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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0170

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295

RELAZIONE SUGLI SCAVI

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colonia etnisca che sorgeva su Pian di Misanó, al con-
trario, rimonta, per concordo testimonianza degli archeo-
logi almeno al quinto secolo (') e nel secondo secolo av.
Cristo più non esisteva. Tale una precedenza di data
giova per correggere un pregiudizio antico e moderno
relativo appunto all'origine della pavimentazione dello
strade. Ritenevano gli antichi che i Cartaginesi per i primi
avessero selciato le strade e che poscia i Romani
ne avessero propagato per tutto il mondo il trovato:
Pfimum autem Poeni dicuntur lapidibus vias stra-
vide : posteci Romani eas per omnem paene orbem
disposuerunt propter rectitudinem itine rum et ne
plebs esset otiosa (2). Anche il Nissen crede probabile
che i Romani abbiano imparato per la prima volta tale
sistema dai Cartaginesi (;t). Ma le scoperte di Pian di
Misano forniscono una prova sicura che i Romani hanno
tolto dagli Etruschi, fra molti altri elementi relativi
al vivere civile, anche il sistema di costruzione e pa-
vimentazione delle strade (4).

Fossi di scolo. Della via decumana appare ora
scoperto soltanto un tratto lungo circa 80 metri : essa
però continua sotterra per altri settanta metri fino alla
porta. Alcuni saggi fatti dal conte Aria nel 1883 e
da me presenziati, dimostrarono che in questo ultimo
tratto essa è meno conservata in causa dei numerosi
lavori agricoli eseguiti ivi negli anni precedenti. La
profondità poi dei fossi di scolo laterali, la quale nel
tratto ora scoperto misura da m. 1 ad 1,20, a poca
distanza dalla porta, arriva appena a trenta centimetri.

Da tale differenza di livello nel piano dei fossi si
argomenta che essi avevano una pendenza da est ad
ovest e che le acque raccoltevi andavano a scaricarsi

0 in qualche grande cloaca esistente ad occidente della
città, oppure immediatamente nel Reno, ma dalla me-
desima parte. Ad una conclusione analoga era già ar-
rivato il Sansoni per i fossi di scolo costeggianti la
strada cardinale.

« Alla nona lista di terra o piantamento, egli scrive,
ove hanno principio i quattro muri a secco costituenti

1 due scoli laterali del sentiero retto, là profondità di

questi in tal punto è di contini. 70. Al punto del
balzo estremo, ove finiscono gli scavi, sono della pro-
fondità di m. 2,30 ; dal che si deve dedurre per certo
aver questi il loro pendio dal settentrione, ovvero dal
centro di Misano a mezzogiorno o quindi al balzo di
Misano ossia in Reno » (5).

Nella medesima direzione erano inclinati anche gli
altri fossi di scolo che circuivano sia da uno solo, sia
da ambo i lati le fabbriche. Avevano tutti una pen-
denza da est ad ovest oppure da nord a sud.

Questo è stato chiaramente provato da due canali,
l'uno superiore con fondo di tegole, l'altro più basso,
ma più largo, con pavimento di ciottoli, scoperti nell'in-
terno dell'isola IXa (tav. VI, lett. H). Quei due canali
dopo aver percorso, contigui e paralleli, il tratto interno
dell'abitazione, confondevano insieme, all'uscita (fi) le
loro acque, le quali per un solo condotto scavato sotto la
strada, lungo la linea indicata dai grossi ciottoloni,
andavano a scaricarsi nel fosso dell'isola opposta (7).
Ora se l'inclinazione delle acque non fosse stata da
est ad ovest, ma in altra direzione, non era necessaria
la costruzione di un canale sottostradale, mediante il
quale introdurre le acque dei fossi dell'isola IX in
altro situato più ad occidente della città.

Cotesti fatti provano l'esistenza nella nostra co-
lonia di un vero e perfetto sistema di fognatura, il
quale subito ci rammenta quegli Etruschi altamente
civili i quali diedero a Roma la cloaca massima e
con fosse e canali regolarizzarono il corso del Po presso
il suo sbocco nel mare Adriatico. (8).

I fossi scavati ai piedi e lungo gli edifizì aveano
lo scopo di raccogliere siano le acque cadenti nei luoghi
scoperti ed interni delle abitazioni, siano le impurità
delle case stesse. Difatti in molte case osservansi, incas-
sati fra i muri, piccoli canaletti, per lo più con fondo di
tegole, i quali, partendo dall'interno delle abitazioni,
sboccano negli indicati fossi di scolo.

Sorge ora la questione se essi fossero scoperti, come
appaiono adesso e come apparvero appena scavati, op-
pure coperti. Nei crocicchi delle vie, nei passaggi da

(!) Vedi la nota 4 della pag. 250.

(2) Isidor, Orig., XV, 16,

(3) Nissen, Pompeianiscko Studicn, pag. 518.

(4) Cfr. le strade simili rintracciate dal sig. Pasqui a Sa-
turnia c da lui giustamente ritenute per etrusche. {Notizie degli
scavi 1882, pag. 55).

(s) Sausoni, Rapporti, alleg. n. 37 in fine,
(°) Di questa uscita si vede lo schizzo nella tav. VI, n. 2.
C) Lo sbocco del canale nel fosso di scolo è indicato ivi
alla tav. V, lettera m.

(8) l'iin., III. 10 e 120.
 
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