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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: L' itinerario di Einsiedeln e l'Ordine di Benedetto Canonico
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0268

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471

l'itinerario di einsiedeln

472

questo importante frammento nella tavola XXXVII
dell'appendice. Ecco la falsa restituzione da lui proposta.

con le linee del frammento. Ma girando il frammento
stesso di 180° nel modo qui espresso :

SUD

VIA DI S. MARCO VIA D. BOTTEGHE OSCURE £

AG RIPPAE
SS.APOSTOLI

CIRCVS FLAMINIY5

oscune

5

o

S.MABCF.LLO „ £ VIA DEL CAROVITA PANTH^UI,

. o

3 < NORD

È facile dimostrare che il frammento deve essere
girato di cent'ottanta gradi, e che il grande edificio a
tre cortili circondati da portici stava, non ad occidente,
ma ad oriente : non a destra, ma a sinistra del Corso :
non nella IX, ma nella VII regione: e che esso è
precisamente la statio cohortis 1 vigilum. Se
la restituzione dello Jordan fosse vera, quegli ampi
peristilii dovrebbero occupare la contrada a occi-
dente delle septa, ossia la piazza del Collegio Bo-
mano, le vie della Gatta, di s. Maria, di s. Stefano
del Cacco, di s. Ignazio e le fabbriche che fronteg-
giano detta piazza e dette vie. Ora gli edilìzi antichi
di questa parte della regione nona (comproso l'Iseo ed
il Serapéo, che dovrebbe cadere e pur non apparisce
nel frammento in questione), divergevano di cin-
que gradi dall'asse delle septa, e della via
flaminia. I cortili del frammento marmoreo capito-
lino, invece, divergono dall'asse di dieciotto gradi.
Inoltre, quanto ci è noto delle scoperte fatte e nella
fabbrica del Collegio romano (cf. Bull. com. 1883,
p. 33 sg.), e nell'ex monastero di s. Marta, e nelle
fondamenta del palazzo Grazioli, ed in quelle del pa-
lazzo Doria in via della Gatta, non combina affatto

tutte le linee topografiche che contiene s'accordano
a meraviglia con le notizie pervenuteci da altre fonti,
e con le scoperte fatte negli ultimi secoli. Questa
inversione, in somma, ci rivela la pianta, fino ad ora
sconosciuta, di una caserma romana a tre cortili, di una
caserma de' vigili, della caserma della prima coorte,
quartier generale di tutto il corpo ('). Non è neces-
sario ch'io qui riferisca le notizie circa il ritrovamento
di questo edificio edite del comm. de Eossi negli An-
nali del 1858 : le » diverse stanze ed appartamenti
ornati con colonne, pedestalli e statoe... con sedili o
muricciuoli da sedere » scoperti nelle fondamenta del
palazzo Muti-Savorelli-Balestra nel 1642, insieme
a molte e pregevoli memorie epigrafiche dei vigili,
non sono i soli avanzi dell'edificio tornati in luce. Il
Bartoli, nella 47 memoria, racconta come « nel ter-
minarsi la fabbrica del convento di s. Marcello, alla
cantonata che accompagna quella de' Muti... nel ca-
varsi li fondamenti (fossero) trovati diversi marmi e

(!) È notevole la perfetta somiglianza fra la pianta di
questa caserma, e quella delle horrea galbae anch'esse a tre
corti.
 
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