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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Halbherr, Federico: Relazione sugli scavi del tempio di Apollo Pythio in Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0011

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RELAZIONE SUGLI SOAVI

DEL TEMPIO D'APOLLO PYTHIO IN GORTYNA

(Con cinque tavole).

Gli scavi eseguiti nell'estate del 1885 alle Vigle
di Gortyna per raccogliere i blocchi iscritti, che furono
poi pubblicati nel II volume del Museo italiano di an-
tichità classica alle pagine 189 e ss., condussero, come
è noto, alla scoperta di alcune parti di un edilizio di
grandi proporzioni, il quale e per la forma e per l'orien-
tazione fin da allora si suppose essere un tempio (')•
Il muro occidentale e buon tratto del settentrionale e
del meridionale si poterono superficialmente esplorare
in seguito ad un accordo fatto con Antonio Darivianò,
proprietario del campo sotto cui trovavasi la parte poste-
riore di quell'edilizio. Ma dei quadri antichi di poros
usati come materiale da fabbrica pochi relativamente
orano murati colla faccia iscritta all'esterno: anzi il
muro settentrionale che il Darivianò stava allora scon-
nettendo e di cui si erano già toccate le serie infe-
riori, aveva mostrato che i più dei blocchi maggiori
erano messi in opera colla superfìcie iscritta nell'in-
terno della costruzione, e che quindi non si poteva
raccogliere tutto il materiale epigrafico senza distrug-
gere i muri stessi. A questo però allora non si poteva
pensare. Per quanto fossero importanti quei frammenti
antichissimi di scrittura, ed insignificanti sotto l'aspetto

Parett^VddaSÌ ^ I)ÌCC°la relazione comunicata al eh. prof. Cora-
citato d„l d^SS° Slami)ata insieme coi testi epigrafici nel volume
u Museo alle pagine 181-187.

monumentale, quei muri rimaneggiati e di epoca meno
antica, l'animo rifuggiva da un atto che aveva almeno
l'apparenza del vandalismo. Conveniva prima di tutto
sapere a che edilìzio appartenessero tali muri, met-
tere questo intieramente allo scoperto, studiarlo e deli-
ncarlo e conservare se non altro in disegno la parte
di esso che doveva poi scomparire. Ma tutto il davanti
dell'edificio era nascosto sotto i campi di altri proprie-
tari e lo stesso ambiente posteriore od occidentale, di
cui erasi messo a nudo il circuito, non si poteva sgom-
berare senza asportare una buona metà del terreno del
campo sul quale si stava lavorando. Per fare uno scavo
sistematico e mettere in luce e conservare tutti i monu-
menti che quelle prime tracco ci facevano aspettare
era necessario poter disporre intieramente dei tre pic-
coli terreni che occupavano quella località. A ciò prov-
vide il chino prof. Comparetti, il quale dopo aver veduto
i risultati epigrafici ottenuti alle Vigle e le notizie
relative al trovamento, m'incaricava di iniziare le trat-
tative onde comperare per suo conto quei terreni, mentre
il Ministero dell'Istruzione Pubblica nell'intento di
promuovere queste ricerche, finita la seconda, mi affi-
dava una terza missione in Creta. Le pratiche oltre-
modo difficili, cominciate per noi dall'egregio dottore
G. Chatzidaki, presidente del Syllogos di Candia, e
poi continuate da me e da lui in comune, durarono
non meno di un anno e forse avrebbero durato di più
 
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