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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Caetani-Lovatelli, Ersilia: Di una mano votiva in bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0108

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di una mano votiva in bronzo

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la dichiarino per una destra di donna ('). Non del pari
agevole riuscirebbe il volere con una certa tal sicurezza
asserire a qual nume fosse stata devotamente dedi-
cata, difettando essa di qualunque apposita epigrafe o di
qualsivoglia relativo simbolo. Ciò non pertanto il serpe
che le circonda il polso a guisa di braccialetto, e l'al-
tro non dissimile che a foggia di anello le stringe il dito
anulare, ci fanno crederla un ex-voto per un'ottenuta
guarigione, offerta ad alcuna divinità propizia e benefica;
come, a modo di esempio, Apollo averrunco, o Mi-
nerva medica, ovvero Iside, o Escnlapio oppure Igia.
Imperocché il serpe che scorgasi d'ordinario in sulle
mani votive è quasi sempre simbolo di salute e di
vita; ed è anche un attributo di Dioniso e di altri
numi tutelari e filantropici, non che proprio distin-
tivo d'Igia. Ai una di coteste divinità, adunque, dovrà

(') Il bronzo è benissimo conservato. Sonovi alquante altre
mani consimili alla nostra, delle quali allegherò solamente
quella in bronzo descritta dal l'aciaudi, (Delle antichità di Ri-
Patransone, p. 26 e sgg.). Priva di qualunque rilievo e simbolo,
essa pure non ha altro distintivo che il salutare e mistico serpe,
«he le stringe il polso.

per avventura riferirsi il nostro bronzo, il quale io sti-
merei essere un' offerta di voto o di rendimento di
grazie per ricuperata sanità, anziché un amuleto ac-
concio a combattere il fascino, o a tutelare un qualsisia
speciale luogo o edificio, siccome pur taluno si po-
trebbe pensare. La quale congettura, del rimanente, non
avrebbe nulla d'inverisimile, non presentando la mano
di cui si è sin qui trattato, nessun indizio che asso-
lutamente vi si opponga. A ogni modo, sebbene ossa
abbia una mediocre importanza nò alcun nuovo lume
porga agli studiosi delle archeologiche discipline, è
nondimeno un grazioso monumento, la cui scoperta
non al tutto disutile, viene ad arricchire la serio delle
mani votive e panlheae che fino ad oggi si conosce-
vano. Lavoro forse del tempo di Adriano o degli Anto-
nini, cioè di quella età in cui i culti stranieri esten-
dendosi ed allargandosi si mescolavano con X antica
religione nazionale, essa è una novella testimonianza
delle idee allora vigenti e delle superstiziose credenze
che avevano invaso la Roma imperiale.

Ersilia Caetani-Lovatelli.

Monumenti antichi. — Voi. I.

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