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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0159

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ESEGUITI A MARZABOTTO PRESSO BOLOGNA

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1868 una stela in arenaria, l'unica figurata che sia
finora uscita da Marzabotto (').

Vi è scolpito a bassissimo rilievo una donna la
luale appoggiando la sinistra sul fianco, portasi con la
destra alla bocca un oggetto che sembra una patera.
L1 notevole che la base su cui sta la figura riproduce
!l profilo caratteristico dello stilobate del tempio me-
glio conservato di Misanello e che sovra basi iden-
tiche posano altresì come ho già notato, due figure,
una maschile e l'altra femminile, incise sopra uno spec-
chio etrusco di stile arcaico edito dal Gerhard (2).

Dallo stesso sepolcreto proviene altresì una cimasa
marmorea in forma di pigna, sulla quale a bassissimo
rilievo è rappresentata una corsa di cavalieri e pedoni
(tav. Vili. n. 1 e la). Tre altre cimase marmoree della
medesima forma esistono nel Museo di Marzabotto.
Una venne già pubblicata dal Gozzadini (3). Di un'al-
tra, notevole per la forma della colonna su cui s'im-
P°sta, pubblico ora per la prima volta il disegno nella
tav. X, n. 28. Cimase di tipo identico trovaronsi al-
tresì nelle necropoli di Volterra e di Cortona ( ')•

Le arche erano state quasi tutte rotte e violate
dagli antichi (5); perciò diedero pochissimi oggetti:
frammenti di tazze e di vasi greci dipinti, vasi grezzi
bruschi, piedi in bronzo di sedie, poche fibule, qualche
kalsamario di vetro e di alabastro, dadi, bottoni di
pasta vitrea, e alcuni anelli d'oro. Pregevole per la
Sua rarità nelle tombe etrusche felsinee è un uovo
di struzzo raccolto in molti pezzi, ma con grande ac-
curatezza ricomposto quasi nella sua integrità

Una tomba di questo sepolcreto, scoperta il IO
■Agosto 1872, conteneva quattro tubetti cilindrici in
bronzo finieuti al basso in larga capocchia, ritenuti
dal Gozzadini e dal Sansoni (7) per impugnature di
sPada. Ora è dimostrato da molte scoperte essere ri-
vestimenti di piedi di sedie. Ma il bronzo più insigne

(') Sansoni, Rapporti, allegato n. 18; cfr. Gozzadini, Di
Seriori scoperte nell'antica necropoli eli Marzabotto, tav. XI
nu-mero 6.

(2) Etrusk. Spiegeln taf. CCXCH.

(3) Di ulter. scoperte ecc. tav. II, n. 2.

(4) Burnì, Die Baukunst der Etrusker p. 09.

(5) Sansoni, Rapporti, allegato n. 52 e seguenti.

(°) Tav. X, n. G. Per le uova di struzzo trovate in tombe
brusche della regione mediterranea, cfr. Micali, Sion. ined.
1av- VII, n. 1, 2, 3'e p. 55.

(') Gozzadini, Di un'antica necropoli a Marzabotto ecc.
tav- 10, n. 6, pag. 62; Sansoni, Rapporti, allegato n. 17.

ricuperato da questo sepolcreto è una statuetta rap-
presentante un fanciullo etiope con anfora sulla spalla (8).
Come si deduce dalla forma caratteristica della base,
quella statuetta, al pari del bellissimo gruppetto di
Marte e Venere estratto da una tomba del sepolcreto
nord, sormontava senza dubbio un candelabro.

Dei principali vasi greci dipinti usciti tanto da
questo, quanto dal sepolcreto nordico, e che conservansi,
ristaurati, nel locale Museo di Marzabotto, ho già dato
una descrizione negli Atti e Memorie della R. Depu-
tazione di Storia patria delle Romagne, anno 1886,
pag. 232. Ivi sono pure menzionate le due tazze che
pubblico ora nella tav. IX, rappresentanti l'una (n. 20)
Ercole e Dioniso abbracciati; l'altra (n. 19) Venere
al bagno rannicchiata presso un labrum. Ritto sopra
di esso un Amore le rovescia sui capelli un secchio
colmo di acqua. Il secchio è per il manico legato ad
una fune raccomandata ad una rotella 0 carrucola, la
quale dimostra che l'acqua era stata attinta poc'anzi
dalla vasca di cui appare, in basso, l'orlo presso Ve-
nere (!)).

Relativamente più feconde di oggetti furono le fosse
rivestite di ciottoli, le quali per essere meno appari-
scenti, meglio sfuggirono ai frugatoli di sepolcri. Una
di esse scoperta il 30 novembre 1873 conteneva oltre
un bombylios corinzio (l0) e frammenti di altro vaso
figurato, le piante in bronzo di un paio di scarpe pic-
cole appartenute senza dubbio a giovane donna. Cia-
scuna pianta è snodata, cioè divisa, quasi a metà in
due parti per i più liberi movimenti dei piedi. Lunghi
chiodi di bronzo circondano l'orlo della parte anteriore,
ed altri, ancora più lunghi, la posteriore ove impostava
il tacco (tav. X, n. 30).

Suole e tacco erano di legno, il quale, all'atto della
scoperta, presentava un colore biondastro e conservava

(8) Sansoni, Rapporti, allegalo n. 7 ; cfr. Gozzadini, Di
ulteriori scoperte nella necropoli di Marzabotto, tav. XII, n. fi.

(°) Rarissime sono le rappresentazioni di carrucole sui vasi
greci. Il prof. Benndorf ha pubblicato (Das Ifcroon von Gjól-
baschi-Trysa p. 113) una tazza d'Orvieto in cui una donna at-
tinge acqua da un pozzo con un'anfora panciuta rassicurata ad
una fune. La parte superiore della tazza è rotta: ma siccome
presso l'anfora sospesa al di sopra del pozzo osservasi un palo
verticale, cosi è probabile che in esso fosse infissa una carru-
cola come nella tazza di Marzabotto.

(1(>) Pubblicato da me la prima volta negli Atti 0 Memorie
della R. Dep. di Sl»ria Patria per le Romagne, 1885, tav. V,
n. 9, 9" e 91'.
 
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