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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Comparetti, Domenico: Nuovi frammenti d'iscrizioni arcaiche trovati nel Pythion
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0069

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nuovi frammenti d' iscrizioni arcaiche

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ipotesi tanto gratuita e da nulla imposta quanto assurda.
È cosa ormai fuori di dubbio, nè da destar sorpresa,
che le iscrizioni di carattere antichissimo che ora sap-
piamo scolpite sui muri dell'antichissimo Pjthion sono
anteriori all'uso della moneta. Piuttosto che aggiun-
gere altro qui a quanto già dissi su questi lebeti e
tripodi nominati come valori prima che si usassero
gli stateri, le dramme, gli oboli, credo convenga, visti
certi curiosi malintesi che si sono prodotti ('), rias-
sumere in brevi parole i fatti e la spiegazione che
io ne propongo. I fatti sono questi:

1° In tutte le iscrizioni di alfabeto più antico,
rappresentate da sopra 150 frammenti di varia esten-
sione, non ricorre mai menzionata la moneta colle sue
denominazioni di stateri, dramme, oboli, ma sempre
le multe o altri pagamenti sono determinate in un
numero vario di lebeti fino a 100, o in tripodi, questi
però menzionati in un sol frammento (n. 34 della serie
presente) e in numero di uno.

Non deve lasciarsi inosservato che in uno dei più
antichi fra questi frammenti, con scrittura tutta da d.
a s. (pr. ser. n. 53, 54) parlasi di compra per via di
permutazione {nQiàaOai, djxtfvadà^ai) e si deter-
mina un valore in un certo numero di animali di
varia specie, sia che trattisi di multa, o indennità, sia
che trattisi di stabilire una equivalenza in negozi.

2° Nella grande iscrizione e in tutte le altre
numerose epigrafi intiere o frammentarie che si ag-
gruppano pel nuovo alfabeto con essa, trovate, come
quella, sui muri presso il Letheo, o trovate sui muri
del Pythion, non ricorre mai menzione nè di lebeti
nè di tripodi, ma costantemente e con molta frequenza

ricorre menzionata la moneta colle sue denominazioni
usuali stateri, dramme, oboli, trioboii ecc.

3° In un frammento epigrafico di Knossos (Mus.
ital. II, p. 677 sgg.) di comune alfabeto ionico e cer-
tamente non anteriore al IV0 secolo, oltre alle comuni
denominazioni della moneta, stateri, oboli, trioboii (le
dramme son menzionate a Knossos in un framm. più
antico, Mus. ital. p. 175), trovansi anche nominati i
lebeti. La multa per chi spezzi le corna di un bue
è stabilita in cinque lebeti.

La spiegazione che io dò di questi fatti si può
riassumere così:

Ai tempi delle iscrizioni del primo gruppo la mo-
neta non è ancora introdotta in Creta ; si è però all'ul-
timo stadio dell'antico sistema di compra e vendita
per via di permutazione. La determinazione del valore
in animali è tuttavia in uso e si ritrova in queste
antiche leggi gortynie, come si ritrovava nelle leggi
draconiane ; ma prevale già pei cambi l'uso del me-
tallo, degli oggetti metallici e fra questi (come
nella società omerica) dei lebeti e tripodi. Poiché ve-
diamo che il numero dei lebeti da pagarsi secondo
queste leggi è talvolta assai considerevole, e che il
lebete è considerato come un valore determinato e
sempre uguale, pare di dover pensare che nell'ultimo
periodo immediatamente precedente la introduzione della
moneta fossero in uso nei cambi, piuttostochè veri lebeti
e tripodi, pezzi di bronzo, con impronta o no, di un
peso determinato, come presso i Komani, salvo che qui
quei pezzi invece di essere riguardati come equiva-
lenti di animali o pecus, eran considerati come equi-
valenti di lebeti e tripodi e quindi così denominati.

(') Secondo il sig. Svoronos (Bullet. de Gorresp. Hell. XII,
p. 405 sgg.) lebeti e tripodi non sono altro che stateri di varie
città cretesi confederate e rette da un xoivoàìxuiov che sarebbe
rappresentato da tutte queste leggi (più o meno antiche, poco
importa) trovate a Gortyna. Diritto comune fra queste città,
tribunale comune residente a Knossos o a Gortyna e moneta resa
pur comune mediante una contromarca eguale apposta agli sta-
teri di ciascuna di esse. Questi stateri nella legge comune non
sono più chiamati stateri, ma prendono il nome dalla contro-
marca comune ohe rappresenta un lebete o un tripode. Infatti,
fra le contromarche di stateri cretesi ve ne ha taluna che rap-
presenta un tripode, e ve n'ha pure un'altra, che si osserva
negli stateri di parecchie città, nella quale il sig. Svoronos
crede di veder rappresentato un lebete, veduto però dalValto, e
circondato da globuletti. E poiché questi stateri così contro-
marcati sono da collocarsi dalla metà del V° secolo al principio

del quarto, di qui la conchiusione, che la grande iscrizione non
è più antica del 450 av. Gr.

Il sig. Svoronos nel corso assai sbrigliato di questa sua
fantasia, ha dimenticato, fra le tante cose, che la sua conchiu-
sione non può applicarsi alla grande iscrizione ove non si parla
mai nè di lebeti nè di tripodi, ma si applicherebbe alle epi-
grafi più arcaiche che risulterebbero così non anteriori al 450 !
La contromarca dal preteso lebete può vedersi riprodotta con
esattezza fotografica presso Warwick Wroth, Gatal. of the Gr.
coins of Crete, tav. IV, 10, 13, XVI, 9; nel centro si scorge
una sporgenza, non una cavità; quel che al sig. Svoronos è
parso un lebete veduto dall'alto contornato da globuletti, non
è altro che uno scudo di quella forma di cui più d'una varietà
fu trovata a Creta nell'antro di Zeus Ideo (Museo ital. II,
pag. 711, 715 sg.J.
 
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