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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Poggi, Vittorio: Iscrizioni etrusca su di un vaso fittile a forma di uccello
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0389

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all'ipotesi stessa il carattere di un teorema scien-
tifico, se il loro numero non fosse in realtà troppo
limitato. ')

Per quanto io mi sia sforzato di essere breve,
capisco tuttavia che questa digressione onoma-
tologica, a cui mi son lasciato andare quasi in-
consciamente seguendo via via il filo delle idee,
potrà sembrare ad altri soverchiamente lunga, se
non forse anche una superfetazione.

Non sarò lapidato per questo ; chè nessuno de-
gli etruscologi contemporanei troverebbe la pro-
pria coscienza abbastanza pura da lanciarmi la
prima pietra.

La letteratura etruscologica nel suo stadio at-
tuale è un po' come i torrenti dell'Apennino, i
quali si gonfiano, straripano e invadono le circo-
stanti campagne, quando appunto l'acqua sovrab-
. bonda ; mentre poi rimangono a secco allorché di
questa più si fa sentire il bisogno. Lo stesso rim-
provero era inflitto dal Winckelmann agli archeo-
logi di un secolo fa, quando la scienza dell'anti-
chità era affatto congetturale e generalmente
arbitraria l'interpretazione dei monumenti. Dopo
d'allora l'archeologia ha fatto meravigliosi pro-
gressi: il greto del torrente si è convertito nel-
l'alveo di un gran fiume dal corso maestoso e
perenne. Speriamo che presto possa dirsi altret-
tanto della etruscologia ; e che anche ai suoi cul-
tori sia dato di procedere nella trattazione dei
relativi soggetti con quel metodo rigoroso che è
proprio di mia scienza costituita su larghe e so-
lide basi.

Tutt'al più mi si potrà imputare a colpa di non
aver posto a capo della fastidiosa intramessa l'av-
vertenza premessa all'episodio di Giocondo

" Lasciate questo canto; chè senz'esso

" Può star l'istoria, e non sarà men chiara. „

E di ciò chieggo venia al lettore, a cui farò ri-
guadagnare il tempo perduto nell'unico modo che
mi è possibile, affrettando, cioè, i passi verso
la fine.

La voce zili che costituisce il quarto membro
della soggetta iscrizione, tenendo dietro immedia-
tamente al prenome, esprimerà senza dubbio il
gentilizio del dedicante. Tenuto conto del valore

') Non nascondo esservi qualche esempio in con-
trario, e ben ricordo la Fabrettiana 788 con venza:
umrana: ammali sa. Ma, mi si vorrà pur concedere che
l'arn#alisa potrebbe qui essere in funzione di ma-

che ha la lettera z nella ortografìa etrusca, e del-
l'ovvio suo scambio colla s, nonché della consta-
tata corrispondenza del nome etrusco zilini, ab-
brev. zilni,2) col latino Selenius, di cui le sillogi
onomastiche esibiscono parimente la forma SUe-
nius, si renderà manifesto che il zili in esame
risponde al ben noto gentilizio latino Silius.

Ad altri, forse, invece della spartizione in larile
zili da me proferta, potrebbe sembrar preferibile
quella di lari lezili; la quale, del resto, nulla ha
in sé di ripugnante, dappoiché il primo membro
esprimerebbe il noto prenome Lari, di cui ho di-
scorso poc'anzi, mentre il secondo corrisponde ad
un gentilizio Lesilius, i cui rapporti di parentela col
sannitico Lesius menzionato da T. Livio (XXVI, 6),
non sono meno legittimi di quelli che Utilius, Sexti-
lius, Servilius ecc., ostentano rispetto ad TJtius,
Sextius, Servius. Lascio al lettore di scegliere fra
le due lezioni, quantunque io non dissimuli la mia
propensione per la prima.

■ Rimane finalmente a indagarsi la natura e il
significato più probabile della voce mla^ colla quale
si chiude l'iscrizione in corso di esame. Il com-
pito non è scevro di difficoltà, e poiché l'iscrizione
procede a spire, a mo' di serpe che si raggomitoli
e del quale l'oscuro mla^ costituisce appunto la
coda, è qui veramente il caso in cui calza a ca-
pello il classico: in cauda venenum.

Premetterò che la voce non è del tutto nuova
neh' etrusca epigrafia, trovandosi sotto la stessa
forma, nonché in due altre affini, su quel curioso
monumento epigrafico di recente scoperta che è
il piombo di Magliano : circostanza questa non inu-
tile a ricordarsi, sì pei riscontri a cui porge ma-
teria e occasione, sì perchè ne emerge un indizio
a favore della genuinità del citato monumento, og-
getto di molti dubbi nel campo etruscologico.

È noto che il monumento a cui si accenna con-
siste in una piccola lamina di piombo a forma di
cuore, su cui graffita una iscrizione in lingua e
scrittura etrusca che ne occupa ambo le facce, e che
fu rinvenuto or sono tre anni in quel di Magliano
tra Grosseto e Orbetello. Ne diede pel primo con-
tezza il prof. E. Teza nella Rivista di Filologia e
di Istruzione classica di Torino (1882, p. 530-534),
dove, dopo aver esposto i particolari della scoperta

tronimico; e del resto quale è la regola che non pa-
tisca eccezioni?
a) a#- zi || lini - #||urnal - 4PJP- 178;

ar: zilni: ^urnal - Poggi, App. di ep. etr. 8.
 
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