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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Caetani-Lovatelli, Ersilia: Di una mano votiva in bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0107

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di una mano votiva in bronzo

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attributi e figure simboliche, si dissero Signa Pan-
thea ('), e formarono la maggior parte di quelle
ccTioTQÓTraiu che ci accade incontrare in sulle mani vo-
tive, cui quei simboli e il noto gesto delle prime tre
dita allungate, si credette dessero l'arcano potere di
allontanare ogni male.

Sono a questo proposito di molto momento le pic-
cole mani, per la maggior parte in argilla, pubbli-
cate dal Leemaus (2), tanto destre quanto sinistre, quali
aperte e quali chiuse, alcune semplici, altre col pollice
ripiegato e stretto tra l'indice e il medio in atto di
fare il noto gesto contro del mal d'occhio, e che sì
per la loro piccolezza e sì per essere perforate, si pa-
lesano chiaramente per amuleti da attaccarsi al collo,
detti n£Qi'afiiiara,TC£QiaTixa, ed anche (pidaxvrjQia. Per
quello che concerne in generale le mani che riproducono
il predetto gesto contro la iettatura, quando fornite di
antibraccio quando senza, dirò che sovente si accop-
piano con l'immagine del phallus o con quella del gor-
goneion; e una ricca collezione di esse l'abbiamo nella
« Raccolta Pornografica » del museo di Napoli. Che gli
amuleti poi si offrissero anche come ex-voto, è cosa no-
tissima e comprovata da non pochi monumenti. Amuleti
in forma di piccole mani aperte, maniculae, troviamo
spesso tra i crejnmdia degli antichi ; ed una ne porta
appesa al monile che a guisa di armacollo gli circonda
il petto, il fanciullo votivo del museo Vaticano (8);
e tra i crepundia plautini sono pure annoverate duae
connexae maniculae (4)-

Ma tornando alle mani votive propriamente dette,

0) Spon, Misceli. Aut. p. 19-20; vegg. il 30mo epigramma
di Ausonio. Orelli, 2115: Eravi un dio Pantheon, simulacro
rappresentato con immagini e simboli di molte e diverse divi-
nità. I Signa Panthea avevano il potere di allontanare i mali
e recare soccorso valevole in ogni evento. Sonovi anche gemme
pantheae. Dirò infine, che i defunti che si volevano onorare
come dèi o con singolare affetto, erano ritratti in un simu-
lacro pantheo, ossia con gli attributi di parecchi iddii e si
chiamavano nùvfteoi. Caligola di fatti rappresentò sua sorella
Drusilla in un'immagine panthea e chiamò essa stessa Pan-
thea. Vegg. anche Mommsen, /. R. N. 2591.

(2) Mon. Égypt. du Mus. cVAnt. à Leyde, T. I, pi. 46,
n. 1193, 1195-98.

(3J Visconti, Mus. Pioclementino, III, 22.

C4) Rudens, Atto IV, se. 4a. Gli arazzi che nel secolo XVI
si facevano nella città di Anversa, avevano come marchio di
fabbrica una mano destra aperta accanto a un fiordaliso. Gli
arabi al di d'oggi costumano di mettere sulla entrata delle loro
case una pianta di mano, come amuleto. Sopra la porta princi-
pale dell'Alhambra a Granata, vi è intagliata una mano marmorea,
ivi similmente posta quale efficace amuleto contro il mal d'occhio.

esse, siccome avvertimmo più sopra, sorreggono comu-
nemente con le tre prime dita una pina, laddove-
hanno le due ultime ripiegate e chiuse. Figure di
benefiche e salutari divinità ed oggetti ed animali
simbolici, come la tartaruga ('), la rana, la lucer-
tola, e principalmente il sacro e misterioso serpe,
le ricuoprono in generale, e, per dir così, quasi le af-
fastellano. Già accennai di una mano votiva avente in
sul polso l'immagine di una donna che allatta un
bambino, segno manifesto che fu il voto di una puer-
pera dopo un felice parto. Ora aggiungerò l'esempio-
di un'altra, che presenta in vece un uomo e una donna,
nell'atto solenne della dextrarum iunctio, la quale
sarà certamente stata l'oJerta votiva di prospere &
ben augurate nozze (2).

Vi sono mani votive in bronzo, in argento ed
anche in creta ; su di una di queste ultime trovata,
nelle vicinanze dell'antico tempio di Diana a Nemi,
le cicatrici o ferite impressevi, sufficientemente rive-
lano la ragione onde fu dedicata (3). E sebbene il più
gran numero di queste mani sieno adorne di figure,
simboli, ed animali uttotqótccuoi o profilattici, cioè
acconci ad allontanare ogni danno e a difendere dal fa-
scino, pur nondimeno non mancano quelle che nes-
suna figura e nessun simbolo presentano, salvo il
mistico serpe che si avvolge girando in più spire in-
torno al polso col capo arditamente volto all'insù. Ed
appunto a questa ultima specie appartiene la mano
in bronzo che mi ha mosso a scrivere intorno a tale
argomento, la quale all'opposto delle altre che si sol-
levano diritte in sui loro piedestalli, è adagiata sopra,
di una base piatta e quadrangolare, siccome già fin da
principio dichiarai. E feci altresì riflettere, come dai
fori che si veggono ai quattro lati della base, di leg-
gieri s'inferisca che dovette essere appesa in qual-
che particolar luogo, probabilmente nella cella di
un tempio ; e come la leggiadra ritondezza della sua
forma e la gentile fusellatura delle dita, abbastanza

(') Su di una tomba di Tanagra si trovò una piccola tarta-
ruga in terracotta, evidentemente destinata a tutelare la pace
del morto. Kekulé, Griech. Thonfiguren aus Tanagra, p. 10.

(2) Dilthey, Die Votivhànde aus Bronze, nelle Arch.-Epi-
graph. Mittheilungen aus Oesterreich, 1878.

(3) Tommasini, De donariis et tabellis, c. 2. Cf. Raoul-
Eochette, Peintures antiques inéd. p. 363. Si trovano anche
soltanto dei diti come doni votivi, i quali terminano eoa
un'unghia lunghissima. Dovevano esser fissati nel muro.
 
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