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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: L' itinerario di Einsiedeln e l'Ordine di Benedetto Canonico
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0260

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l'itinerario di einsiedeln

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Kotondo, s. Croce, ss. Cosma e Damiano, s. Adriano,
s. Andrea in Catabarbara, s. Sabina ecc. Io credo che
il termine dell'itinerario si debba ricercare piuttosto
nella voce in Orphea, nome proprio di regione (cf. Bull,
com. maggio 1890 p. 135) che non nella chiesuola di
s. Lucia ; vale a dire che il pellegrino è condotto sino
all'arco di Gallieno, o porta prenestina serviana, capo-
saldo di primo ordine anche in pieno medioevo.

II. a porta sci Petri
usque ad portam salariam

Dal ponte elio, perarcum, ossia passando sotto
l'arco dei tre augusti a s. Celso, si piega subito a si-
nistra, e s'imbocca il lunghissimo (metri 1300) retti-
filo antico, cui corrispondono le nostre vie del Curato,
' de' Coronari, di s. Agostino, delle Coppello, dell'Ac-
quasanta (Collegio Capranica) e della Colonna, per rag-
giungere il Corso presso la colonna del divo Marco.
Di questa strada, fra le più belle ed importanti della
città antica, avrò occasione di ragionare a lungo in altro
mio scritto. Il suo andamento è certificato con la mas-
sima esattezza dall'itinerario, la dove nomina due luoghi
quasi contigui, cioè lo stadio (circus flamineus
-ibi scaAgnes) sulla destra, e la chiesa sci Apol-
li nari s sulla sinistra.

Seguono sulla s. la chiesa sci Laurentii in
L u c i n a, col vicino gnomone d'Augusto (oboliscu m),
e sulla d. lethermaeAlexandrianae, la chiesa
sci Eustachii, la rotunda con le attigue ther-
m a e, e finalmente la columnaAntonini (del divo
Marco), L'itinerario attraversa diagonalmente la vasta
piazza, lasciando la colonna sulla destra, per risalire
la via flaminia sino allo sbocco dell'odierna via di
s. Claudio. Attraversata la via flaminia, si prendeva
una linea corrispondente a un dipresso alle nostre strade
di s. Claudio, del Pozzetto e del Nazareno, per giun-
gere alla formaVirginis,ossia al fornice di Claudio,
al Nazareno, lasciandosi sulla sinistra la chiesa s c i S i 1-
vestri.

Il selciato di questa strada (chiamata « via pub-
blica quae ducit sub arcora forme que appellatur vir-
ginis » nella bolla di Agapito secondo del 955, edita
dal Marini Pap. 38) fu scoperto alcuni anni or sono,
sottofondandosi la casa in via Poli già Castellani, ora
del Banca di Roma, (Lanciani aq. p. 5) e nell'agosto

del corrente anno 1890, quasi di contro al portone del
palazzo Canale, nella stessa via Poli. Cf. Gatti in
Bull. Com. 1890 settembre-ottobre p. 296. A proposito
del fornice di Claudio, convien notare due cose : pri-
mieramente che la strada descritta dall'einsiedlense
vi passava sotto, come passava sotto all'arco trion-
fale di s. Celso, poiché la leggenda forma Virginis
non è collocata sulla d. o sulla s., ma nel bel mezzo
della via. In secondo luogo si può dedurre dalla for-
inola dell'itinerario che l'aquedotto mantenevasi in
buono stato soltanto fino al Trivio : dal Trivio in giù
diventa forma Virginis fracta.

Dal fornice alla porta salaria la via antica non
trova più corrispondenza con le strade nostre. Essa corre
alquanto più a nord del rettifilo Angelo Custode-Tri-
tone, passando sotto l'albergo d'Oriente (scoperta 27 sett.
1872), la chiesa di s. M. di Costantinopoli, ed il
palazzo Negroni-Castellani, (scoperta nel 1886): tra-
versa la via della Purificazione fra i n. 16 e 17, e tra-
versa diagonalmente il nuovo quartiere di villa Lu-
dovisi fino alla porta salaria, conforme sarà dichia-
rato in altro luogo. Se ne può scorgere l'andamento
approssimativo nella pianta del Bufalini, tav. A 2 B2
dell'edizione Fiorelli. L'itinerario registra sulla sin.
la chiesa sci Felicis in Pincis, sulla d. la chiesa
sca(e) Susanna(e) - l'aqua de forma late-
ranensae-le thermae sallustianae-ed una
piramidem.

Il sito preciso della chiesa di s. Felice, entro il
perimetro della odierna villa Malta (Bobrinskv), può
riconoscersi nella tavola B 1 della pianta del Bufalini.
Poche notizie intorno il sacro edificio sono date dal-
l'Armellini, e dal de Rossi, Inscr. chr. v. II, p. 190.

10 sono d'avviso che la torre annessa al palazzo di
villa Bobrinsk3r, l'architettura della quale può rico-
noscersi in molte vedute panoramiche di Roma dei
sec. XVI-XVIII, rappresenti - benché trasformata -

11 campanile della chiesa oggi distrutta. E questa mia
supposizione trova conferma nel fatto seguente. Quando,
circa quindici anni or sono, si rimisero a nuovo pa-
lazzo e giardino, tornarono in luce ricche e numerose
vestigia di un sepolcreto cristiano con cassettoni mu-
rati e sarcofagi di marmo, alcuni dei quali stanno
ancora conservati sul posto. È senza dubbio il sepol-
creto di s. Felice.

La chiesa sorgeva in vicinanza di due monumenti
 
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