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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0408

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711

ME3ARA

HYBLAEA

712

PARTE SECONDA

LA TOPOGRAFIA

§ I.

11 seno Megarese.

Quasi nel centro (lolla costa orientale della Sicilia,,
tra il promontorio di Angusta presso il capo S. Croce
e la penisola di Magnisi, resta il grande seno Megarose,
nella cui parte interna vedesi uno spazioso porto mili-
tare, riparato dai venti dominanti di est e di sud-ovest,
con un ampio ingresso che ben si presta ad ogni ma-
novra marittima.

Tre grandi fari rischiarano ora nella notte tutto quel
seno ; il primo a nord si eleva sulla torre Avolos situata
su di uno scoglio non molto distante dal promontorio di
Augusta: latitudine nord 37°.12'.39", longitudine est
di Roma (Monte Mario) 2°.46'.12"; il secondo sorge
sulla punta nord-est della penisola di Magnisi, l'antica
Thapsos, latitudine nord 37°.9'.25", longitudine est di
Roma (v. sopra) 2°. 46'. 44"; ed il terzo di modernis-
sima costruzione si eleva sulla collina detta della Can-
tera, nomo preso dal fiume omonimo che scorre al nord
di questo faro; latitudine nord 37°. 12'.38", longitu-
dine est di Roma (v. sopra) 2". 51. 32". L'altezza del
suolo su cui sorge quest'ultimo faro, è di m. 11,70 dal
livello del maro e, compresa la stessa torre, risulta di
m. 23,70 ; quella del centro luminoso, presa dal livello
del mare è dim. 13,80, e dal suolo della collina m. 2,10.
Questo faro è situato sui bordi orientali dell'antica
città di Megara Hyblaea.

Il seno Megarese si suddivido poi topograficamente
in tre parti di differenti grandezze"; la prima, che èia
più piccola, è quella che costituisce il porto di Augusta,
e comprende il lato occidentale di questa città, la
spiaggia delle saline ed il semicerchio sino al promon-
torio chiamato la Punta del Cugno.

La seconda parte si estende dalla Punta del Cugno
a quella della Girotta, e quasi al centro di questa
resta il faro della Cantera, il quale si eleva, come ab-
biamo detto, su di una collina di tufo calcare, ove
esistono gli avanzi di Megara Hyblaea, il cui lato orien-
tale si estendo sino alla punta Giannalena.

La terza parte comprende il seno formato dalla
Punta della Girotta sino al faro della penisola di Ma-
gnisi.

Politicamente nei tempi antichi l'agro Megarese
si estendeva sino a Thapsos, e comprendeva le colline
delle Ible con i contraforti del monte Crimiti, a sud-
ovest le colline di Melilli, a nord-ovest sino alle alture
che sovrastano il Pizzo Diero e la contrada Tuffoli,
colline che formano i contrafforti dei basalti e dei
traps di Villasmundo.

Il bacino poi che comincia dal promontorio meri-
dionale di Thapsos sino al capo s. Panagia, compreso
il territorio adiacente, apparteneva a Siracusa, e fu un
luogo sempre disputato tra i Dorii ed i Megaresi ; ep-
però tutta la spiaggia prossima a s. Panagia dovette
appartenere ai Siracusani, i quali impadronitisi del
porto-grande e del piccolo di Siracusa, non tralascia-
rono di trar profitto dei seni di mare che si vedono
sotto la Scala Greca, dov'era il porto chiamato dei
Trogili e dove sbarcarono gli Ateniesi, che avevano
prima ancorato la loro fiotta, secondo Tucidide, nel lato
sud-ovest della citata penisola di Thapsos.

Marcello fece lo stesso sbarco, secondo Livio. La
collina sulla quale il condottiero Lamis fondò Megara
unitamente ad Iblone re dei Siculi 728 av. C. (v. parte I)
è fiancheggiata a pochissima distanza da due torrenti
che sboccano nel seno Megareso ; quello a sud chiamasi
s. Gusmano, le cui acque si raccolgono nella contrada
dello stesso nome e nello avvallamento che divide la col-
 
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