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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo: Urne funebri cretesi dipinte su vasi allo stile di Micene
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0123

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di una casa in legno, sono decorati nelle loro faccie
di serpentine semplici o di una serpentina fra due rette;
anche i piedi sono tinti completamente.

Il Colore degli ornati è più scuro che non nelle
altre urne, ma altresì più omogeneo.

A colpo d'occhio si vede che la serie di monumenti
fin qui descritti, sebbene provenga da luoghi molto
diversi dell'isola, presenta non di meno tanti punti
di contatto, da poter asserire che essi spettano tutti
ad una stessa classe, non solo, ma alla stessa fase di
civiltà ed al medesimo momento dello sviluppo arti-
stico. Uniformità stilistica per la parte decorativa, pro-
venienza da un medesimo genere di tombe, uniformità
di rito, determinata dalla identità dei sepolcri e delle
urne stesse, ecco i tre punti sui quali, insistendo, ci
sarà forse dato trarne deduzioni precise così in ordine
alla cronologia come alla storia dell'arte.

Stile delle urne.

Gli elementi zoomorfi e fìtomorfì dell'urna n. 1
sono peculiari dello stile di Micene progredito, e questo
si evince non solo dai singoli elementi presi separa-
tamente, ma appunto dalla combinazione dei medesimi,
che allude quasi ai un tentativo di vera e propria
pittura non meramente decorativa ma rappresentativa,
nelle anitrelle che diguazzano attorno alla palmetta
palustre e nella presenza dei pesci, che denotano ap-
punto un paesaggio lacustre; naturalmente il pittore
non conosce le regole della prospettica e degli sfondi
e però si limita a disporre in ordini orizzontali tutti
gli elementi di cui dispone, nè deve far meraviglia
che intorno alla palmetta centrale egli abbia aggrup-
pato con una certa simmetria prima le anitre, poi i
pesci infine quei dischi radiati, i quali potrebbero essere
tentativi di rappresentare dei ricci marini. Tutto questo
aggruppamento, incomposto se vogliamo, ma non ca-
suale, è determinato appunto dalla maniera dominante
nella pittura non solo, ma anche nella gliptica dell'età
di Micene.

Parlare della rappresentanza di anitre ed oche nello
stile vasculare di Micene ed addurne riscontri è pre-
cisamente opera superflua; basta vederne i migliori
saggi presso il Furtwaengler (o. c. n. 37, 380 in una

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brocca a ricca decorazione del quarto stile, ed in altra
n. 38, 392) ; ma all'infuori dei vasi vuoisi ricordata
una creduta tavola lusoria, di incerta pi-evenienza greca,
rettangolare, con gambe ai lati più corti, e simile assai
ad una cassetta, le cui testate maggiori sono appunto
decorate di sei figure di anitre, alquanto sviluppate;
è uno di quei rarissimi oggetti fittili, fuori della fa-
miglia propriamente vasaria, decorato nello stile avan-
zato di Micene ('). Dopo di che paruri sia il caso di
rilevare la differenza che corre fra le oche della nostra
urna e quelle altre schematiche, senza ombre e tratti
interni, simili a « silhouettes » con forme e movenze
innaturali e goffe di molti vasi più arcaici (Schliemann,
Mycèaes, fig. 195, 201). Anche le caratteristiche
stabilite dal Conze (-) per gli uccelli acquatici dei
vasi a rigido stile geometrico, ridotti a puro schema
lineare, non sono interamente applicabili alle figure
di questa urna. Il pittore di essa, si è già tanto bene
impadronito del tipo che vuole rappresentare, da riu-
scire a darne in qualche guisa i tratti caratteristici
che lo distinguono dalle specie affini ; in esso ha sa-
puto imprimere, non solo una certa verità di forma,
ma una naturalezza di movimento nel lungo collo rat-
tratto, e nello sbattacchiare delle alette.

Più rare sono le rappresentanze dei pesci ; elementi
desunti dalla fauna marina si conoscono già, e torna
anzi come soggetto famigliare la figura del polpo dai
lunghi tentacoli, così in oreficerie a martello (Schlie-
mann, Mtjcèiies n. 240, 270, 271) come in qualche fit-
tile (Furtwaengler et L. o. c. n. 87, 88 ecc.). Così lo rap-
presentanze di pesci si haano in una coppa manubriata
d'oro di Micene (Schliemann o. c. fig. 317) ed in due
frammenti fittili dipinti di Tirinto (Schliemann Ti-
rynthe tav. XVIII, fig. 20), i quali, sia per il colore
rosso chiaro del fondo, per il rosso cupo della deco-
razione, per le figure scheletriche degli uomini come

degli animali, si hanno a ritenere non molto lontani
di età dai vasi del Dipylon, i quali ci offrono pure
ripetuta con molta frequenza la figura del pesce (3);
siccome poi i vasi stessi del Dipylon vanno ad essere
considerati come una ultima emanazione dello stile di

(') Ussing, Nye Erlwervelser Àntxksamlingen i Kjolen-
haven, tav. I, p. 149 et seg.

(-) Zur Geschichte der Anjaenge griechitcher Kunst p. 15.

(3) Monumenti dell'Istituto 1872, tav. XL, fig. 3 ; Collignon
e Rayet, Cerarnique grécque fig. 20, Annali 1872, tav. I, 1.

urne etrusc1ie cretesi
 
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