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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Caetani-Lovatelli, Ersilia: Di una mano votiva in bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0100

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DI UNA MANO VOTIVA IN BRONZO

(Con una tavola).

Il monumentino che io prendo a dichiarare, è
una mano destra in bronzo rinvenuta nell' eseguire i
lavori del Tevere presso la Marmorata nel mese di
agosto 1886, ed oggi custodita entro il nuovo museo
^azionale-Komano alle Terme Diocleziane. Essa è di
rilievo e posa distesa su di una base piatta e rettan-
golare, la cui parte inferiore tuttavia, è alquanto rile-
vata ; i fori che si scorgono ai quattro suoi lati, chia-
ramente dimostrano che dovette essere appesa o in un
qualche tempio, ovvero altrove. La morbidezza e gra-
ziosa rotondità della forma, come pure la delicata fu-
sellatura delle dita, non danno luogo a dubitare che
non ritragga una destra di donna ; è nondimeno da
avvertire, che il dito medio è alquanto troppo corto.
Avvolge il polso un braccialetto condotto a foggia di ser-
pente, la cui testa arditamente sollevata si estende
fin quasi alla metà del dorso della mano ; un anello a
quello consimilissimo le adorna l'anulare. Il bronzo è
di buona fusione e ragionevolmente condotto e cesellato,
e il tutto è in ottimo stato di conservazione ('). Ma
avanti che io proceda più oltre, stimo conveniente di
ragionare alcun poco tanto delle idee e de'monumenti
che alla mano si riferiscono, quanto de'suoi simboli e
delle svariate sue rappresentanze.

(') La lunghezza del rettangolo è di centimetri 50, e la
lunghezza della mano di centimetri 38. Il bronzo è pesantissimo
ed erto; supererà il peso di 35 chilogrammi.

Monumenti antichi. — Voi. I.

Di tutti i membri che costituiscono il corpo del-
l'uomo nessuno ebbe mai, così nei tempi.antichi come
nei tempi moderni, un significato più vario ed esteso
della mano. Egizi e persiani, greci e romani, ger-
mani e celti, tutti indistintamente, e tutti alla lor
guisa, adoperarono quando una delle mani quando
ambedue, per esprimere simbolicamente idee sociali,
politiche e religiose. La favella del cuore, sia che con
parole riveli un sentimento di amore, di fedeltà, di
amicizia o una promessa di alleanza, sia che nel rac-
coglimento della preghiera s'innalzi a Dio o in ren-
dimento di grazie o in dimanda di soccorso, è sempre
accompagnata da un gesto o da un atto della mano.
Onde nacque che la mano stessa divenisse a poco a
poco il simbolo più eloquente di così fatti sentimenti
ed affetti dell' animo ; ed essa fu pure 1' emblema
non che della fedeltà e della concordia, ma della
giustizia eziandio ; e nel linguaggio mistico dei greci,
le mani, %iÌQtc, ebbero il significato della forza, óvva-
ine, ('). La qual medesima cosa noi rinveniamo nelle
lingue semitiche, in cui appunto il vocabolo mano
serve a denotare nel modo più esplicito la forza e
il potere ; e perciò è molto probabile che la metafora
della mano con le sue relative allusioni, sia derivata

(>) Cf. Proci, a Plat. Grat. p. 107: rais (tijfiiovQyucaì; aviov
(fvvci{ieoii>, a; heovQyòii' ncrides /ftpaj xuXovaiv ; a PciTulCil. II,
64, Cous. (d yeÌQsg avujioXa àvva/itiós tìoiv.

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