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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Pasqui, Angiolo: Di un antico letto di osso scoperto in una tomba di Norcia
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0139

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239

DI UN ANTICO LETTO DI OSSO

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medesime e sopratutto il combaciare dei diametri fu-
rono di guida per la ricostruzione dei quattro sostegni
del lotto. Questi incominciano con una campanula
molto aperta, la cui breve fascia aderisce all'intelaia-
tura ('); ossa diminuisce fino alla piccola gola che
la divide da un nodo intagliato sopra e sotto con
larghe foglie. Altra gola identica alla prima separa
questo nodo dal sottostante, il quale raffigura un vaso
emisferico, decorato sotto l'orlo di un giro di ovoletti
oblunghi, e attorno al corpo di girali che sviluppano
gruppi di fogliami. Il vaso è chiuso da coperchio sago-
mato. Formano il piede di questo vasetto una piccola
gola identica alle sovrastanti e il coperchio del nodo
seguente, intagliato in giro con piccoli ovoli e posato
su di un tamburo liscio, sotto cui poggia l'ultimo
sostegno a tronco di cono, interrotto da listclletti e
difeso da ghiera di bronzo. Sui quattro piedi posava
un'incassatura di legno, formata da larga fascia com-
presa tra due telari sporgenti. Detta fascia era supe-
riormente inclinata, e su di essa dovevano essere ap-
plicate le maschere leonine ed i busti femminili (2),
imperocché questi non potevano rimanere isolati tra
l'uno e l'altro telaro, non essendo adatti a sostenere
alcun peso e avendo la parte postica rozzamente ap-
pianata. L'inclinazione di quella fascia è data dal taglio
obliquo che di dietro presentano le maschere di leone
e le testine di donna; e l'altezza è determinata dalle
medesime faccio leonine, le quali sono appianate sopra
al fiocco di peli, che s'inalza sulla fronte, e sotto i
lembi appuntati del vello, inoltre dai fulcri, i quali
incorniciano i busti femminili. Il telaro ove posavano
le dette decorazioni doveva necessariamente sporgere
dalla fascia ed avere, quali vedonsi nella ricostruzione,
gli angoli recisi ; perchè le maschere leonine mancano
del labbro inferiore, nò apparisce che in origine vi
fosse, ma è nettamente tagliato lungo la linea dei
denti e forma un istesso paro col taglio posteriore ed
obliquo della testa. Un altro telaro è sovrapposto alla
fascia, esso pure sporgente e rafforzato sotto da un
listelletto. Del telaro ci rende ragione e ne segna il
rilievo il ciuffo dei peli, che ricopre la fronte delle ma-
schere ferine, poiché vedesi appianato sopra ; indi il tro-
varsi lavorata soltanto sul dinanzi (sulla parte ben visi-

(') Tav. II, fig. 1.
{"■) Tav. I.

bile) la criniera che muovesi dalla fronte ed è tirata
indietro sopra la testa. Il listelletto è dato dall'incavo
ad angolo, di cui posteriormente e sull'alto è munito
ciascun busto di donna. Completano l'ornamentazione
quattro campanule o grosse borchie composto in giro
da targhette a tronco di cono riverso, o chiuse da
coperchio sagomato, le quali in basso portavano un
piccolo battento a tornio, che incastrava nel ripiano
del telaro. Detti ornamenti (fulcro) avevano precipuo
scopo di tenere fermo il giaciglio (torus), che nel
nostro caso non doveva posare su di una rete di ferro,
ma su larghe fascie (tenia cubilia) tese sul telaro
superiore. Le lamino di osso che rivestivano la cassa
di legno non ressero al peso del terrapieno ed, anche
per la poca cura avuta nello scavare, andarono in
gran parte disperse. Si raccolsero i soli frammenti
delle cornici che ornano il telaro superiore ed infe-
riore, intagliati ad ovoletti, ovvero a semplici fascie
decorate sopra da piccola gola rovescia siccome vedesi
nell'unita tavola (3), e qualche pezzo più grande di
lamina con segno di girali (*), che doveva apparte-
nere al rivestimento della fascia di legno tra le ma-
schere leonine e le testine di donna. Infine il lotto
in origine appariva interamente coperto di osso.

Le misuro di lunghezza e di larghezza del nostro
mobile sono arbitrarie : furono solamente dettato dalla
giusta proporzione dell'insieme, e da ciò che necessi-
tava perchè un uomo vi si distendesse. Una persona
pratica degli scavi forse avrebbe potuto stabilire le
dimensioni precise tenendo conto dei segni dell'ossido,
ehe avevano lasciati sul piano della tomba le ghiere
di bronzo. I sostegni sono alti due antichi piedi ro-
mani, la cassa due terzi di piede, il ripiano del letto
misura sei piedi e un quarto di lunghezza e due e
tre quarti di larghezza.

Oltre i letti d'oro e di argento (5) ricordano gli
antichi scrittori quelli d'uso più comune, triclinari e
funebri, con incrostazioni di lamine di tartaruga e con
piedi e intagli d'avorio (r>); ed è alla tecnica di questi
ultimi che (anche per la somiglianza della materia)

(3) Tav. I.

(») Tav. II, fig. 2 c 3.

(5) Plinio, N. IL, XXXIII, 11.

(G) Ateneo, lib. II, C. — Plauto, in Sticho. — Ovidio,
Metani, lib. II, v. 737. — Properzio, lib. II, eleg. 10.— Mar-
ziale, lib. XII, epigr. G7. - Plinio, N. IL IX, 11 e XVI, 43.-
Macrobio, Satur. lib. Ili, 13.
 
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