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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0155

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265

ESEGUITI A MARZABOTTO PRESSO BOLOGNA

266

riconoscere l'Acropoli, è segnata col n. 2 l'esistenza
di un recinto a doppio quadrato concentrico sul cui
vertice osservasi la base di un edilìzio di pianta si-
nrilmente quadrata che non può essere che la base
di un tempio. Avanzi di altro edifizio consimile, ma
con cinque precinzioni concentriche, sono pure indi-
cati nel punto segnato n. 4 della pianta di Fiesole,
edita dal medesimo Micali ('). Finalmente ricordo che
una costruzione simile fu rimessa in luce l'anno 1876
nel punto più culminante dell'antica città di Tar-
quinia (2). Consisteva di un muro ad opera quadrata
dell'altezza di m. 3,70 e lungo m. 70, il quale mo-
strava di girar tutto attorno e costituire la base di
una grande piattaforma, sulla quale altre due se ne
innalzavano cinte anch'esse da muro ad opera quadrata,
le quali, restringendosi, riuscivano ad un piano. Su
questo dovea sorgere il tempio, come fu dedotto dagli
avanzi ivi raccolti, consistenti in frammenti di statue
votive ed in pezzi di antefìsse destinate alla decora-
zione esteriore.

Non è compito di questo lavoro indagare l'origine
ed il prototipo di codesta sostruzione del tempio
etrusco ; ma non posso esimermi dal rilevare la grande
analogia, che tranne le dimensioni, esso tempio sor-
gente su varie precinzioni quadrate e concentriche,
presenta col tempio di Belo a Babilonia descritto da
Erodoto (3), costrutto similmente su pianta quadrata e
con otto precinzioni l'una all'altra sovrapposta, l'ul-
tima delle quali conteneva il sacrario. Victor Place
ha scoperto a Khorsabad {*) gli avanzi di un monu-
mento a base quadrata ed a più piani sovrapposti e
rastromantisi, il quale mentre può valere come la più
chiara illustrazione del tempio di Belo, offre pure una
sorprendente analogia con le terrazze concentriche dei
templi etruschi esistiti sulle acropoli di Fiesole, Eo-
selle e Tarquinia.

Negli anni 1839-41 a Marzabotto vennero presso
gli accennati templi raccolte, per maggior parte, le sta-
tuette di bronzo conservate ora in quel Museo e già pub-
blicate prima dal Micali e poi dal Gozzadiui, le quali
rappresentando divinità e membra diverse, gambe e

i1) Micali, op. cit. Atlante tav. V.

(2) Notizie degli scavi di antichità 1876 p. 3.

(:J) Herodot, I. 181-3.

{*) V. Place, Ninivc et l'Assyrie tm. I, tav. 36, 37, Perrot
Pag. 137-148; et Chipiez, Ilistoìre de l'Art II, p. 403.

Monumenti antichi — Voi. I.

braccia del corpo umano, debbono considerarsi come
ex voto (5).

Da un tempio tuscanico, costrutto pure ad opera
quadrata, ch'esisteva a Monteguragazza, altra località
dell'Appennino bolognese, provengono altresì parecchie
bellissime statuette arcaiche di bronzo, conservate ora
nel Museo di Bologna ((ì).

Sorgente etnisca. (Tav. I Sorgente e tav. III). Sul
pendio sud-est dell'acropoli di Misanello fu scoperta tra
gli anni 1871-72, alla profondità di m. 5,50 dal suolo
attuale (7) una fontana che gli Etruschi vi avevano
costruito per allacciarvi le acque filtranti dal tufo del
sovrastante poggio. Venne in seguito ricomposta, per
serbarne memoria, poco lungi dal sito originario ; ma
nella pianta è segnata al posto antico dove s'innalza
ora una moderna e più cospicua « Sorgente etnisca «
la cui acqua, mi assicura il sig. conte Pompeo Aria,
ancora adesso è sorgiva (8). La fontana è formata con
lastre di pietra calcarea analoga al travertino e con-
siste di un bacino quadrangolare alto m. 0,50, largo
m. 1,85 X 1,20 all'esterno, m. 1,45 X 0,65 nell'in-
terno che è diviso, mediante una specie di diafragma,
in due vasche, di differente livello, una delle quali,
(tav. Ili A b) più bassa e coperta da lastra orizzon-
tale, serviva da purificatolo, l'altra, (tav. Ili A a) sco-
perta ed un po' più alta, da scaricatoio.

Secondo la descrizione datane dal sig. Sansoni che
vide la fontana al suo posto, la vasca più bassa ossia
purifìcatoio era immessa dentro al tufo per 70 centi-
metri e due condotti formati da grossi ciottoli dirotti
l'uno da settentrione (tav. Ili B a) e l'altro da po-
nente (tav. Ili B b) v'introducevano l'acqua.

(•"') Gozzadini, op. cit. pag. 41 : « La maggior parte di queste
statuette fu rinvenuta, come ho detto, insieme ad altri bronzi,
ti presso i sepolcri che sono in cima a Misanello » ; Micali, Jl/on.
ined. pag. Ili « si trovarono casualmente per quella collina
" nell'anno 1839, presso a certi muri antichi, quaranta statuette
u di bronzo " cfr. Atlante, tav. XVIII, n. 1-10.

(6J Gozzadini, nelle Notizie degli scavi 1882, pag. 368;
Atti e Memorie della li. Deput. di Stor. patr. per le Romagne
1883, p. 236 ; Di due statuette etrusche e di una iscrizione
etrusca dissotterrate nell'Appennino bolognese, negli Atti della
K. Accad. dei Lincei 1882-83.

(7) Sansoni, Rapporti, allegato n. 32 in fine.

(8) Sansoni, Rapporto citato « al punto che ho lasciato il
« lavoro sorge un'acqua perenne dal tufo e da sassi grossis-
« simi quali si trovano in isponda del fosso a lato del condotto
« stesso . . . frattanto l'acqua che nasce ivi s'introduce e scorre
« regolarmente per quell'antichissimo condotto fino giù per la
« sponda di Misanello. >>

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