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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Robert, C.: Su di una iscrizione greca arcaica in bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0336

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SU DI UNA ISCRIZIONE GRECA ARCAICA IN BRONZO

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di ciò i senatori futuri sotto pena della propria respon-
sabilità.

La forma della lamina è perfettamente analoga a
quella delle ben note lamine di Tegea, di Olimpia,
di Locri ecc. (v. Roehl Inscriptiones graeeae antiquis-
simae 68. 109-119. 121. 122. 321. 322). Mediante
sei buchi, dei quali tre sono conservati, essa era attac-
cata ad un muro; e la maniera, nella quale dopo il
buco nel mezzo della prima riga è ripetuto il segno
di interpunzione •: prova, che questi buchi furono fatti
prima che si incidessero le lettere.

Come fu detto all' illustre possessore, la lamina è
stata ritrovata ad Ermione, ma varie ragioni di peso
m'inducono a crederla piuttosto rinvenuta ad Argos
o almeno posta originariamente in quella città. In
primo luogo dessa ci presenta la lettera Lambda nella
forma r, forma tanto caratteristica per l'alfabeto
argivo; ad Ermione invece almeno nel mezzo del
quinto secolo certamente si adoperava la forma A (/.
G- A. 47), e con argomenti stringenti il chino Kirchhoff
(Stud. z. griech. Alph.4 p. 159) ha provato, che anche
nei tempi più antichi l'alfabeto di Ermione e delle
altre città della costa dell'Argolide deve essere stato
diverso da quello della città di Argos.

Nuova poi ed interessantissima è la forma del
Beta t in §olà (1. 2 e 6) ; al primo sguardo si rico-
nosce, che abbiamo dinanzi a noi la forma più primi-
tiva, dalla quale poi mediante l'aggiunta di due stri-
scio diagonali fu sviluppata la forma £, propria alla
maggior parte degli alfabeti greci e nei tempi poste-
riori usata esclusivamente in tutto il mondo antico.
La nuova forma t non soltanto si attacca più stret-
tamente al prototipo fenicio, ma viene altresì ad
introdursi come anello di congiunzione fra le forme
apparentemente tanto diverse C dell'alfabeto di Paros,
Melos, Thasos, Naxos, Keos e TU dì quello di Corinto
o -P di quello di Megara, la prima non essendo altro
che una varietà della forma t, nata dall'arrotonda-
mento degli angoli, e quell'altra non distinguendosi
che per la posizione diversa dell'una delle striscie late-
rali. Vero si è, che appunto da questa forma del Beta
si potrebbe dedurre una obbiezione contro l'origine
argiva della nostra iscrizione; poiché nella celebre
iscrizione della Larissa (Inscr. gr. aut. 30), la quale,
mostrando il Sigma ancora nella forma più antica M,
è di certo molto anteriore alla nostra lamina, troviamo

la forma volgare del 'Beta &, se prestiamo fede alle
copie del Eourmont, del Dodwell e del Ross ('). Ma
siccome le lettere sono molto corrose, forse è lecita la
supposizione, che quei dotti abbiano preso l'insolita
e sconosciuta forma t per il volgare £. In tutte le
altre iscrizioni arcaiche, che abbiamo da Argos, la let-
tera Beta manca per caso assolutamente (2).

Un altro indizio per la provenienza argiva è la
menzione dei ffinagzvovTtg (l. 2), che sono un magi-
strato d'ordine amministrativo, come ci insegnano le
parole seguenti ij allov tivù zafuav. Non v' ha dub-
bio che questi twaQTvovTeg siano identici con le
ÙQzivai, che come magistratura argiva e proprio
insieme con la ftovXrj, come nella nostra lamina, ven-
gono ricordate nell'atto di alleanza fatta fra Atene,
Argos, Mantinea ed Elis nell'anno 420, il tenore del
quale ci è riferito da Thueydides V 47 : sv "Aoyii óè
rj fiovXrj xal oi òydor^xovza xcà cu cìqzivcu (Ò^vvvtiiìv).
Anche in Epidauro troviamo la magistratura degli aqzv-
i'ot:così nella forma mascolina si legge la parola presso
Plutarco Aì'uu 'EXXijvixà 1 p. 2916, che la spiega
come fìovAsvTtti; si confronti Hesychio aqxvvog • ocq%wv.
Neil' isola di Thera poi esisteva un ùgzvTrjQ, come
rileviamo dal testamento di Epicteta attribuito a
quella isola dal chmo Boeckh (3), C. I. G. 2448
Col. IV 35 - V 1 : el de xct %ig (ir) em/xrjvisvffrj xaxù
zù ysyQcci-iijit'vctj ànoTfiGctTù) irò xoivio ógay^iùg èxator,
xal TTQttffffc'ai/w virò rov xaTcttvyxurovTog cìgzvzf>gog
xarà ròg vòfiog. Ma oltre ad altre ragioni già l'alfabeto
ci vieta di ascrivere la lamina a Thera o ad Epidauros.

Finalmente l'origine argiva della lamina vien quasi
assicurata per le forme ròvg = rovg (l. 2), ere = eig
(l. 5 e 7), uvxiTVfóvia = àvrnvxovGct (l. 6). Già
dai testimoni dei grammatici greci era noto, che nei
dialetti di Creta e di Argos la terminazione re si era
conservata (4), ed oggidì le iscrizioni hanno confermato

(!) Il Geli Itinerari/ of Greece tab. VII ha letto P.

(2) Le lettere 1 B sopra la base di Policleto (Inscr. gr. aut. 44)
sono state aggiunte nel primo secolo; ved. Furtwangler Arch.
Zeit. 1879 p. 144; Lowy Inschriften griech. Bildhauer p. 71.

(3) Ved. Dareste, Testament cVÉpicteta, Keil Hermes XXIII
289 sgg.

(4) Ved. Ahrens d. dial. dor. 104 n. 1 ; Eraclide presso
Eustathio ad II. 9 448 p. 722, 60 . . . 'Aqyùmv xcà Kqì]xiòv . . .
oi noXkctxig è^aiQovvzeg zò T ivxcixxovai xò"v, zrjv sig ttqÓ&soiv
è v g Aéyovxsg xal zò z i & e i g x 19- e v g ; Herodiani techn.
rei. coli. Lentz II 1 p. 1, 29 Moina . . . 'Jttysìoc ó'è Aéyovoi
Móvacc (cf. p. 501, 25).
 
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