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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Caetani-Lovatelli, Ersilia: Di una mano votiva in bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0104

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177

DI UNA MANO VOTIVA IN BRONZO

178

I marmi sepolcrali su cui cotale emblema è figurato,
dovettero ricoprire le ossa di alcuno che si credè morto
da nemici, o per mezzo di malìa o di delitto. S'im-
plorava contro di essi la Nemesi vendicatrice e la
giustizia umana e divina; e talora vi si accusava
anche la gelosia degli dèi, il fiàaxuvoc, òaiiiwv, che
contrastava agli uomini il godimento di una compiuta
felicità (»).

Si rinvengono talora mani di differenti ma'.erie entro
ai sepolcri insieme col morto. Del rimanente ci è noto,
che presso gli antichi germani e celti era un uso relativo
al culto degli estinti, quello di deporre nelle tombe mani

Duae manus protentae
D • M •
TIMOTHEAE
M ■ VLPIVS
NICANOR
VERNAE
SVAE • F ■
SOL ■ TIBI • COMMENDO
QVI • MANVS • INTVLIT • EI

C. I. L. VI, 14099.

« PROCOPE • MANVS • LEBO CONTRA a

SS e ! ■

DEVM • QVI • ME • INNOCENTEM 3 |

SVSTVLIT • QVAE • VXIT (sic) 1 |

s " ANN • XX • POS • PROCLVS £ S

C. I. L. VI, 25075.
li un antico epigramma citato dal Paciaudi, « Diatribe qua
9raeci anaglyphì inlerprctatio traditur » p. XII, si leggono
luesti due versi:

INFELIX - MATER • TOLLIT • AD • ASTRA ■ MANVS
INCVSATQVE ■ DEOS • INCVSAT • DENIQVE • PARCAS

II predetto libro del Paciaudi, cui appunto ha dato origine un
rilievo greco rappresentante un uomo e una donna che si por-
gono la destra con sopra due grandi mani e sotto l'epigrafe:

AHMHTPIOZ ■ THTOY •
XPHZTE • XAIPE •,

^ quasi tutto destinato ad illustrare i monumenti così scritti
come figurati, tanto greci quanto latini, che esibiscono le mani
aggiunte ai titoli sepolcrali.

La quale particolare serie di epigrafi sepolcrali col sim-
bolo delle due mani sollevate, fu accresciuta alcuni anni ad-
dietro da una iscrizione greca sommamente importante, che io
do qui trascritta : èmxaXov[lai xai k|«ò xòv 6eòv xòv i'xpioxov xòv
xvqlov twv nvtv^iàxuiv xai 7iaa>]g aaQXÒg èni xovg tfoAio cpovev-
cavxag ij yctQfiuxevaavxag xrjv xalaiiKOQOv i'ìioqov 'HgaxXetaf
*{*\xéuvxag avxijg xò àvaixiov aifia aóixwg, iva ovxcjg yévrjxai
loig (povevaaaiv avxrjv ij (paQ/xaxevaaaiv xcà xoTg xéxvoig avxcòv.
xt'Qie 6 nàyta ècpoQtùv xai oi a[y]ye'Aoi &eov, io nàaa ipv/tj cv
T!ì aijfieQoy rjUÉQa xaneivovxai [it!f Ixexdag, Iva £[*]d(}r»;<7(jf
r" tdpa xò àvaixiov. Vegg. Hirschfeld, Sitzungsber. d. k. k.
■Akad. d. Wissensch. 1874, p. 403. Presso gli indiani il sim-
bolo della mano allargata e distesa ha un profondo significato.

(') Per la gelosia degli dèi vegg. Erodoto, I, 32; 111,40;
VII, 46; e Plutarco, Alcib. 33.

e piedi, o di legno o di metallo, il quale uso conservato
e praticato fin tardi nel tempo cristiano, diè cagione alla
Chiesa di combatterlo nei concili con ispeciali delibera-
zioni. E queste mani e questi piedi di morto, siccome
erano appellati, dovevano in certo modo supplire ai veri
piedi ed alle vere mani, la cui mancanza, secondo le
religiose credenze di quei popoli, avrebbe recato nocu-
mento all'andata del defunto nel regno delle ombro (').
Essi costituivano una specie di tributo di rito pel viag-
gio nel mondo di là ; e che la loro importanza fosse
grande e al tutto singolare (2), ce lo persuadono le
mani rinvenute dentro le antiche tombe della Stiria (3).

In una camera sepolcrale presso Tebe in Grecia,
fu disseppellita una mano marmorea di naturale gran-
dezza e stupendamente condotta, il cui significato per-
tanto ne rimane ignoto, difettando essa di qualsivoglia
indizio che ce lo dia ad intendere. E così parimente
in una tomba norica della Stiria, si trovarono due
mani scolpite in bronzo, le quali dal modo onde sono
lavorate di leggieri si ricava che dovettero essere
appese.

Ma è tempo ormai che io discorra alcun poco di
quella particolare specie di mani dette votive o anche
pantheue, chè le une si confondono con le altro, ed
alle quali appartiene il bronzo che ha dato origine
al presente mio ragionamento. E avanti tutto dirò
come la popolare superstizione pian piano succeduta
alle antiche credenze religiose, massimamente accre-
sciuta e fomentata sotto l'impero romano dall' intro-
duzione dei misteriosi culti orientali, riempisse il
mondo di strane immagini e curiosi simboli, del che
appunto fanno piena fede le mani, tanto quelle ad
uso di amuleto (pantheae), quanto le altre propria-
mente votive. Delle prime, alcune sono di bronzo con-

(') Simrock, Ilandbuch der Deutschen Mythologie p. 250.

(2) Il titolo 29° dell' Indiculus superstitionum etc. etc. com-
posto 1' anno 743 nelle assemblee del regno franco, trattava
de ligneis pedibus vel manibus pagano ritu.

(3) K. Weinhold, nelle Mittheilungen des hist. Vereins
fur Steiermark, X, p. 256-96. Cf. E. Chantre, Mudes sur quel-
ques nécropoles hallstattiennes de VItalie et de VAutriche,
p. 48-50, in cui si parla di mani trovate entro ad antichissimi
tumuli della Stiria: «...Des mains en tóle de bronzo ornées de
« dessins géométriques variés. Los doigts portent des lignes
« pointillees longitudinales et de petits cercles grave's. Le creux
« de la main est circonscrit par un doublé trait grave1 et orné
« de triangles pointillés. Vers la naissance du poignet, un mé-
u andrà grec, pointillé égakmant ».
 
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