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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0161

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eseguiti a maezabotto presso bologna

278

tale prevalenza che non solo la regione felsinea, ma
e la valle del Po e tutto il versante orientale del-
1 Appennino fin verso Ancona ridussero in proprio do-
minio (i).

Ma i Galli, fino allora randagi, dediti soltanto alle
armi, usi ad abitare in capanne e vici non murati,
orano sprovvisti di qualsivoglia cognizione architetto-
Dica. Perciò, quando padroni di questa regione occu-
parono le città edificate dagli Etruschi, non v' in-
alzarono nessuna nuova costruzione, nessun nuovo
edilìzio, ma si limitarono ad abitare le case stesse
dei vinti.

Così debbono aver fatto nell'etnisca colonia che
s°rgeva sul sito dell'attuale Misano le cui strade ed
1 cui monumenti non subirono alcuna trasformazione.
Senonchè il numero della popolazione gallica doveva
essere sproporzionato, di gran lunga inferiore all'am-
piezza della città, molte parti della quale per conse-
guenza furono lasciate in miserando abbandono. Ciò
e Provato dal fatto importantissimo, già noto per an-
teriori scoperte, ma confermato dai recenti scavi, che
molti pozzi di case, costrutti in origine dagli Etruschi
Per raccogliervi l'acqua potabile, vennero dai Galli con-
fortiti in pozzi funerari.

Al dominio dei Galli nella regione felsinea posero
file verso l'anno 200 av. Cristo i Romani i quali in-
viarono proprie colonie nei capiluoghi occupati prima

quei barbari.

Misano però non ebbe nessuna colonia romana. Il
cho è provato dal fatto che dopo tanti anni di scavi
n°u si è scoperta finora nò un'iscrizione latina, né un
sepolcro, nè un edifizio, nè un musaico romano.

Misano venne abbandonato dai Eomani.

E fu grande benefizio per l'archeologia etnisca.
Perchè alla città non trasformata dai Galli, non abi-
tata dai Romani rimase puro, inalterato quel tipo di
colonia etrusca che essa aveva ricevuto fin dal suo
Primo impianto, fin dall'origine, e quale le scoperte
anteriori, ma specialmente gli scavi ed i rilievi fatti
eseguire recentemente dal Governo, hanno posto nella
maggiore evidenza.

(') Cfr. il mio scritto : Tombe e necropoli galliche della
Provincia bolognese p. 459.

La Città.

La città era stata fondata secondo i riti e le norme
prescritte dagli aruspici etruschi, constituta ab Etru-
scorum harmpicum disciplina (2) e contenute nei libri
rituali in quibus praescriptum est quo riiu condantur
urbeSj arac, aedes sacrentur, qua sanctitate muri,
quo iure poriae ecc. (3). Era attraversata da due grandi
vie, una, la decumana, diretta, secundum solis decur-
sam, cioè ab oriente in occidenlem l'altra, la cardinale,
a poli axe, cioè a meridiano ad septentrionem, quem
kardinem nominaverunt a mundi /cardine (4).

Una porzione della via cardinale C D era già scoperta
prima del 1865, e si vede segnata nella pianta an-
nessa al primo volume del Gozzadini su Marzabotto,
il quale però non l'aveva riconosciuta, perchè la in-
dica solamente col nome di grande spazio (5). Nel 1871
il Sansoni riconobbe il prolungamento di questo, ch'egli
fin d'allora chiamò stradone, verso settentrione per
una lunghezza di 262 metri. Dell'altra strada, la de-
cumana G F, apparve la prima volta un tratto nel marzo
del medesimo anno. Il 24 del successivo settembre
apparvero i piedritti della porta a cui doveva riesciro
questa seconda strada e che conservasi tuttavia in sito.

Porta orientale. (Pianta lett. H e tav. Vili, n. 6a).
Tale porta dista appena 25 metri dai primi sepolcri
ad arca, i quali però trovatisi in un piano molto più
basso. Quantunque si debba sempre tener presente il
fatto che le arche erano interrate, appare tuttavia evi-
dente che la strada dalle tombe alla porta saliva non
solo, ma serpeggiava e si restringeva. Difatti la luco
della porta, la distanza cioè fra i due piedritti tuttora
sussistenti, misura appena m. 2,85 alla parte este-
riore, nella parte interna si allarga insensibilmente
fino a 3 metri. La salita e la curva della strada, il
suo strozzamento alla porta tutto era chiaramente fatto
allo scopo di maggior difesa, por impedire cioè che
in caso di assalto i nemici penetrassero con facilità

(2) Hygin. De limit. constit.\i.l(ì6; cfr. Frontin, De limit. p.27.
Limitumprima origo, sicut Varrò descripsit, a disciplina etrusca.

(3) Festus, pag. 285 ; cfr. Muller-Deeke, Die Etrusker II,
p. 146 e scg.

(4) Hygin, 1. c. pag. 167; cfr. Frontin, 1. e, pag. 28.

(5) Gozzadini, Di un'antica necropoli a Marzabotto nel
Bolognese tav. II, n. 13 a pag. 52 « quel grande spazio segnato
" nell'icnografìa degli scavi col n. 18 ».
 
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