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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0171

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ESEGUITI A MARZABOTTO PRESSO BOLOGNA

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isola ad isola, grossi e lunghi ciottoli, posti l'uno a
fianco dell'altro e poggianti con le teste sulle due pa-
reti del fosso vi costituivano una solida copertura. Ma
davanti le abitazioni manca ogni indizio di ciottoli sif-
fatti e quelli di cui ogni fosso si trovò ripieno erano
assai piccoli.

Ciò nondimeno sono di parere che neppur lungo
le case i fossi rimanessero scoperti, perchè oltre il fe-
tore che ne sarebbe esalato, essi avrebbero costituito
"n continuo pericolo per gl'inquilini ed i viandanti.
Probabilmente la copertura era fatta con ciottoli più o
meno grandi, disposti in modo da riuscire esternamente
ad un piano orizzontale. La congettura si fonda anzi-
tutto sul fatto che nel corso dello scavo i fossi trova-
ronsi pieni di ciottoli caduti. Oltreciò in più luoghi ho
botato di simili piani di ciottoli, i quali coprivano canali
sottostanti, ed erano ancora ben conservati. Ad es. i due
«anali gemelli poc'anzi menzionati, dell'isola IXa ap-
parvero ambedue coperti di grosso e solido strato di
ciottoli, che dovetti far levare col piccone quando
volli determinare con precisione il corso delle acque,
èliche il tratto di canaletto visibile nel fianco orien-
tale dell'isola era ancora in parte coperto con simili
ciottoli.

Come questi piani dovessero poi apparire all'esterno
S1 può arguire dal tratto ancora perfettamente conser-
vato nel fianco occidentale dell'isola XIa (•). Dapprima
si credeva che al di sotto di esso non vi fosse il ca-
nale di scolo. La prosecuzione degli scavi dimostrò
ch'esisteva anche da questo lato e che le sue acque
venivano a confondersi con quelle scorrenti a] fianco
sinistro della decumana centrale. Anche uno dei fossi
di scolo della via cardinale, conservava appena dissot-
terrato, un tratto ricoparto da ciottoli. Lo si vede ri-
Prodotto nella pianta data dal Gozzadini alla tav. JIIa
del primo volume su Marzabotto presso il n. 12.

Troviamo per conseguenza nell'etnisca colonia di
Pian di Misano già praticato quel sistema di chia-
viche substradali che i Romani in seguito adottarono
e Perfezionarono (2).

Embrici, tegole, antefisse,, lucernari, e gronde di-

(!) Veggasi tav. V lettera A dell'isola XI.

(8) Per i fossi di scolo laterali alle strade come questi di
-Pian di Misano ed esistenti in altre località etrusclie, a Bieda
Per os., si confrontino : Durm, Baukunst der Etrusker p. 25
e Martha, L'Art étrusque p. 253, flg. 178.

Monumenti antichi. — Voi. I.

pinte. Nell'anno 1877, quando venne ultimato lo scavo
della via decumana centrale, i fossi di scolo laterali
apparvero, per tutta la loro lunghezza, pieni, oltre che
di ciottoli, anche di frammenti di tegole, di embrici e
di antefisse in terracotta. Mi ricordo che l'anno dopo
visitai insieme con i miei studenti di archeologia le
mine di Marzabotto e fui sorpreso vivamente dall'ab-
bondanza di quei rottami ch'erano stati ammassati sui
margini.

Gli stessi frammenti di tegole e di embrici furono
poi trovati entro i fossi delle vie cardinali minori poste
allo scoperto nei recenti scavi. Senonchè fu osservato
che i frammenti giacevano non soltanto dentro i fossi,
ma altresì in mezzo la strada, in due o tre strati e
frammisti con la terra (3). Anzi nel corso dello scavo
i frammenti di tegole e di embrici giacevano imman-
cabilmente in ogni strada, di modo che il loro apparire
ed abbondare in un determinato sito poteva ritenersi
indizio certo di una strada o prossima o sottostante.
Anche nello scavo della via cardinale massima, ese-
guito l'anno 1870 il sig. Sansoni avea trovato dentro
e presso i fossi una quantità considerevole di pezzi, di
embrici e di tegole.

» Incavando, egli dice, pure una fossa in prose-
guimento di altre già scavate p.imitivamente accanto
allo stradone pel tratto di otto metri, estrassi ivi mol-
tissimi embrici non disgiunti da frammenti di tegole
piatti e vasi fini .... » Era fra questi embrici una
specie di lucernario in terracotta conservato ora nel
Museo locale. Il Sansoni così lo descrive : « Framezz_o
« al quantitativo di embrici e vari altri frammenti
« di più specie estratti, potei mettere assieme alquanti
« pezzi di cotto originali, i quali uniti, costituivano
« quasi per intero un embrice grande formante un per-
ii tugio o volgarmente finestra presso a poco di questa
« forma » (4). Qui segue nel manoscritto uno schizzo
del tegolo, che per la prima volta vedesi ora ripro-

(3J Nei Rapporti ufficiali, compilati dalla guardia sopra-
stante allo scavo e conservati presso il Ministero della P. Istru-
zione, in data 18 e 25 maggio 1889 è indicata la scoperta
della strada fra l'isola VIa e la VIP e vi sono aggiunto queste
parole: « Quest'ultima strada scoperta è ben conservata e mi-
sura metri 6 di larghezza, computando i due scolini laterali:
sulla quale si sono scoperti molti frammenti di tegole ed em-
brici con alcuni rottami di vasi di argilla rozza, frammisti a
terra carbonosa »,

(*) Sansoni, Rapporti, allegato n. 153.

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