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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Poggi, Vittorio: Iscrizioni etrusca su di un vaso fittile a forma di uccello
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0377

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tra fin qui per avventura non avvertita, ed è che

10 stile di far parlare il monumento, ossia di for-
mulare l'iscrizione come se questa fosse la voce
del monumento che parla in persona prima, è fa-
migliare all'alta antichità e ne abbondano esempi
nell'epigrafìa latina dei tempi anteaugustei.

Nell'iscrizione della cista Ficoroniana (Garrucci,
SyU. 522), è la cista stessa che narra di essere
stata incisa a Roma da Novio Plauzio : NOVIOS •
PLAVTIOS • MED ■ ROMAI • FECID. Similmente nel
più antico monumento dell'epigrafia latina, dico

11 vaso di Dueno, è il vaso che parla in persona pri-
ma: IOVEIS AT DEIVOS QOI MED MITAT ecc. »)
DVENOS MED FECED EN MANOM ecc. Il qual
uso si conservò anche più tardi, come si può
vedere p. es. nell'iscrizione RI IDDÌI Mll graffita su
vasetto del genere aretino trovato a Pompei.2)

Ma non è soltanto l'uso in genere di far par-
lare gli oggetti inanimati che è famigliare all'an-
tica epigrafia latina. Ovvia è più particolarmente
la forinola di possesso espressa col verbo sum,
come nei seguenti esempi:

Nll • ATIGAS • NON • SVM • TV A • M • SVM »)
*OTAE SVM • NOLI NE ■ TANG • || ER *)
EPAPHRODITI SVM • TANGERE ME NOLI 3)
PHILIIROTIS • SVM c)
SVM MARTIRI* 7)

4) Mi attengo nella citazione di questa epigrafe alla le-
zione del Bréal (Revue archéol. 1882), il che non implica
che io la ritenga più attendibile in ogni sua parte delle
diverse altre proposte prima e poi (ved. p. 175 di que-
sto Museo); bastandomi constatare, per quanto spetta al
mio assunto, l'unanime consenso degli espositori nel con-
cetto che chi parla nell'iscrizione del vaso di Dueno è il
vaso stesso in persona prima.

-) E. Dressel, La suppellettile dell'antichissima necropoli
esquilina (negli Ann. dell'Inst. di corr. ardi. 1880, p. 312).

3) Lucerna fittile dell'Esquilino. Dressel, op. cit. p. 266.

*) Id. id. id. p. 267.

s)Vaso di Pompei. Fiorelli, Scavi di Pompei dal 1861
al 1872, p. 90.

6) Tazza aretina dell'Esquilino. Dressel, op. cit. p. 312.

7) Id. Roma. Dressel, op. cit. ib.

s) Gam., App. 529. Proviene da Montichiello (Camul-
liano) fra Montalcino e Pienza.

Nella mia recente monografia Appunti di epigrafia etru-
sca (n. 8) ho toccato di questo titolo, dimostrando che Selenia
è il nome latinizzato della nota famiglia etrusca z il ini
(talvolta, in forma abbreviata, zilni), contro l'opinione
dal eh. Gamurrini che vedeva nel nome stesso l'enun-
ciazione d'un sacerdozio di Diana-Selene, di cui sarebbe
stata investita la titolare. Non tacqui a proposito di tale
epigrafe, come il eh. Garrucci l'abbia testé ascritta alla
classe delle latine preaugustee {Addenda in Syll. iscr.

Ora, il tenore di queste due ultime iscrizioni non
corrisponde egli perfettamente a quello di sum
Tanaquilis come la scuola Lanziana rende l'epi-
grafe etrusca mi #an%vilus?

Un documento di singolare importanza per la
questione, come quello in cui la sostituzione del
sum al mi è colta, a così dire, in flagranti, sem-
bra inoltre potersi indicare nel graffito di patera
nolana F. 2782a: luvcies • cnai • viies • sum • -
Ludi Onaevii sum ; a cui fa riscontro la leggenda
di tomba capuana F. II Suppl. 133: vibi simin-
tiis: vibis: smintis: sum = Vibìus Smintius,
Vibii Smintii (filius), sum.

La 2a delle proposte interpretazioni manca, è
vero, di base etimologica; ciò che del resto non
costituirebbe, nello stato attuale delle nostre co-
gnizioni circa la soggetta materia, una ragione
sufficiente per autorizzare la sua condanna. Non
può negarsi che la medesima si applica assai
bene ad un gruppo di iscrizioni, quelle, cioè, in cui
al mi tien dietro un genitivo. Ma è d'uopo, per
contro, convenire eh' essa non si adatta con pari
buona grazia alle iscrizioni d'un altro gruppo, nelle
quali al mi fa seguito un nome al caso retto.

In queste il pronome dimostrativo talvolta non
quadra e si trova a disagio. L'iscrizione chiusina
mi • selenia 8) vien tradotta dal Pauli (Etr. St.HI,
p. 136): " questa (che qui giace, è) Selenia. „ Si

lat. 2415), spiegando il mi come sigla del prenome Mino:
classificazione non accettabile, poiché il prenome Mino
{Minor), come quello di Maio {Maior), trovasi bensì ado-
perato in iscrizioni arcaiche, ma unicamente però sulle
pigne prenestine, che è quanto dire su monumenti cosi
sotto il rispetto topografico come per la lingua e la scrit-
tura onninamente latini, non mai nell'Etruria propria, a
cui per l'origine non meno che pel carattere del monu-
mento (umetta di terracotta colla rappresentazione della
porta dell'Orco) spetta l'iscrizione di Selenia.

In un errore analogo incorre l'illustre autore della
Sylloge riguardo al tegolo di Montepulciano DANATIDI||
VRINATIAI (1997), dove egli legge DANATIDI come
una voce sola facendone un dativo di Banatis-idis (per
Danaetis) dal nome Danae {Aavàrì); mentre è evidente
che l'epigrafe appartiene alla categoria delle etrusco-la-
tine, e ricorda una Tìxannia Tidia, Urinatiae {nata).

Generalmente, non è scevra di inconvenienti la tendenza
che prevale nella maggior parte dei sillogisti ad oltrepas-
sare i limiti del loro compito spigolando in altre Provin-
cie di studi elementi estranei al proprio contingente. Lo
stesso Corpus degli Accademici di Berlino non va esente
dalla pecca di ricettare iscrizioni che nulla, invero, hanno
che fare coll'epigrafia latina : prova ne sia il voi. V, dove
ricordo aver riscontrato iscrizioni che vi stanno molto a
disagio, quali la lapide di Briona e le olle di Cernusco
Asinario, indubbiamente galliche.

Museo italiano di antichità classica — Voi. I. Punt. III.

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