies, Paestum), in cui si
batteva moneta co' tipi ed il nome di Roma, la di-
screta durata, che ebbero queste zecche secon-
darie, 0 concilia ogni cosa: in quanto i vittoriati
più pesanti sarebbero stati emessi nel primo pe-
riodo dell'argento, ed il denaro, i vittoriati più
leggieri ed il bronzo scenderebbero al tempo del-
l'argento ridotto. Or che cosa vieta di riconoscere
nel monogramma N? il nome di una o di due
città? Si oppone il criterio stabilito dal Mommsen
{Miinzio. p. 372), che le zecche secondarie conia-
vano vittoriati, quinari, sesterzi e la serie del
bronzo; ma non il denaro, che era riservato alla
zecca romana. Non si può sconoscere il valore di
questo criterio, perchè riposa sull'osservazione,
che le città più chiaramente indicate con lettere
iniziali o monogrammi non hanno denaro ; ma ciò
non esclude che qualche eccezione vi abbia po-
tuto essere ; e la meglio fondata mi pare sia que-
sta di NP. Difatti non solamente l'unione di due
città per una stessa moneta è confortata dal raf-
fronto di C, M e \/, T, ma anche la indicazione
grafica in forma di monogramma si ritrova in "P,
che viene generalmente interpretato, per Luceria-
Teate. Pesto continuò ad avere fin ne'tempi impe-
riali una monetazione privilegiata; quindi non è
strana per essa la concessione di battere il denaro,
che ebbe del resto una durata brevissima, argomen-
tando dall'estrema rarità di questa moneta.2) E

'-*) Anche il denaro c (Blacas n. 36), se va riunito al vit-
toriato, si riferisce meglio ad una zecca succursale, che
a quella di Roma; poiché il vittoriato c, m (Blacas 16) già
 
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