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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0151

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ESEGUITI A MARZABOTTO PRESSO BOLOGNA

258

che una valle profonda traversata da un corso d'acqua,
che transita ora sotto il ponte della strada provin-
ciale, lo separa ad ovest dai colli circostanti. Dimo-
doché da questo lato l'acropoli era validamente pre-
munita contro un aggressione nemica. Se dalla parte
opposta, ossia dai lati est e sud, fosse circondata e raf-
forzata da muro, allo stato attuale delle scoperte non
81 può asserire. Perché anche qui allo scopo di porre
111 comunicazione la parte alta di Misanello, con quel-
la bassa di Misano, furono operati livellamenti, aperti
sentieri e squarciati muri di antichi editizi.

Debbo tuttavia rammentare che secondo i rapporti
del sig. Filippo Sansoni, fra gli anni 1871 e 1872,
ai piedi dell'acropoli, dalla parte di mezzogiorno, alla
Profondità di m. 5,50 dal suolo attuale, cioè nello
stesso piano ove sorgeva una fontana etnisca che de-
scriveremo in seguito, fu scoperto un muro a secco,
formato di ciottoli, isolato, che posava sul tufo, era
lungo m. 2.80, alto m. 1,50 ed aveva l'enorme
grossezza di m. 3,40. (Veggasi Appendice A allegato
B- 44 in fine).

In tutte le città antiche l'acropoli era in origine
un'altura scelta e munita per maggior difesa degli
abitanti : in seguito divenne un luogo sacro, destinato
specialmente ad accogliere e custodire i templi ed i
sacrari delle divinità protettrici. Com'è noto, l'acro-
poli di Atene subì questa trasformazione dopo i nume-
rosi templi che vi furono innalzati in onore di Atena
Per commemorare le vittorie riportate sopra i Persiani
e specialmente dopo che Mnesicle vi costrusse i Pro-
pilei. Lo stesso dev'essere avvenuto all'acropoli di Mi-
sano. Perciò negli avanzi di muri e di antichi edilizi
sussistenti ancora oggidì sul poggio di Misanello, deb-
bonsi riconoscere i resti di altrettanti templi o san-
tuari. Questi sono ora in numero di cinque, fra i quali
'lue costrutti ad opera quadrata, cioè con grandi pa-
rallelepipedi di pietra tufa, e gli altri con enormi
massi fluviatili, rafforzati agli spigoli da massi anche
P1^ grandi e tendenti al parallelepipedo. La scoperta
d'1 questi templi risale al 1856, quando il conte Giu-
seppe Aria volendo ridurre a giardino quella parte della
Sl)a proprietà, vi fece eseguire un grande sterro (').

1° Tempio. (Pianta lett. a). Era costrutto ad opera
quadrata: ora ne sopravanzauo, soltanto in parte, il fianco

0) Uozzadini, Di un'antica necropoli a Mar:abotto p. 25.

nord e l'ovest. Quest'ultimo nella parte conservata mi-
sura m. 14,10, ma doveva protrarsi almeno 15 metri
mancandone ora l'angolo sud-ovest. I muri di fonda-
mento del tempio consistevano di ciottoli a secco e
senza cemento, sui quali impostavansi, eziandio senza
legatura di cemento, blocchi parallelepipedi di tufo
(Veggasi Tav. Vili n. 10). All'angolo nord-ovest però
lo fondamenta sono non di ciottoli, ma di blocchi pa-
rallelepipedi, dei quali sussistono tuttavia due file. Di
alcuni di questi blocchi porgo qui le misure :

Al fianco nord

m. 0,92 X 0,50 X 0,42
m. 0,92 X 0,42 X 0,38
m. 0,90 X 0,42 X 0.42
m. 0,96 X 0,53 X 0,40
m. 0,74 X 0,42 X 0,40

Al fianco ovest

m. 0,92 X 0,49 X 0,42
m. 1,00 X 0,42 X 0,42
m. 0,92 X 0,42 X 0,42
m. 0,92 X 0,42 X 0,42
m. 0,90 X 0,40 X 0,46

Angolo nord-ovest
m. 0,82 X 0,42 X 0,40

2° Tempio od Altare. (Pianta lett. b). È picco-
lino, costrutto con sassi fluviatili, ma rafforzato agli
spigoli da grandi massi a guisa di parallelepipedi (an-
golo nord-ovest m. 0,36 X 0,50 X0,30 ; sud-ovest me-
tri 1,05 X 0,44 X 0,20 ; sud-est m. 1,10 X 0,80 X 0,37 ;
nord-est m. 0,45 X 0,40 X 0,30). Di pianta esatta-
mente quadrata (m. 4,10 X 4,10) è conservato per
tutta l'altezza del podio che è di m. 0,90. Preceduto
sulla fronte sud da cinque gradini, ha il piano formato
da grandi lastre di macigno e la soglia di un sol masso
grandissimo. Il centro del pavimento è occupato da
una pietra irregolarmente quadrata con un'apertura
circolare di m. 0,44, la quale immette in una specie
di pozzo o meglio fossa, profonda sei metri e mezzo.
L'altare vedesi pubblicato in prospettiva e con bel
disegno che porge un' idea esatta della sua forma e
costruzione nell'opera del Gozzadini (Di un'antica
necropoli a Marzabotto tav. 5 n. 4). Questi riferisce
(pag. 12) che dal fondo di quella fossa vennero estratte
molte ossa di bue, di pecora e di capra, adunque degli
animali domestici soliti a sacrificarsi.

Per questa ragione e per la piccolezza del monu-
mento è molto probabile che più che un tempio, nel
rigoroso senso della parola, sia un altare per sacrili-
 
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