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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0406

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707

MEGARA HYBLAEA

708

« sotto la cui protezione si approdava alla piccola
« valle, che fra mezzo a pareti rocciose s'insinua nel
« territorio della città. Ma il punto centrale del porto
« pare sia stato lo sbocco della Cantera; all'estremità
« nord-est della città veggonsi di fatto pavimenti di
« pietra, i quali appariscono di sotto la superficie del
« mare; sono le fondamenta degli antichi vsédoixoi (')...
« Per ultimo io debbo ancora ricordare una pietra
« scritta, da me veduta in un rigagnolo che dal
« nord sbocca nella Cantera ; essa contiene la parola
« Ho[PoS] (2) ».

Da tutta questa minuziosa rassegna bibliografica,
e dallo notizie storiche promesse può trarsi la conclu-
sione che le indicazioni così antiche come recenti sulla
topografia archeologica e monumentale di Megara non
sono nè molte, nò molto esatte; tutti hanno voluto
altresì parlare della grande opera idraulica, denomi-
nata Colimpetra, di cui parla Diodoro Siculo (IV, 78,1),
e tutti affermano, senza serio fondamento, di averla
scoperta; intorno ad essa io cedo il posto alle savie
osservazioni del prof. Cavallari. In complesso unico
merito degli scrittori e periegeti dal Fazello in poi
è quello di avere fissato con precisione l'ubicazione
ed il sito della città ; i risultati veramente scientifici
non potevano ottenersi altrimenti, che con esplora-
zioni e scavi sistematici; per mala ventura andarono
interamente perduti per la scienza molti e preziosi
elementi, perocché nell'ultimo mezzo secolo si fecero
sopratutto nella necropoli delle vere devastazioni ; basti
dire che la rote di canali d'irrigazione nell'attuale
giardino del notaio Alfio Vinci, con uno sviluppo li-
neare non minore di qualche chilometro, è tutta co-
struita con pezzi di sarcofagi, i quali devono am-
montare a parecchie centinaia. Nel 1858 nelle terre
Vinci fu scoperta una grotticella piena di terrecotte,'

nò spiamenti, nò incastri artificiali, por innestarvi massi di fon-
dazione.

(') Questi avanzi a lungo da me cercati invano, vennero
finalmente scoperti all'occasione di un eccezionale abbassamento
di acque. Se ne vegga più oltre la descrizione.

(2) "Oqos, cioè, e propriamente, la pietra di confine, usata
anche per i temenoi; quindi questa pietra, ora perduta, non era
priva d'importanza topografica. Tanto più clic di Megara Hy-
blaea non conosconsi altre iscrizioni, all'infuori di quelle due
che si pubblicano nella presente monografia.

creduta officimi, deposito, o stipe sacra; verosimil-
mente però, e come fu osservato ad Olimpia, ed altrove
essa costituiva il rifiuto degli anathemata più ordinari
dei templi; altro ammasso considerevole ne fu scoperto
nel 1873 ad occidente di Megara, ed ambedue furono
oggetto di descrizioni e di illustrazioni ('). Da questa
data in poi è quasi impossibile fare la storia delle sco-
perte megaresi, che si ripetono ogni anno così per lavori
agricoli, come por scavi clandestini dei proprietari;
disgraziatamente quasi tutto è sfuggito all'occhio ed
al controllo degli archeologi, e gli oggetti si sparsero
a Melilli, a Catania, Siracusa, Palermo ed altrove.
Nel 1868, costruendosi la strada ferrata fu aperta
una grande trincea che taglia da nord a sud la città ;
in quell'occasione venne distrutto un breve tratto del
muro di cinta a nord, e furono sezionati molti pozzi.
Nel 1875 sotto la vigilanza di una guardia degli
scavi fu tentato qualche saggio saltuario a cura di
K. Kekulé; si trovarono alcuni sepolcri, la cui sup-
pellettile passò al Museo di Siracusa; uno di essi è
quello, il cui materiale fu figurato e descritto dal
Kekulé (2), che per rispetto alle lekythoi che contiene
non lo giudica anteriore al 450 a. C. ; va segnato il fatto,
perché questa è la prima tomba della necropoli scientifi-
camente esplorata, di cui si abbia notizia. Nel 1877 si
fecero nuovi scavi saltuari nella grande necropoli Vinci
e Schermi ad occidente della città, ma senza profitto
di sorta per la scienza. Datano dal 1879 alcune sco-
perte in una piccola necropoli al sud della città nelle
terre Salomone (3), ed i primi scavi regolari fatti per
cura del Governo sotto la direzione del prof. Cavallari ;
si lavorò un paio di mesi, scoprendo un centinaio di
sepolcri, la cui suppollettile è ora al Museo di Sira-

(') Cavallari F. S. {Le terrecotte figurate di Megara. Nel
Bollettino della Commissione di antichità e belle arti di Sicilia,
1873, n. 6) si occupò di buona porzione di esse, entrata nel Museo
di Siracusa. Queste assieme ad altre passate in privata proprietà
in Melilli furono puro descritte e figurate dal Kekulé, Die Ter-
racotta von Sicilien. Berlino, 1884, p. 7 e tavole. Oggi l'antro
in cui venne trovato il deposito di terrecotte è (piasi intera-
mentc scomparso perii crollo della volta; giova però ricordare
che esso si trova accosto alla casa A. Vinci, proprio nel mar-
gine settentrionale della terrazza rocciosa che fiancheggia il
Cantera, e subito sotto il muro urbano, quindi fuori di città,
ma per pochi metri.

(s) Die Terracotte», etc. p. 8.

(3) Notizie degli scavi di antichità, 1879, p. 230 e 231.
 
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