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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: L' itinerario di Einsiedeln e l'Ordine di Benedetto Canonico
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0295

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525

e l'ordine di benedetto canonico

526

La porta collina è quella aperta nella cortina oc-
cidentale, fra il mausolèo e la sponda del fiume, della
quale ho parlato a p. 449 e che vedesi rappresentata
nella tav. undicesima del Borgatti.

Obeliscus Neronis - memoria seu sepul-
crum Romuli. Si tratta del terebinto e della mèta
di Borgo, rappresentati più volte nei monumenti va-
ticani relativi alla crocifissione di s. Pietro, quali
p. e., le porte di bronzo del Filarete, il ciborio nel-
l'abside di s. Pietro vecchio, fatto scolpire da Sisto IIII
ap. Grimaldi, barber. f. 163, ed il musaico del por-
tico ibid. f. 137. Il Grimaldi cita questo passo di
Pietro Mallio f. 137'. « In naumachia iuxta ecclesiam
sanctae Mariae in Traspontina est sepulcrum Komuli
quod vocatur meta, quae fuit miro lapide tabulata,
ex quibus opus graduum s. Petri peractum fuit. Ha-
buit circa se plateam tiburtinam XX cum cloaca et
floribus suis. Habuit quoque circa se therebintum Ne-
ronis tantae altitudinis, quantum et castellum Ha-
driani imperatoris, miro lapide tabulata (ex quibus
opus graduum et paradisi peractum fuit (f. 149), quod
aeditìcium rotundum fuit duobus gironibus sicut castel-
lum, quorum labia erant cooperta tabulis lapideis prò
stillicidiis ».

La posizione della mèta è ben conosciuta (cf. Bu-
falini I, C. de Rossi Piante, passim) e conosciute sono
le sue vicende sino al pontificato di Alessandro VI.
Cf. Fulvio p. 72; Marliano 7, 12; Nardini 1, 4: 3, 13;
cod. Mus. Florent. 7 a (VI, 1) f. 5 ; Jordan 2, 429 ecc.
Il Ruccellai la dice larga braccia 40 per ogni fac-
cia, ed alta altrettanto. La posizione del secondo
mausolèo è più incerta. L'ordo lo colloca fra il ca-
stello e la mèta: Pietro Mallio vicino a questa (ha-
buit circa se). Si tratta dunque di due sepolcri della
via trionfale, posti presso il quadrivio con la portica
di s. Pietro, e con l'odierno Borgo. Sbaglia dunque
il Grimaldi dilungandosi sino al cortile del Bramante
ed alla fabbrica del s. Uffizio. « In theatro palatii
apostolici hanc metam sive sepulcrum fuisse dicunt
hodie, qui, praemortuorum senuum relatu, dum porti-
cus, Pii IIII tempore, eius theatri construerentur, visa
fuerunt fondamenta memorati sepulcri » f. 149.

L'errore deve essere nato dalla scoperta del pian-
tato di qualche ignoto sepolcro, edificato sulla pendice
(di Belvedere) che sovrasta alla via trionfale, e che
sembra fossa necropoli di molta importanza. Cito, per

quello che vale, la testimonianza del Ligorio Bodl.
f. 139. « Questo sepolcro era in Roma nelle radici de
Beluedere, dallato che guarda il Castel sant'agnelo.
Fu trouato nel cauare i fondamenti delli Bastioni era
male (?) intero ma per necessità di gettarne i fonda-
menti furon sforzati a spianarlo, ne solo questo ma
ancho dell'altri... in ciascuna delle quattro faccio auea
tre nicchi et nel mezo un tondo, et dalla destra et
dalla sinistra uenerano dui di forma quadrata : era
tutto stuccato et dipinto haueua la sua uolta con certi
lacunarii quadri i quali erano assai guasti per il
tempo. Nel scoprire di questi sepolcri ui fu anche
trouato ini uicino un cimenterio doue si brusciauano
i morti, come mostraveno chiaro le ossa et ceneri...
Nel medesimo luoco doue fu trovato il sepolcro pas-
sato ui era anchor qui sotto disegniate, era ne una
dirittura stessa, et non meno integro, quale si è detto
esser il passato con lauori di stucco et pitture et
poco differente dalla parte di dentro che è il già detto,
dentro a questo fu trouata una Noce di aghata cosi
ben lauorata non è differente in alcuna cosa al natu-
rale, funi trouato le ossa di un morto il quale non
haueua la sua testa alloco suo ma trauerso le gambe
et in loco della testa era posta una forma o cauo di
gesso dove era formata la effigie di quello, la qual
forma si serua nella guardarobba del papa ».

Questi ritrovamenti debbono essere posti in con-
fronto con quelli di recente avvenuti sotto i bastioni di
Belvedere, sopratutto nelle fondamenta delle case di
Remigio Cionei. Cf. Bull. com. XV, 52.

Quanto al terebinto o obelisco di Nerone il Gri-
maldi ne trasporta a non minore distanza dal vero
sito della mèta. « Alterum extabat magnum monu-
mentum ubi nunc est sancti officii (f. 149) palatium,
quod memorat Carolus Magnus in suo privilegio... et
ponit non longe ab ecca. s. Salvatoris, nunc dicto pa-
latio Inquisitionis inclusa, dum dicit: a secundo la-
tere monumentimi quod stat supra sepulcrum Marci
fratris Aurelii. Et in bulla Leonis noni... nec non con-
fi rmamus ecclesiam s. Benedicti positam ad murum
civitatis nostrae Leonianae... sicuri viae excedunt, una
iuxta murum, et altera iuxta Porticum, usque in meta
quae vocatur memoria Roniuli (f. 150) ».

I passi citati dal Grimaldi, come ognun vede, non
provano affatto la vicinanza del terebinto al s. Uffizio,
anzi confermano la pertinenza del gruppo monumentale
 
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