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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0148

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251

RELAZIONE SUGLI SCAVI

252

Ma gl'importanti rapporti degli scavi redatti dal
sig. Sansoni non avevano mai visto la luce ; perciò credo
di soddisfare ad un desiderio dell'archeologia pubbli-
candoli ora per la prima volta nella loro interezza,
in appendice alla presente Relazione (')• Ringrazio
nello stesso tempo il sig. conte Pompeo Aria della
gentilezza con cui ha voluto porre quei rapporti a mia
disposizione.

Il Gozzadini intanto avea sempre riferito le anti-
chità di Marzabotto ad una necropoli, anche contro
il parere di autori più antichi, i quali fin dal 1550
vi avevano riconosciuta una città (2). Ma nel 1867 il
compianto prof. Chierici di Reggio, attentamente con-
siderati gli avanzi di Marzabotto restituiti in luce sia
dai casuali scavi anteriori, sia da quelli appositi del
Gozzadini, ritornò all'antica opinione che in quel sito
avesse esistito una città (3). Nel 1871, in occasione
del Congresso preistorico di Bologna, il Chierici tracciò
per primo le linee generali che, a suo avviso, aver
dovea quella città, la quale fin d'allora indicò come
partita in quattro quartieri da due grandi strade, una
cardinale e l'altra decumana, con un sepolcreto al ter-
mine di ciascuna strada e con l'acropoli ('').

All'opinione del prof. Chierici, cui fecero plauso gli
archeologi più autorevoli presenti al Congresso, si op-
pose il Gozzadini, il quale non volle mai riconoscere
in Marzabotto altro che una necropoli (5). Ancora
nel 1881 egli non era certo che spettassero ad una
città i ruderi esistenti nel piano di Misano. Nella
Guida del Club Alpino bolognese uscita in luce nel
1881, dopo aver descritto i monumenti, le tombe ed

(') Appendice A. Una parte dei rapporti relativi alle scoperte
di tombe galliche e dei pozzi, ritenuti allora sepolcrali, aveva
già pubblicato io nel mio lavoro Tombe e necropoli galliche della
Provincia di Bologna inserito negli Atti e Memorie della lì.
Deputazione di Storia Patria delle Romagne, 1887 pag. 520.

(2) Leandro Alberti, Descrizione di tutta Italia, pag. 301,
narra come nel piano di Misano « si scorgono alcuni vestigi di
edilìzi, di cui dicono gli abitatori del paese, fosse già quivi
una città nominata Misano ». Si confronti puro il Calindri, Di-
zionario corografico ecc. voi. IV p. 217, il quale afferma clic
u nel piano di Misano, in occasiono di scavi, trovansi una quan-
tità di fondamenti di mura di varia grossezza ».

(;)) Chierici nei Matcriauxpour Vhistoire primit. de Phomme,
IV, pag. 205.

(4) Congrès International d'anthropologie et (Tarchéologie
préhistorique à Bologne, pag. 283.

(r>) Gozzadini, Di ulteriori scoperte nella necropoli etrusco
di Marzabotto, pag. 4.

i numerosi e svariati oggetti in esse raccolti, egli con-
tinua (pag. 531) : « Una necropoli così ampia, così do-
li viziosa com'è quella di Marzabotto dev'essere stata
« necessariamente presso ad un vico floridissimo o ad
« una città.

« Anzi pare se ne siano rinvenuti dei ruderi nel
« Pian di Misano, facendo esplorazioni relativamente
« recenti. Vi si è messo allo scoperto un tratto di
» strada che ha tutto l'aspetto delle romane. Senonchè
» questa è troppo più larga delle strade interne delle
« città antiche, comprese eziandio quelle della gran
« Roma ».

Il grande edifizio poi esistente sull'acropoli e ri-
tenuto giustamente dal Chierici e da molti altri ar-
cheologi per un tempio, egli lo credeva un sepolcro,
a A queste (tombe), egli dice, si collega un grande
- stilobate rettangolare, con modanature del più se-
« vero stile tuscanico, fatto opere quadralo, con massi
« di tufo senza cemento: rudere insigne e senza pari
« al di qua dell'Appennino. Io lo credo una base se-
« polcrale; altri lo reputò un avanzo di tempio ».

E fu l'ultima sua parola su Marzabotto.

Ma nell'autunno del 1883, il conte Pompeo Aria
mi concedeva di scavare il lato meridionale di un'i-
sola che fronteggiava la strada, a cui accennava il
Gozzadini e ch'era la decumana. In quel tratto lungo
m. 35, io avea potuto constatare la presenza di parec-
chi ambienti ampi, continui, rettangolari, ognuno con
la fronte rivolta verso strada. Ero indeciso so fossero
stanze o botteghe ; ma fui colpito dalla loro regolarità
che avevo ragione di supporre estesa a tutta la pianta
dell'edificio (fi). La stessa ampiezza, regolarità e con-
tinuità di ambienti avea notato altresì al lato occiden-
tale della via cardinale, un tratto della quale, lungo
20 metri, ora stato scoperto fin dal 1865 e riprodotto,
ma in maniera da non riconoscersi, nella pianta edita
dal Gozzadini nel suo primo volume su Marzabotto (7).

Nel medesimo anno con un altro scavo fatto eseguire
dal conte Aria, ad istanza del prof. Chierici, in un
punto a nord della città e nel prolungamento della via
cardinale, si era posto allo scoperto un tratto di grosso

(c) Brizio, La provenienza degli Etruschi negli Atti e
Memorie della R. Deput. di Storia Patria per le Romagne,
1885, pag. 223.

(7) Gozzadini, Di un'antica necropoli a Marzabotto, ta-
vola II. 2. n. 13.
 
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