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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Patricolo, G.: Di una nuova metopa selinuntina
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0144

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DI UNA NUOVA METOPA SELINUNTINA

(Con una tavola)

L'importanza del prezioso travamento di una nuova
metopa nell'acropoli di Selinunte, ci consiglia di pub-
blicarne subito una riproduzione fototipica, unendovi
le semplici notizie relative alle circostanze che ac-
compagnarono la scoperta. Queste si desumono dal
seguente rapporto dell'architetto direttore degli scavi,
trasmesso dal Commissariato delle antichità di Sicilia
al Ministero dell' Istruzione Pubblica.

Palermo 15 aprile 1890.

« Gli scavi del corrente anno, incominciati il 24
dello scorso febbraio, furono rivolti a scoprire la parte
occidentale delle fortificazioni dell'acropoli.

« Dopo quattro settimane di assiduo lavoro si è
Pervenuto a togliere dei rilevanti cumuli di sabbia e
di terra, scoprendo il paramento esterno della torre se-
micircolare che trovasi all'estremo ovest delle forti-
ficazioni, ed una nuova torre rettangolare, attaccata
alla muraglia ovest dell'acropoli, poco discosta dal-
1 angolo nord-ovest, la quale doveva certamente ser-
vire a difendere la porta di entrata alle fortificazioni
esistente fra la torre semicircolare e la muraglia occi-
dentale. In questa nuova torre, e precisamente nella
fronte nord, si è rinvenuta una piccola porta, la cui
forma è identica a quella di tutte le altre già sco-
perte nelle fortificazioni ; ma al punto in cui trovasi
1° scavo non è possibile dire quale legame e quale
flesso possa avere questa porta con le fortificazioni e
c°fl l'interno dell'acropoli.

« Tolti i pochi massi accumulati avanti la soglia di
Iflesta porta, si ebbe la sorpresa di scoprire il giorno 25

marzo un frammento di una bellissima metopa scol-
pita in un tufo calcare bianco, simile a quello ado-
perato in tutte le metope rinvenute nei templi di Se-
linunte, proveniente dalle cave di Menfi, otto miglia
ad oriente dell'antica città. È lungo m. 0,745, alto
m. 0,625 ed ha lo spessore di m. 0,300. Come si osserva
dalla tavola che qui si unisce, la metopa originaria era
integra nel senso della lunghezza e divisa in due pezzi
nel senso dell'altezza. Ciò che manca è il pezzo infe-
riore, il quale, tenuto conto delle proporzioni delle due
figure che vi sono rappresentate, poteva essere alto
circa m. 0,225 ; sicché l'altezza totale che la metopa
avrebbe raggiunta in origine sarebbe stata all'incirca
di m. 0,850.

« Delle due figure, quella muliebre potrebbe rap-
presentare Giunone, e Mercurio quella del giovine
imberbe. La figura muliebre sta in piedi con lo sguardo
rivolto al giovine, e col braccio sinistro alzato in atto
forse di additargli qualche cosa. Essa veste un lungo
chiton dalle maniche corte di fina stoffa rigata, e
porta inoltre un lungo velo che copre la parte alta
della testa fino al diadema, a forma di stephane,
attributi che si osservano pure nella Giunone delle
metope rinvenute nel tempio E (cfr. Serradifalco,
Antichità della Sicilia, voi. II, e Benndorf, Die me-
iopcn von Selinunt). L'altra figura a destra è di un
giovine imberbe dai lunghi capelli inanellati. Esso
veste il chiton, proprio degli uomini, di fina stoffa
rigata, e la clamide ; ha inoltre coperta la testa da
un petaso, attributi che sono propri di Mercurio.
L'atteggiamento poi di questa seconda figura è di
 
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