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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Halbherr, Federico: Relazione sugli scavi del tempio di Apollo Pythio in Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0015

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DEL TEMPIO D'APOLLO PYTHIO IN GOBTYNA

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l'estremità sud-est, dove forse il terreno s'era trovato
meno solido. Questo del resto è formato di un conglo-
merato ciottoloso assai tenace e ciò dà una spiega-
zione dello spessore molto esile (0,30m-0,33m) asse-
gnato alle fondazioni. I fondamenti del pronaos sono
formati invece di pietre più grandi e quantunque di-
sposte Tuna accanto all'altra in un solo strato dell'al-
tezza di 0,24m-0,29m hanno l'apparenza d'una mag-
giore solidità. Sopra il fondamento poggia lo zoccolo
che mantiene lo stesso livello ed ha la medesima spor-
genza di quello della cella, ma è costituito di blocchi
molto più grossi cioè aventi un'altezza di taglio di 0,37 m.
La grossezza dei muri laterali del pronao* è di 0,585m

0 Più esattamente 0,587m. Eguale appare essere stata
la grossezza del muro ellenico della cella dalle tracce
rimaste dopo levati i muri romani, che l'avevano sosti-
tuito e, come vedremo, anche dall'esame di quelli fra

1 blocchi iscritti che rappresentano colle loro dimen-
sioni la larghezza intiera di tali muri. Il muro divi-
sorio invece fra cella e pronao ha, senza tener conto
dell'ampliamento ai due lati della porta, uno spessore
di 1,33™ che rispetto agli altri è assolutamente esa-
gerato corrispondendo alla larghezza dei muri esterni
(0,587m) e dei due gradini di base presi insieme. Esa-
minando però attentamente la costruzione di questo
muro si è scoperto che la sua grossezza primitiva non
era maggiore di quella degli altri muri ellenici, e che
sul davanti ossia dalla parte del vestibolo aveva la
identica conformazione a crepis cogli stessi due gra-
dini e lo zoccolo che girano attorno agli altri lati della
cella : donde si vede che il pronao» un tempo non esi-
steva e che il muro ora interno e divisorio era in ori-
gine muro esteriore e formava il prospetto orientale
dell'ambiente maggiore il quale stava da sè. Le iscri-
zioni che riempivano le facciate di questo e continua-
vano in parte anche sul gradino superiore occidentale
e settentrionale della erepis non continuavano diftàtti
ne sui gradini nè sulla parte conservata dei muri della
costruzione anteriore. Due grandi blocchi in situ appar-

enenti alla prima serie in basso si trovarono fortuna-
canto N-E di questa cella fin dall'epoca

del - •

---— £/&4.LJ-lUl 1.

tamente al canto N-E di

del primo scavo. Quando si rimossero dal loro posto
e si sgomberò nel secondo scavo dalle costruzioni tar-
dive il piano ellenico, trovaronsi a conferma della loro
ubicazione primitiva sulla superficie del gradino supc-
riore, ove posavano, anche le tracce del loro contorno.

Son questi i due grandi quadri incontrantisi ad angolo,
di cui l'uno contiene un grande frammento di legge
sull'adozione e l'altro il decreto sugli apeleutheroi
ed un frammento sulla prot/iesis dati nel li Voi. del
Museo sotto i n.! 81 e 82 (•). Questo guardava a Nord,
cioè spettava all'estremità orientale del muro setten-
trionale, quello all'estremità settentrionale del muro
orientale, ora divisorio. Allorché in tempi posteriori ,
si pensò di ingrandire l'edilizio coll'aggiunta di un vesti-
bolo, onde eliminare i gradini della facciata che sareb-
bero rimasti nell'interno del pronao s'ingrossò il muro
stesso di tanto di quanto sporgeva da esso la crepis,
sovrapponendo ai gradini di questa altri blocchi sempre
riuniti senza cemento, e continuando questa specie di
rivestimento di poros fino a raggiungere l'altezza di
quella parte della facciata primitiva che doveva appa-
rire nell'interno. In questo modo si deve essere coperto
ed il quadro col frammento sull'adozione ed insieme
gli altri testi che erano vergati sui muri di facciata.
È vero che di questo muro interno non si è conser-
vata che l'ala sinistra fino all'altezza di 0,628m dalla
linea dell'euthynleria ossia del suolo antico e reste-
rebbe sempre la possibilità che l'ingrossamento del
muro si fosse limitato alla parte inferiore per far scom-
parire la gradinata trasformandola in una specie di
bathroìij corrente lungo i muri stessi per servire di
sostegno ad anathemata od altro, ma studiando il
pronao vedremo già che un simile bathron costrutto
apposta trovavasi lungo la parete settentrionale e questo
probabilmente si sarebbe fatto più alto, se avesse do-
vuto servire per accompagnarne uno di altezza diversa

già esistente.

Un'occhiata allo schizzo che presento alla pagina
seguente e che riproduce la parte esterna del muro e
della gradinata settentrionale laddove il grande quadro
coll'iscrizione sugli apeleutheroi segna il limite della
cella ed il principio del muro del pronao, basta per
dare un'idea del modo con cui all'edilìzio primitivo
costituito dalla sola cella si è aggiunta e per così dire
appiccicata la costruzione anteriore. Oltre a risaltare
per la loro differenza il fondamento (f) e lo zoccolo
(e) delle due parti che vengono qui ad incontrarsi, si
vede chiarissima la sovrapposizione dei blocchi della

(i) Pag. 222 e ss.

Moi

A MENTI ANTICHI. — Voi. I.
 
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