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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0152

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259

RELAZIONE SUGLI SCAVI

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carvi lo vittimo, il cui sangue colava e veniva raccolto
noi pozzo centrale.

Nel 1885, il dottor Schlieraann scoprì sull'acro-
poli di Tiriuto un altare che sia por la costruzione,
sia per il pozzo centrale, presenta moltissima somi-
glianza con questo di Misanello (').

3° Tempio. (Pianta lett. c). Tra i cinque è il più
vasto ed imponente. La sua straordinaria grandezza,
che ora non si può neppure approssimativamente de-
terminare, deducesi non solo dai due lunghi muri su-
perstiti del perimetro, ma anche, e più, dalla presenza di
grossi e numerosi muri interni disposti in modo da for-
mare una rete di camere chiuso da ogni lato, le quali
erano poi distribuite per tutta l'area del tempio. Riem-
pite di terra e di maceria codeste camere costituivano
la sostruzione interna del basamento del tempio al quale
davano stabilità, neutralizzando la reciproca spinta
delle terre onde ciascuna camera era infarcita. Perchè
queste terre quando fossero state chiuse o trattenute
dai soli muri di perimetro, li avrebbero con facilità,
quantunque solidi, sfasciati. Una sostruzione simile
ma di gran lunga più grandiosa, più accurata ed anche
di età più tarda, fu notata nella fondazione del grande
altare di Giove, sull'acropoli di Pergamo (-).

Dei muri di perimetro del tempio di Misanello
sono conservati, ma soltanto in parte, quello nord, lungo
attualmente m. 17,25, e quello ovest lungo adesso
m. 21,40; essendo però sfasciato in testa e privo del-
l'angolo sud-ovest mostra che dovea protrarsi assai di
più. Questi muri dello spessore di un metro, conser-
vati in alcuni punti por l'altezza di m. 1,60, sono co-
struiti con grandi sassi irregolari rafforzati agli angoli
ed anche qua e là, da considerevoli massi a forma
di parallelepipedi. Uno all'angolo nord-ovest misura
m. 0,90 X 0,38 X 0,30

Delle colonne e della trabeazione non fu più tro-
vato nulla, perchè nei templi etruschi tutto ciò che
costituiva l'elevazione era in legno. Soltanto della co-
pertura del tetto si raccolsero fino dal 1856 molti

(') Schlieraann, Tirynthe pag. 321 fig. 137 o 138.

(2) Corize, Humann, Bolin, Stillar, Lolling und Raschdorff,
Die Ergebnisse dar Ausgrabungen su Pergamon, pag. 89.

(3) Anche in questo terzo tempio siamo obbligati di sup-
porre la fronte con la relativa gradinata sul lato di mezzogiorno,
perchè è l'unico davanti al quale rimanga lo spazio per essa.
I lati ovest e nord sono conservati per quasi tutta la loro
lunghezza, ed in quello orientale la gradinata verrebbe ad in-

avanzi di tegole dipinte, anteftsse, embrici ecc., collo-
cati ora nel Museo locale (4).

01t:e ciò sul ciglio dell'Acropoli o per conseguenza
trovata con molta probabilità presso qualcuno dei templi
ivi esistiti, osservasi una grande base di travertino, sgros-
sata soltanto in quella parte inferiore ch'era destinata ad
essere infissa nel terreno e perciò non vista, lavorata al-
l'incontro con accuratezza e quasi levigata in quella por-
zione superiore che dovea apparire allo scoperto. Nella
faccia superiore piana si nota uno rialzo circolare del
diametro di m. 0,40 (tav. Vili n. 9) sul quale posar
dovea una colonna di legno.

Il processo adunque seguito dagli architetti etruschi
era quello stesso rintracciato dal Dòrpfeld nella costru-
zione del vestibolo nel Megaron di Tirinto, le cui
basi, tuttavia esistenti, erano in pietra; di legno, e
per conseguenza dol tutto scomparsi, le colonne ed i
pilastri che sovr'esse impostavano (5).

Del resto siffatte costruzioni in cui la elevazione
(architrave, colonne, pilastri) erano in legno e soltanto
le fondamenta in pietra, non erano proprie dei soli
templi etruschi, ma eziandio degli stossi templi greci
più antichi, come fu dimostrato dal Dòrpfeld a pro-
posito dell'Heraion uell'Altis di Olimpia (6). I Greci
sostituirono poco a poco le colonne di legno con altre
di pietra e di marmo, gli Etruschi conservarono e si
mantennero sempre fedeli a quel tipo primitivo.

Atteso il tipo di costruzione, il quale ritiene qualche
cosa del così detto ciclopico, questo tempio è senza
dubbio anteriore sia al primo già descritto, ad opera
quadrata, sia al quarto ad esso contiguo e di cai
parlerò ora.

4° Tempio. (Pianta lett. d). È il meglio conser-
vato, il più elegante e quello che ci porge la più
chiara idea dell'architettura etnisca nella regione cir-
cumpadana. Con una pianta esattamente quadrata di
ni. 9 X 9 ha, come il secondo tempietto od altare, la
fronte rivolta a mezzogiorno e preceduta da un pronao
il quale con tre gradini forma un avancorpo di m. 2,80.

tercettare il prolungamento del tempio a non che l'accesso al-
l'altare b.

(4) Gozzadini, Di un'antica necropoli a Marzabotto p. 22
e 28.

(r') Schliemann, Tiryn'Jie p. 198.

(6) DOrpfeld, Dar antike Ziegelbau und sein Einfluss auf
den dorischen Stil. Negli Historische und philologische Auf-
siitze Ernst Curtius gewidmet pag. 145, 147 e seg.
 
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