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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0410

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MEGARA HYBLAEA

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preesisteva all'arrivo dei Megaresi in questa parte della
Sicilia orientale.

Verso il lato meridionale, l'agro Megarese è chiuso
dalle colline delle Siracusc, nei cui bordi esistono al-
tresì tombe preelleniche da noi scoperte e pubblicate
nel 1883 nella nostra Topografia archeologica èi
Siracusa p. 33 e seg.

Verso il lato settentrionale l'agro Megarese ò
egualmente rinserrato dalle colline che cominciano da
Lentiui e si estendono sino al capo di S. Croce, od
anche in queste esistono tombe preelleniche. Da ciò
si vede che i coloni megaresi che approdarono e l'on-
darono prima Thapsos o poscia Mogara, erano rinchiusi
in mia cerchia abitata da quei Siculi che trovavansi
in quelle contrade, e che per vivere tranquilli e com-
merciare senza essere molestati, strinsero relazioni di
amichevole alleanza con gli antichi abitatori. Ma questa
stessa alleanza non giovò punto a dilatare il loro terri-
torio ; dappoiché cresciuti in numero si videro costretti
a cercare un luogo adatto per lo impianto di un'altra
colonia nella costa meridionale della Sicilia,chiamando
altri Megaresi dalla madre patria: così dopo un secolo
fondarono, come è noto, Selinunto, invadendo il paese
dei Sicani e degli Elimi, molto al di là dello due
Imere e propriamente tra il fiume Mazzaro ed il Belice.

§ n.

Gli scavi del 1879 e 1889 di Megara Hyblaea.

La scoperta della Necropoli occidentale di Me-
gara Hyblaea si deve a taluni saggi di scavi da noi fatti
nel 1872-73, (v. Boll, della Comm. di antichità e bello
arti, n. VI, pag. la), durante i quali si trovò un grande
sepolcro di tufo calcare nelle terre del sig. Michele
Schermi, contenente lo scheletro di una donna, un vaso
ordinario di argilla, ed un orecchino di argento che
ora si conserva nel Museo archeologico nazionale di
Siracusa, armadio 3", registrato nell' inventario al
n. 4872. Epperè gli scavi regolari, dopo quel trova-
mento, si cominciarono sotto la nostra direzione nel
novembre 1879 per ordine del Ministero della Istru-
zione Pubblica, assistiti dal soprastante Palumbo e dalla
guardia Di Natale, nei terreni del sig. Alfio Vinci, nello
stesso sito da noi esplorato anche nel 1873.

I risultati furono soddisfacenti, e tutta la suppel-
lettile fu descritta nel giornale dei trovamenti spe-
dito in doppio esemplare al Ministero della Pubblica
Istruzione, e la suppellettile venne depositata nel Museo
comunale di Siracusa di quel tempo, che era piuttosto
immagazzino. Per mancanza di spazio e di armadi gli
oggetti si confusero, ed il prof. Sogliano incaricato di
consegnare tutta la suppellettile archeologica deposi-
tata in quel localo ne fece un inventario nel miglior
modo possibile.

Nel 188 I tutto ciò che conteneva il Museo civico
fu consegnato e trasportato al nuovo Museo dive-
nuto Nazionale, e si poterono solamente classificare quei
vasi topograficamente.

Le terre cotte figurate trovate negli scavi del 1879
erano state riunito e confuse con quelle di Megara,
trovate nel 1865 in una grotta presso la casetta del
citato notare Vinci, e quindi non fu possibile poterle
separare da altre.

I vasi si divisero in due gruppi collocati in due ar-
madi, e non potendo fare altrimenti, in uno si scelsero
quelli detti corinti o meglio orientali con ornati, animali
e figure umane; nell'altro armadio si riunirono i vasi
di stile ellenico arcaico. Inoltre, negli stessi scavi
del 1879 si rinvenne una grande scultura arcaica molto
danneggiata nella Necropoli, od a pochi metri di di-
stanza di quella scultura, tra molti pezzi parallelepi-
pedi, si rinvenne un grande capitello dorico di stile
arcaico avente un'iscrizione greca. In quanto si trovò
in quelli scavi, come in quelli recentissimi, non si è
trovato nè un vaso, nò frammenti di vasi preellenici,
e ciò prova che i Megaresi non accolsero dentro la
loro città gli antichi abitatori di quei dintorni, tutto-
ché fossero loro alleati.

Gli scavi disgraziatamente non durarono più di 40
giorni e furono sospesi con nostro rammarico, non
por ordine del Ministero, ma arbitrariamente. Gli og-
getti non costarono al Governo che la sola mercede dei
lavoratori e nessun compenso venne dato al proprietario.
Da quel momento e durante dieci anni la necropoli di
Megara Hyblaea, venne manomessa dagli speculatori di
antichità senza alcun utile pel proprietario, e per la
scienza, e gli oggetti antichi pubblicamente si baratta-
vano in Molilli, in Catania e nella stessa Siracusa.

Taluni vasi furono in quest'ultima città comprati
dal defunto cav. Arezzo di Targia per conto del Mu-
 
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