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Micali, Giuseppe
L' Italia avanti il dominio dei romani (Band 4) — Firenze, 1810 [Cicognara, 2604-4]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28920#0312
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4o5 PARTE SECONDA

camento non furono inutili certo a pacisicare i
Marrucini, i Vestini ed i Peligni, clie per opera
di Pompeo specialmente tornarono obbedien-
ti(i).I Margi, di fresco travagliati cla L. Mure-
na e cìa Metello Pio, seguirono Pistesso esem-
pio . Pompeo frattanto, avendo convertito in
blocco 1’ assedio d’ Àscoli durante la mentovata
sua speclizione, tornò alla conquista cìi quella
città, da cui pendeva, per così dire, 1’ onore
della presente guerra, posto clie avea dato ella
sola il segnale della ribeilione . Se crediamo a
Yellejo (2), vidersi armate di settantacinque
mila Romani, e di sessanta e più mila Italici,
combattere sotto le sue mura, a solo fìne d’ac-
ceìerarne o impedirne la resa . L’ intrepido
Giudacilio, nativo d’ Ascoli , fece un ultimo
sforzo per salvarla; e sebbene abbandonato da-
gli assediati, che non ebber cuore d’avventu-

(1) Seneca ci ha conservato un tratto di virtù pa-
gana, che merita d’ essere ricordato . C. Vezio, di
nazioné Peligno, veniva condotto prigioniero dinauzi
Pompeo . Uno de’ suoi scliiavi afferrando la spada d’ un
soldato che lo scortava, uccise il padrone : poscia
volgendola contro il suo petto : ecco ( disse ) il mio
padrone salvato ; ora è tempo ch’ io pensi a me .
Qual servo, esclama lo stoico, ha mai più degna-
mente iiherato il suo signore! de Benejic. III, a3 ,
add. Macrob. Sat. I, 11.

(2) L. II, 21.
 
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