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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: L' itinerario di Einsiedeln e l'Ordine di Benedetto Canonico
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0276

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487

l'itinerario di ensiedeln

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Parker, ai n. 3057, 3058, e 3059 sono riprodotti tre
affreschi classici di buono stile (ratto d'Europa? figu-
rine danzanti) con la postilla « thermae of Traian:
fresco-paintings found in excavations, in 1872; near the
church of ss. Martino and Silvestro ». Ignoro di quali
scavi egli intenda parlare. I soli ch'io ricordi in questo
luogo furono eseguiti dalla Comm. archeologica dopo
la catastrofe del 1879, e sono descritti nel Bull, com.,
1880, p. 317. Essi dimostrarono come la casa di
Equizio, più o meno trasformata da Silvestro, si esten-
desse per largo spazio verso ponente, sino al quadrivio
formato dal clivo suburano col vico di Mercurio Sobrio
(cf. Bull, com., 1888, p. 221).

Il testo più recente che distingua l'oratorio di Sil-
vestro dalla chiesa di s. Martino, è quello del lib.
jwnt. in Adriano I riferito di sopra : « ecclesiam b.
Martini, sitam i u x t a titulum s. Silvestri ».

Sul preteso concilio costantiniano del 21 settem-
bre 325 cf. fra gli altri Poisnel nelle Mélanges 1886,
p. 3 sg. L'oratorio non è capace di contenere il terzo
del preteso numero (270) degli intervenuti.

Dalla basilica di Simmaco, dedicata a s. Mar-
tino, rimane la nave maggiore col suo bel colonnato di
24 colonne (di cipollino, pavonazzetto, bigio, ed imezio,
provenienti forse dal portico di Livia), e l'abside, con
la sua curiosa cornice esteriore di coronamento, com-
posta da mensole marmoree intagliate, e da lacunari
con mascheroni ed altri ornati di mezzo rilievo. Rimane
anche il tetto in istato di conservazione appena credi-
bile. Non intendo con ciò asserire che le incastellature di
castagno, di quindici metri di corda, sien quelle istesse
costruite da Simmaco, sembrandomi più probabile che
esse appartengano ai restauri sergiani del secolo IX ;
ma egli è certo che i materiali laterizi, cioè le tegole
ed i canali, sono quegli stessi posti in opera da Sim-
maco, imperante Teodorico, giunti sino a noi in ot-
tima condizione. Le tegole sembrano provenire da tre
luoghi diversi; cioè da uno o più edifici del secolo
secondo: da un edificio dei tempi diocleziano-costan-
tiniani : e finalmente dalle fornaci urbane di re Teo-
derico, che allora appunto fiorivano nella massima at-
tività.

Non mi occupo del primo gruppo perchè non con-
tiene tipi o caratteristiche speciali. I bolli più rari
e le varietà inedite saranno del resto pubblicate dal
eh. prof. Dressel nel predetto volume.

Al secondo appartengono i bolli:

O (impresso) OF SOF DOM DECEMB specie di ruota
o (impresso) OF SOF DOM MERCAT circolo punteggiato
o • M •P • D■R•S•F•FO

(ottagono) T IMO a AVUDimo

rinvenuti tutti in più copie, cf. Marini 1224, 1225,
1204, 1205, 1221.

Al terzo gruppo finalmente questi notevolissimi
esemplari :

+ INNOMI
NE DEI

tre copie sul tetto
e una nella cripta

BONO
ROME

due copie

RE6 DN THEODE
RICO FELIX ROMA

+ REQDMTHEODE
4- RICOBOWOROME

due copie

È certo che, avanzando i lavori, le tre serie au-
menteranno di numero e d'importanza: e siccome la
parte esplorata sino ad oggi giunge appena al terzo
della superficie totale del tetto, così la somma dei
tegoli bollati può calcolarsi a circa duecento.

È questa forse la prima volta, che ai descrittori
dei monumenti urbani siasi offerta l'opportunità di
studiare un tetto del secolo quinto nei più minuti
particolari: e la scoperta non sarebbe immeritevole
di una speciale monografia, specialmente se paragonata
a quel poco o a quel molto che si sa di altri tetti
di basiliche contemporanee, o non molto diverse di età.
I manoscritti del Grimaldi contengono belle notizie
intorno ai materiali onde era tessuto il tetto della ba-
silica vaticana : il Fabretti nel capo VII delle Inscr.
parla di quelli di s. Prisca ecc. Io stesso ho veduto
molti tegoli di Teoderico sul tetto dei ss. Cosma e
 
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