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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0168

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291

RELAZIONE SUGLI SCAVI

292

nord in via Indipendenza, presso l'Arena del Sole (').
Ora una linea che congiungesse questo sepolcreto nor-
dico con quello sud dell'Arsenale, non solo non avrebbe
tagliato ortogonalmente la decumana, ma per niun ti-
tolo poteva considerarsi come il cardine perchè non
passava pel centro dell'abitato, ma a distanze immen-
samente disuguali fra il sepolcreto est e quello ovest.

Manca adunque finora ogni argomento per supporre
che gl'Italici nel periodo detto di Villano va dispones-
sero le loro abitazioni secondo un piano pres'abilito
od in ordine alle due linee fondamentali il cardo ed
il decumano.

Un così fatto tipo regolare di abitazione possede-
vano al contrario gli Etruschi, a cui tutta l'antichità
concordemente attribuisce la fondazione delle città se-
condo le norme prescritte nei loro libri rituali, norme
di cui vediamo ora per la prima volta una chiara e
rigorosa applicazione nella colonia di Pian di Misano.
Sorge per conseguenza la quistiono donde gli Etruschi
abbiano attinto tale dottrina sulla fondazione delle città.

Fin dal 1877 il prof. Beloch enunciava l'ipotesi
che gl'Italici avessero appreso la scienza della limi-
tazione dai Greci. Ciò sarebbe anzitutto provato dalla
parola groma derivazione e corruzione dal greco yi ;
in secondo luogo dalla larga applicazione che ne aveano
fatto i Greci nella costruzione delle proprie colonie,
non soltanto in quelle posteriori ad Ippodamo Milesio,
come Thurii, il Pireo, Rodi, Antiochia, Alessandria,
Nicea in Bitinia ecc. ma anche in quelle assai più
antiche, come Napoli, Pesto, Taranto, Selinunte (2),

Oltre i Greci però anche i Fenici e gli Assiri co-
struivano le città con il medesimo sistema. Per i Fe-
nici venne provato dagli scavi eseguiti a Solunto, la
quale apparve costruita a cardini e a decumani
Per quanto riguarda gli Assiri, Erodoto descrive Ba-
bilonia in maniera da far comprendere come regola-
rissima fosse la pianta della città ed attraversata da
vie ampie e rette (4).

Gli scavi eseguiti dal Victor Place a Khorsabad (5)

(') Notizie degli Scavi, agosto 1890.

(!) Beloch, Bull. dell'Istituto 1877, pag. 9 e Campanien
pag. 67, pi. 11.

(3) Bullottino della Commissione archeologica di Sicilia
1875.

(') Herod. I, 180.

(5) Place, Ninive et VAssyrie tm. Ili, pi. 2.

e quelli del Layard a Nimroud (6) hanno dimostrato
che amendue queste città erano orientate. La prima
disegnava un quadrato quasi perfetto con gli assi di
orientazione rispondenti alle diagonali del quadrato.
La seconda avea la forma di un rettangolo, ciascun
lato del quale prospettava un punto cardinale.

Atteso il carattere profondamente religioso delle
cerimonie a cui dava luogo la fondazione degli edi-
fizi presso gli Assiri, con piena ragione il Perrot (7)
suppone che la costruzione della città vi fosse rego-
lata dai sacerdoti detti Caldei i quali come aveano
creato così conservavano e sviluppavano nelle scuole
tuttociò che la società possedeva di metodi e di no-
zioni scientifiche.

Il Curtius alla sua volta, a proposito delle inno-
vazioni introdotte presso i Greci da Ippodamo Milesio
architetto e filosofo, nella costruzione delle case e
e delle città, fa notare che quelle innovazioni aveano
un carattere altamente scientifico, e che i modelli delle
città orientali, colle quali i Milesì aveano stretto re-
lazione, Babilonia segnatamente, furono cagione che
Ippodamo richiedesse matematica precisione nello sta-
bilire il piano delle città, contrade e piazze rettilinea
e quartieri disegnati a rettangoli (8).

Ora giacché il medesimo principio nel costruire le
città seguivano gli Etruschi si può chiedere se anche
questi lo abbiano imparato dai Greci o non piuttosto
direttamente dai popoli dell'Oriente. Una risposta de-
finitiva a tale domanda non sarà possibile finché non
venga esplorata metodicamente la pianta di alcune
città etnische sul littorale mediterraneo che sono le
più antiche ed anteriori alle relazioni degli Etruschi
con i Greci.

In ogni caso se codeste relazioni, che noi sappiamo
essere state esclusivamente commerciali, esercitarono
tale influenza da prescrivere pernii le norme sulle co-
struzioni delle città, è chiaro che tale influenza si sa-
rebbe estesa anche a quegli edifizì, ad es. i templi che
della città erano parte essenziale. Ora attese le grandi
differenze che intercedono fra il tempio greco e quello
etrusco primitivo (9) non si può riconoscere un'influenza

(°) Layard, Monumenti la ser., pi. 99.

(7) Perrot et Chipiez, Histoire de l'Art, voi. II, pag. 333.

(8) Curtius, Storia greca, voi. II, p. 195.
(,J) Vedi sopra p. 265.
 
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