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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0154

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263

RELAZIONE SUGLI SCAVI

264

si può ancora citare il tempietto etrusco scoperto ad
Orvieto (') la cui fronte prospettava altresì il lato sud.
È ben vero che nel tempio di Giunone Curite a Ci-
vita-Castellana la fronte è rivolta verso sud-ovest (2).
Ma quando si parla di orientazione dei templi antichi
non si deve intendere una precisione matematica, per-
chè, come lo stesso Martha riconosce (p. 258), nella
determinazione dei quattro punti cardinali gli antichi
seguivano un metodo empirico, fondato sopra osserva-
zioni locali. Lo stesso tempio di Giove Capitolino,
indicato da Dionigi come avente la fronte a sud, fu
constatato che prospetta al contrario, come il tempio
di Falerii, verso sud-ovest, e che l'asse longitudinale
di esso diverge dal meridiano geografico 24 gradi (3).

Del resto l'orientazione dei templi etruschi verso
sud avea il suo fondamento nelle idee religiose di
quel popolo intorno la sede dei proprii Dei che cre-
deva abitassero il punto nord del mondo, come fu
fatto notare la prima volta da Ottofredo Mùller (4).

Perciò la statua del dio collocata nel tempio do-
vendosi trovare nel lato nord, di necessità ne conse-
guiva che l'entrata al santuario dovesse aprirsi su
quello sud. Oltre ciò gli autori antichi Varrone e Festo
riferiscono che la destra dell'augure collocato nel punto
d'incrociamento del cardo col decumano, era all'occi-
dente, la sinistra all'oriente, l'antica al sud e la po-
stica al nord (5). Anche per questa ragione la parte
antica del tempio dovea prospettare il mezzogiorno (6).

Dionigi di Alicarnasso a cui dobbiamo le notizie
più precise intorno la costruzione del tempio di Giove
Capitolino, aggiunge che i lati vi misuravano cia-
scuno circa duecento piedi, ma che i maggiori sorpas-
savano di quindici piedi in lunghezza quelli minori,
vale a dire che la pianta del tempio era pressoché
quadrata. Secondo i risultati ottenuti con gli scavi

(') Notizie degli scavi di antichità 1885, p. 34.

(2) Notizie 1887, p. 94, tav. II. Certo per inavvertenza la
fronte di questo tempio 6 indicata come esposta a sud-est nel
Bull. dell'Ist. arch. germ. di Roma, voi. II p. 23.
Annali Instit. 1876, p. 149 e 102.

(4) 0. Miiller, Die Etrusker ed. Peecke, II p. 131; cfr.
Durm, Die Baukunst der Etrusker p. 37.

(5) Varrò, 1. 1. Festus, s. v. posticum; Servius, ad Aeneid.
II. 453. Auguralo est, ut antica, postica.

(c) Il Deekc, con ragione, opina (nell'ediz. di Miiller 1. c.
p. 131 nota 8) che codesta orientazione dev'essere l'originaria
perchè basata sul meridiano, mentre la dottrina dei Cromatici
latini secondo cui il sud era a sinistra il nord a destra, l'oc-

eseguiti negli anni 1865, 1875-76 nell'orto del Pa-
lazzo Caffarelli (") le misure del tempio sarebbero di
m. 51 per i lati minori, di m. 55,620 per quelli
maggiori, il che conferma la pianta quasi quadrata
del tempio. I quindici piedi in più dei lati maggiori,
erano dovuti molto probabilmente alla gradinata sulla
fronte, ove formava una specie di avancorpo e per il
cui sviluppo sembra d'altra parte che m. 4,62 fos-
sero sufficienti, dappoiché essa era molto bassa. È noto
difatti che Lutazio Cattilo avea cercato di abbassare
l'area capitolina per aumentare il numero dei gradini
che conducevano al tempio, ut pluribus gradibus in
aedem conscenderetur (s).

Similmente nel quarto tempio di Misanello la gra-
dinata forma un avancorpo di m. 2,80 il quale ne
fa apparire la lunghezza maggiore di circa un terzo
della larghezza.

Il tempio di Giove Capitolino finalmente sorgeva
sopra un'alta crepidine, o basamento snì xosniSoc vtprt-
lr]c, ed i muri di perimetro del terzo tempio di Misanello
erano ancora conservati, all'atto della scoperta, per
un'altezza di m. 1,83 (9). Attesa la sua considerevole
grandezza questo terzo tempio accoglieva forse, come
quelli di Giove Capitolino e di Civita Castellana, tre
celle, destinate, quella di mezzo a Giove, e le due late-
rali a Giunone e Minerva. Ma quello meglio conservato
il quale misura soltanto 9 m. per lato, non poteva
accogliere che una cella unica; per il quale rispetto
è simile ad altri santuari scoperti in altre località di
Etruria, p. es. ad Orvieto (,0).

Sembra poi che i templi etruschi più antichi ve-
nissero innalzati non sopra un solo, ma sopra più or-
dini di podii o crepidini, perchè costruzioni a base
quadrata ed a più ordini di terrazze sussistono in ta-
lune città dell'Etruria. Nella pianta di Koselle edita
dal Micali (")> sopra un'altura, nella quale dobbiamo

cidento davanti e l'oriente di dietro, è senza dubbio posteriore
perchè fondata sul sorgere del sole che è molto variabile.

(7) Lanciani, Bull, della Comin. arch. municip. 1875, p. 165-
189, tav. XVI-XVIII; Jordan e Schupmann, Annali Inst. 1876,
pag. 145-172; Huelsen, Bull. dell'Ist. arch. germ. di Roma, III
p. 150 sg.; Martha, E Art étrusque p. 269 sg.

(8) Varrone, presso Aulo Gellio, N. A. II, 10.

(°) Gozzadini, Di un'antica necropoli ecc., pag. 9.

(»») Gamurrini, Bull. Inst. 1879 p. 21; Notizie degli scavi
di antichità 1885, tav. Ili, 6; Martha L'Art étrusque p. 267.

(") Micali, Storia degli antichi popoli italiani. Atlante
tav. Ili, pianta di Rosolie n. 2.
 
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