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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Poggi, Vittorio: Iscrizioni etrusca su di un vaso fittile a forma di uccello
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0375

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ISCRIZIONE ETRUSCA

SU DI UN VASO FITTILE A FORMA DI UCCELLO

Debbo alla gentilezza dell'egregio amico e collega
sig. Roberto Mowat la comunicazione, mediante
impronta in carta, della qui riprodotta leggenda
etrusca, inscritta a graffito su di un piccolo vaso
a forma di uccello

Da ulteriori informazioni pervenutemi da Parigi,
ove una copia dell'iscrizione venne comunicata,
però con lezione alquanto diversa,l) dal eh. si-
gnor De Lamière alla " Société des Antiquaires de
France „ nella tornata dei 4 di febbraio ultimo
scorso; e da Roma, per cortesia del P. Leopoldo
De Feis, il quale ebbe colà occasione di esaminare
il monumento originale presso il suo proprietario
abate Le Louèt ; risulta che il vaso ha forma di
gallo (di gallina, secondo il De Feis) acefalo, in
modo che l'orifizio è costituito dal collo dell'ani-
male su cui molto probabilmente adattavasi a
guisa di coperchio la relativa testa ora perduta.
Il vasetto è in terracotta nera a vernice lucida,

col corpo decorato a graffito di piccoli emicicli di-
sposti a squamme all'effetto di figurare le piume
del volatile secondo la maniera arcaica ; e presenta
una singolare analogia, così rispetto alla forma,
alla tecnica ed allo stile, come anche dal punto
di vista dell'epigrafe, con quello pubblicato dal
Gamurrini nella tav. IX, n. 771, della sua " Ap-
pendice „ al Corpus del Fabretti, e di cui l'iscri-
zione venne da me pel primo edita ed illustrata
sotto il n. 36 delle mie Contribuzioni allo studio
dell'epigrafia etrusca (Genova, 1879, p. 79 e sgg.).
Circa alla provenienza del monumento, lo si dice
trovato nei dintorni di Roma, unicamente sull'as-
serzione di chi l'ha rivenduto al suo attuale pos-
sessore: ma dell'esattezza di questa è lecito du-
bitare trattandosi di un oggetto estraneo agli strati
archeologici dell'agro latino ; -) mentre i molteplici
punti di contatto che dimostra di avere coli'altro
vaso dianzi citato porgono buon argomento a sup-
porre che col medesimo possa aver comune eziandio
la provenienza dal territorio dell'antica Tarquinii.

A niuno che abbia qualche famigliarità colla
soggetta materia sfuggirà il fatto che, contraria-
mente all'andamento normale delle epigrafi etni-
sche, la scrittura procede in questa da sinistra a
destra; particolarità che in date circostanze è
contrassegno di arcaismo. Arrogi a questo il cri-
terio che emerge dal carattere peculiare delle

i) Ecco il resoconto sommario di tale comunicazione, quale
è pubblicato nel BulletinÉpigraphique (T. V,p. 54), in modo
conforme a quello della Eevue critique dei 23 di Febbraio,
p. 160: " M. de Lamière communique, d'après un frottis
noir envoyé de Rome par M. l'abbé Le Louet, la copie d'une
inscription étrusque gravée sur le ventre d'un vase de terre
cuite noir en forme de coq, mimulu larileziH m 1 aph. „

2) Havvi, è vero, uno strato archeologico comune
alla regione laziale (dintorni del lago albano, agro lavi-
nate ecc.) e alle tombe etnische a pozzo di Corneto
Tarquinia, di Poggio Renzo (Chiusi) ecc. Ma oggetti
come il vaso in esame mai si rinvennero in tale strato,
il cui peculiare contenuto è ormai scientificamente de-
terminato.
 
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