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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Pasqui, Angiolo: Di un antico letto di osso scoperto in una tomba di Norcia
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0140

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241

SCOPERTO IN DNA TOMBA DI NORCIA

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si avvicinano gli esemplari nursini. Ma a quale uso
servì il letto che abbiamo ricostruito ? Potevano offrire
i suoi sostegni tanta solidità quanta ne occorreva,
Perchè uno vi riposasse o nel triclinio o nel cubi-
colo? — Per poco che si osservi ci persuadiamo che
doveva essere stato costruito esclusivamente a scopo
funebre, tanto più che in una sola tomba si rinven-
nero due di quegli esemplari. E forse ad altri letti
appartennero in gran parte i frammenti di ossa lavo-
rate che in vari tempi ha offerti la necropoli nursina.
Comparvero essi sempre in tombe costruite a pietre
e mattoni in vicinanza della nostra e sul margino
stesso della via che abbiamo ricordata in principio.
Dal eh. Guardabassi quei pozzi di osso furono giudi-
cati rivestimenti di candelabri con rilievi di festoni
0 di animali ('), resti di mobili, tra i quali teste
giovanili a tutto rilievo (2). Inoltre nel 1883 lo sca-
vatore Neri raccolse in una tomba chiusa di laterizi
molti frammenti d'osso lavorato, che si stimarono ap-
partenere ad un cofanetto Altre vestigia di letti
si riscontrarono in alcune ossa di Civita Ducale rega-
late nel 1832 dal march. Dragonetti all'Imp. Istituto
germanico e edite dal eh. Brunn, insieme ad altre,
che egli osservò in Civitavecchia, le quali pure pro-
venivano dagli Abruzzi (4). Alcune di esse hanno
strettissima relazione con molte parti del nostro letto,
siccome i frammenti che ricompongono i busti fem-
minili e le maschere di leone. Questa affinità è an-
cora più. manifesta per una tecnica uguale, e per lo
stesso merito rispetto all'arte.

Ma se per le dette ossa e per le nostre ci asso-
ciamo all'opinione del eh. Brunn, che cioè l'esecu-
zione sia riuscita inferiore al concetto e che tali scul-
ture non segnino decadenza, ma esigua educazione
artistica, non conveniamo di riconoscervi un'arte vile
e propria di pastori, perchè colle ossa degli Abruzzi
si trovasse una campana di zampogna o di clarino,
come egli dice (5), la quale pel nostro esemplare più
verosimilmente apparisce essere stata la campanula,
ovvero l'ultima parte del piede di un mobile. Al con-
trario dobbiamo riconoscervi un ramo di arte che ha
avuta la sua origine ed il suo sviluppo, che cioè ha

(') Notizie 1880, p. 23.

(2) "Ibid., p.' 24 e 25.

(3) Ibid. 1883, p. 128-129.

C) Ann. Ist. 1802, p. 284 segg., tav. d'agg. P.

imitati i letti od altri mobili di metalli preziosi, e
in particolare di avorio, e che probabilmente fu eser-
citata in un solo luogo per la grande affinità che
avvicina i frammenti degli Abruzzi a quelli nursini.
Bisogna escludere che i mobili ed altri oggetti d'osso
fossero portati in Norcia da Roma o direttamente dalla
Campania, se poniamo mento alle vie difficilissime
che valicavano gli alti contrafforti dell'Appennino e
serpeggiavano per entro le gole dei fiumi, e che ma-
lamente si prestavano al trasporto di oggetti così fra-
gili. Crediamo pertanto che l'arte di rivestire i mo-
bili con ossa tornito ed intagliato fosso esercitata
ancora in Norcia, perchè le poche tombe murate, che
fino ad ora si sono scoperte nella sua necropoli, con-
tenevano un grande numero di sculture in osso, od
al contrario in altre regioni le antiche necropoli, quasi
del tutto esplorato, non hanno dato in confronto che
scarsissimi avanzi di epoca e di stile differente, tra
i quali fino al presento non si rinvenne traccia di
decorazione appartenente a letti funebri. Gli ubertosi
e vastissimi pascoli dei fianchi del Vettore e della
valle nursina spiegano come fosse fornita agli artefici
tanta copia di materiali. Inoltre, nelle nostre tombe,
a letti di così ricco lavoro si univa una suppellettile
talmente povera da non offrire che qualche anello di
bronzo dorato, qualche plasma vitrea con impressioni
di rozza figura e pochi esemplari di ceramiche imi-
tanti gli ultimi prodotti fittili della Campania. An-
cora le scoperte di antichi mobili d'osso negli Abruzzi
e in Civita Ducale (6), non molto distante da Norcia,
avvalorano il nostro asserto.

Fa d'uopo notare che nella necropoli nursina le
numerose tombe a casse di legno, le quali contene-
vano monetine e vasi campani del III sec. a. C, fino
ad oggi non hanno offerto oggetti e mobili d'osso. Indi
non si può stabilire che l'arte di lavorare le ossa
avesse origine nella medesima Norcia, ma soltanto
che ivi fosse di un subito impiantata e probabilmente
da artefici stranieri e forse della Campania ; inquan-
tochò è evidente la relazione dei nursini con quella
regione, di cui per lungo tempo ricercarono vasi a
vernice nera-lucida decorati con rilievi, e usarono per-

(5) Ibid., p. 287.

(°) Da Norcia a Civita Ducale conduceva un'antica via
selciata per la valle della Poscia.
 
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