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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: L' itinerario di Einsiedeln e l'Ordine di Benedetto Canonico
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0292

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519

l'itinerario di einsiedeln

520

PÀETE SECONDA

ORDO BENEDICTI

(cf. Jordan 2; 473,664).

Gli itinerari tracciati in questo documento corri-
spondono in certa misura agli einsiedlensi, e riescono
importanti, in primo luogo, perchè il percorso è de-
scritto talvolta con precisione maggiore; in secondo
luogo, perchè si possono riconoscere importanti varia-
zioni nel sistema stradale, avvenute nell'intervallo di
quattro secoli che divide i due documenti. Si può
anche osservare che, mentre l'itinerario di Einsiedeln
è l'espressione di una pianta della città dei secoli
IV o V, la quale portava corrette e quasi sempre clas-
siche denominazioni di monumenti, 1' « ordine » di
Benedetto è già contaminato dall'influenza delle Mi-
rabilia. Cf. F. M. Nichols The marvels of Rome,
pag. IX e 157. Ciò non ostante, osserva il Nibby (2,591)
il documento è prezioso per la prova che ne offre dello
stato di integrità relativa di taluni edifici, circa la
metà del XII secolo, e della distruzione di altri che
l'itinerario di Einsiedeln avea dato siccome esistenti
nel secolo ottavo.

La pianta della Roma di Benedetto canonico da
me ricostruita (linee rosse) e sovrapposta a quella ein-
siedlense (linee nere), giova a spiegare il documento
meglio di qualunque dissertazione. Gli itinerari, quali
furono ricomposti dallo Jordan, sono:

I da s. Anastasia a s. Pietro

II da s. Adriano a s. M. maggiore

III da s. M. maggiore al Laterano

IV dal Laterano al Vaticano, e

V viceversa

VI dal Colosseo a s. Pietro

VII da s. M. nuova a s. M. maggiore.

I. Da s. Anastasia a s. Pietro.

a) Mane dicit missam ad sanctam A n a -
stasiam.

L'importanza che, in sugli inizi del secolo duo-
decimo, si attribuiva ancora al titolo di Anastasia,
dipende dalla influenza non ancora spenta del periodo
politico-ecclesiastico bizantino, quando la chiesa di
Roma, « partagée entre la puissance byzantine et la
puissance carolingienne » continuava a bruciare incensi
ai santi di nome orientale, la cui conoscenza era stata
importata, e resa popolare fra noi, dai coloni e merca-
tanti greci della regione XI, Circo massimo. Cf. Battifol,
Mélanges 1887, p. 421. È probabile che s. Anastasia
conservasse tuttora il suo carattere di cappella palatina,
secondo l'istituzione che sembra rimontare alla prefettura
di Flavio Macrobio Longiniano (403) ed ai pontificati di
Leone magno (440-461) e di Ilario (461-468). Nel
più antico catalogo delle chiese urbane, il titolo ha
il terzo posto, dopo il Laterano e s. M. maggiore. Cf.
de Rossi, R. sott. 1, 143, e l'eccellente monografia
del Duchesne nelle Mélanges del 1887, p. 387.

b) descendit.... per viam iuxta por-
ticum Gallatorum.

Dalla chiesa di s. Anastasia allo spigolo n. e.
della cripta di Balbo (templum Craticulae) l'iti-
nerario è identico al X° einsiedlense ; nè potrebbe av-
venire altrimenti, conciossiachè l'antica via maestra,
di comunicazione diretta fra le regioni nona ed unde-
cima, durava allora come dura ai giorni nostri (piazza
Montanara, via della Bocca della verità). Sono però cam-
biati stranamente i nomi dei luoghi e degli edifici :
 
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