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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0224

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403

relazione sugli scavi

404

Desso monumento era due metri distante all'interno
da quei sassi grossissimi che apparivano verso la fine
del fosso del condotto, e così lo scavo è portato più
verso l'altura, ossia verso i muramenti primitivi, verso
cui ora volge il mio lavoro. Tanto a norma.

P. S. Profondità dal piano campagna metri 2
lunghezza dal monumento m. 2, larghezza degli em-
brici in piano 0,45, lunghezza del cadavere m. 1,78,
larghezza alle spalle m. 0,40. Capo volgente a set-
tentrione; piedi a mezzogiorno.

Questi è il dodicesimo scheletro in Misanello rin-
venuto.

Allegato N. 43.

28 Luglio, 1871. Nel proseguimento di scavo
in Misanello, si rinvenivano cinque tombe, e queste
accanto all'ultima fatta a embrice già annunciata nel-
l'ultima mia relazione. Tre delle suddette sono for-
mate di embrici messi ritti formanti casse della lun-
ghezza di m. 2. Le due altre sono formate di sponde
di tufo; se non che una ha due embrici grandi alla
sponda di testa, e l'altra ha due sponde di tufo, una
al teschio del cadavere, e l'altra ai piedi: non avendo
quest'ultima sponde di sorta laterali. Desse sono l'una
accanto all'altra, e piegano egualmente in quella di-
rezione, che piegavano gli scheletri fra terra, ovve-
rossia da levante a ponente.

La prima tomba a embrici già accennata in altra
mia si disfece, estraendone lo scheletro, le cinque qui
sopra indicate le abbiamo lasciate intatte senza esplo-
rarle internamente, per serbare così lo scavo all'epoca
dell'escursione degli scienziati. L'ingegnere Zaanoni e
il prof. Brizio archeologo e scavatore di Pompei, visi-
tarono giorni sono la necropoli, e li scorsi a fare le
meraviglie per l'estensione di essa, pei manufatti, scavi,
pei molti pozzi funerari, monumenti ecc. Il sig. Za-
noni non credeva di veder raccolti nel Museo tanti
metalli e specialmente aes rude. Il Brizio disse che
il monumento grandioso di Misanello non esisteva in
nessuna parte. Tanto a norma.

Allegato N. 44.

Ottobre 1871 e giugno 1872. DaU'escavazione nel
pendio di Misanello da me preparata per gli scien-
ziati preistorici nell'ottobre 1871 e da me ultimata

nei primi di giugno 1872, si ottenne lo scoprimento
di un condotto di travertino della lunghezza di m. 60
quale da settentrione nella parte erta di quel colle
scorreva in declivio verso Reno, sboccando all'estre-
mità della sponda di Misanello posta a mezzogiorno.
L'origine di tal condotto di travertino, dopo m. 55 di
scoprimento di esso era un recipiente, ossia fonte della
forma di uno fra i grandi monumenti quadrilunghi,
il quale si approfondava nel tufo soltanto per metà,
talché quattro sponde conficcate in quello per cm. 70
ne formavano un pozzetto quadrato eoperto da una gros-
sissima lastra di travertino quale era sostenuta da altre
tre sponde superiormente basanti le anzidette quattro
più profonde. Altre quattro sponde erano annesse alle
tre superiori e quindi alla lastra, sicché formava un
secondo recipiente superiore al suddetto pel quale era
aperto l'adito al recipiente più profondo. Un condotto
formato di ciottoli grossi da settentrione scorreva entro
al pozzetto di sopra accennato : altro condotto pure a
ciottoli, da ponente scorreva dentro al suddetto. Per
il condotto di m. 55 esciva l'acqua del recipiente più
profondo, e da altro condotto pure di travertino vol-
gente a levante esciva o scorreva l'acqua dal recipiente
superiore. Talché due condotti a ciottoli dall'erta del
colle ammettevano l'acqua nel recipiente. Per altri due
di travertino sortiva dal recipiente stesso l'acqua verso
le parti basse di Misanello. Codesto recipiente o fonte
era alla profondità di m. 5,50 dal piano campagna (').
Durante il tempo dello scavo del condotto rinvenni
diciotto scheletri umani, sei dei quali erano entro a
tombe formate di embrici, e questi erano dalla parte
di ponente in approssimazione al condotto. Le sei
tombe furono riservate per la venuta degli scienziati
i quali in presenza del principe Umberto di Savoia
ne esplorarono tre il 5 ottobre 1871. La maggior
parte degli scheletri avevano armille ai bracci chi di
ferro, di metallo, e d'argento. Uno fra quelli era ar-
mato di daga e di lancia, sicché unitamente ad altro
scheletro di donna con armilla furono estratti intatti
e trasferiti nel Museo.

Nei dintorni della suddetta fonte trovai tre ido-
letti di bronzo; verso la parte più bassa di quel pendio,

(') Questa fontana etnisca ve Jesi ora pubblicata in pianta,
sezione e prospettiva nella tav. Ili annessa alla mia Relazione
Si confronti più sopra pag. 2GG.
 
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