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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0167

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289

ESEGUITI A MARZABOTTO PRESSO BOLOGNA

290

sentano nella configurazione generale, nella regolarità
•Ielle isole e delle strade con l'antica città di Pian
di Misano, prova che anche questa era una vera co-
lonia costruita di getto, con un piano prestabilito;
una adunque delle colonie che gli Etruschi dal Me-
diterraneo mandarono, giusta quanto scrive Livio, nella
valle del Po. Ed essendo essa di più secoli anteriore
alle colonie romane, nel senso di vere città, dimostra
ancora che i Romani nella deduzione e formazione delle
Proprie colonie avevano interamente adottato il sistema
degli Etruschi (•).

L'esistenza nella regione felsinea, già sul princi-
pio del V secolo av. Cristo di una città, o meglio di
'ma colonia etnisca, costruita di getto, con vie ampie
regolari, che s'intersecano tutte ad angolo retto e cor-
rono parallele alle due arterie fondamentali, il cardo
ed il decumano, è un fatto, la cui importanza sarà
giustamente apprezzata da quei dotti i quali si sono
occupati dell'orientazione delle città antiche, special-
mente in Italia.

Secondo alcuni dotti il sistema di limitazione delle
Clttà e la loro spartizione in quartieri mediante le
due grandi vie cardinale e decumana, sarebbero state
Proprie degli Italici. Strenuo propugnatore di questa
opinione, il Nissen supponeva che l'idea del cardo si
fosse risvegliata negl'Italici al tempo che soggiorna-
vano nella valle del Po, in cui il gran fiume forma,
Por così dire, il decumanus maximus ed altrettanti
Cardines sono i suoi affluenti. « Das ganze Land stellte
" sich als ein einziges grosses Templum dar, vom Po als
11 Decumanus maximus, von seinem alpinischon und
" apanninischen Zuflùssen als kardines limitirt » (2).

Indipendentemente dal Nissen, il Chierici attri-
buiva agli Italici le terremare, da lui per primo con-
cepite quali embrioni di città a pianta quadrangolare
con argine e fossa ed orientate al sole nascente o sul
crescere della primavera o sul declinar dell'estate; e
ne deduceva che quelle stazioni si fossero impiantate
1Ji primavera e corrispondessero al ver sacrimi degli
Italici (3).

Per parte sua il Pigorini avea riconosciuto in alcune

(') Cfr. Marquardt, Ròmuche Slaatverwaltung, voi. I,
l'aó'- 158, nota I e Rudorff, Rum. Feldmesser, voi. II, pag. 293.

I2) Nissen, Das Templum pag. 99 ; ma cfr. Helbig, Die
ftaliker in der Poebene pag. GÌ.

(3) Chierici, Le antichità preromane nella provincia di
Re9<Jio dell'Emilia pag. 9 e scg.

terremare della provincia di Parma, tracce di un car-
dine (4).

Perciò in un certo tempo prevalse l'opinione svi-
luppata poi specialmente dall'Helbig, che le terremare
fossero villaggi italici orientati, contenenti i germi del
cardine e del decumano divenuti poi caratteristici delle
città e degli accampamenti romani (r>).

Ma questa teoria sulla costruzione quasi rituale
delle terremare dovea poi essere abbandonata da quelli
stessi che l'aveano propugnata.

Quanto all'orientazione, dice Pigorini : » Io am-
metto bensì col Chierici che le terremare siano orien-
tate: ma non credo si abbiano validi argomenti per
sostenere che quelle sedi si ponessero in un determi-
nato periodo dell'anno ». E per ciò che riguarda il
cardo e il decumano aggiunge: « non hanno quindi
fondamento le conclusioni alle quali, dietro osserva-
zioni mie inesatte, arrivammo l'Helbig ed io sul cardo
e sul decumanus di due terremare parmensi » (6),

Esclusi adunque il cardo ed il decumano dalle
terremare restava a vedersi se vi esistessero nelle abi-
tazioni, veramente italiche, del periodo detto di Villa-
nova. Io l'avea supposto in base all'osservazione che
congiungendo con ima linea il sepolcreto orientale tipo
Villanova scoperto in Bologna presso le due Torri con
altro simile e contemporaneo posto ad occidente della
città nel predio Benacci, questa linea correva esat-
tamente da est ad ovest e poteva considerarsi come
una decumana (7). Oltre ciò nel 1879 si era scoperta
in via Eepubblicana una tomba tipo Villanova : e col-
legandola con il noto sepolcreto simile nell'arsenale
militare a sud della città, si otteneva una seconda
linea sud-nord, che poteva credersi il cardine. Ma
nel 1882 in via Lamme dentro la città, a nord-ovest,
apparvero nuovi sepolcri tipo Villanova che non è pos-
sibile collegare con gli altri prima scoperti nei quattro
punti già indicati (8). Finalmente nell'anno 1888, ve-
niva rintracciata la parte più arcaica del sepolcreto

(4) Pigorini presso Helbig, Annali Inst. 1875, pag. 237,
nota 3.

p) Helbig, Die Italiker in der Poebene pag. GÌ e seg.

(6) Pigorini, Terramare!, dì Castione p. 42; cfr. difatti
Parazzi, nel Bull, di Paletn. ital. Vili, p. 61,

(7) Monumenti archeol. della provincia di Bologna. Nella
Guida dell'Appennino Bolognese p. 210.

(8) Notizie degli scavi di Antichità 1882. p. 103; cfr.
/arnioni, Scavi della Certosa p. 348, nota I.
 
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