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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0413

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LA TOPOGRAFIA

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t»V. I), e quiudi questa insellatura dell'Arenella è
mia piccola depressione della città stessa con un tratto
di spiaggia arenosa, che può servire di approdo a pic-
cole barche.

Le nostre ricerche adunque si limitarono a studiare
quali potevano essere i limiti meridionali e quelli
occidentali, cosa abbastanza facile a riconoscere per la
quasi uniformità del piano della collina che contener
dovea l'antica città. Nel tracciare le zone di egual
livello sul piano di questa collina, in un solo punto
queste arrivano all'altezza di metri 16 sul livello del
mare, e ciò si nota in quella parte orientale della ter-
razza, le cui adiacenze s'internano in un piano lieve-
mente inclinato da piccole ondulazioni, per tre chi-
lometri circa verso il punto ove cominciano le alture di
Melilli, e poscia cominciano le inclinazioni dei monti
Iblei con le stratificazioni dei tufi calcari (')•

In una di queste zone, la più alta dell'antica città,
si nota una lieve contropendenza verso la necropoli;
e pria di giungere ad essa si vedeva, innanzi di comin-
ciare gli scavi, un ammasso di pietre minute allineate
da nord a sud per la lunghezza di m. 350 circa, segnanti
il limite ove comincia la proprietà del sig. Vinci Tran-
china'. Questo allineamento di pietrame formava una
lieve differenza di livello verso occidente con una co-
stante uniformità ; tale condizione dava motivo a stu-
diare la natura del suolo, seguendo la direzione del
pietrame citato.

In varii punti si eseguirono lungo quel sito alcuni
scavi a pozzo, ed alla profondità quasi di un metro si
rinvennero pezzi squadrati della forma di parallele-
pipedi; am. 1,30 poi, altri pezzi si scoprirono collo-
cati al posto antico. Non si poteva tuttavia conoscere
di quale natura fossero quelle fabbriche antiche, ma
congiungendo gli scavi a pozzo e seguendo la di-
rezione dei pezzi, si allungò lo scavo verso le sue
estremità e fu allora che si scoprirono i primi filari
di una torre semicircolare. Il giorno seguente si au-
mentò il numero dei lavoratori, e si constatò che la
torre si legava con una robusta muraglia di pezzi

(') In queste stratificazioni in forma di grandi gradini no-
tati dall'illustre geologo inglese M. Charles Lyell nel cozzo
dei Martiri sopra Melilli, di una configurazione simile a quelli
di Spaccaforno, Scicli, Modica e Ragusa, ed in tutte le coste
orientali della Sicilia, esistono migliaia di tombe siculo scavate
nelle pareti verticali di quelle stratificazioni.
Monumenti antichi. — Voi. I.

(vedi tav. II); allora si ebbe la certezza di trovarsi
ai confini occidentali della città.

Senza perder tempo ci siamo rivolti all'onorevole
Direzione generale di antichità e belle arti di Roma,
facendole conoscere l'importanza della scoperta e ag-
giungendo essere opportuno imprendere una topografia
archeologica di Megara Hyblaea e che per tal lavoro
avevamo bisogno dell'assistenza dell'ingegnere Cristo-
foro Cavallari, lo stesso che collaborò con noi alla
topografia di Siracusa.

Il Ministero della Pubblica Istruzione immediata-
mente approvò siffatte proposte e s'incominciarono i
lavori sotto un aspetto più largo e di maggior im-
portanza scientifica, trattandosi non solamente di sco-
prir le suppellettili che si trovavano nella necropoli,
ma di far conoscere con precisione una città greca
dell'ottavo secolo, della quale si avevano vaghe no-
tizie, popolata da quei coloni Megaresi che nel set-
timo secolo a. C. fondarono la rinomata città di Se-
linunte. Gli scavi ebbero un nuovo avviamento e
vennero divisi in due sezioni, la prima delle quali fu
destinata al proseguimento più attivo dello scoprimento
della necropoli, accrescendo il personale posto sotto
la immediata direzione doll'ispettore dott. Orsi, assi-
stito dal citato soprastante e al bisogno anche da
un'altra guardia delle antichità, onde meglio sorve-
gliare i numerosi sepolcri che si scoprivano succes-
sivamente.

Gli scavi si estesero verso il sud.

La seconda sezione, aumentata dei più abili lavo-
ratori, fu destinata a seguirci nei rilievi topografici,
scoprendosi contemporaneamente gli antichi avanzi e
disponendoli nella pianta al rispettivo posto.

Per la nostra topografia non potevamo trarre alcun
profitto dalla carta dello Stato Maggiore Italiano per
la piccolezza della scala di 1 : 50,000, ed in conse-
guenza si dovette, prima di ogni altra operazione, fare
una triangolazione dei punti principali e particolareg-
giare ogni località, per poter produrre una pianta topo-
grafica della proporzione di 1: 4000, comprendendo in
essa il fiume Cantera, il faro, il piccolo seno del-
l'Arenella, la Punta di Giannalena e la costa del
Mulino, che costituiscono il proseguimento della co-
sta orientale della città, includendo ancora tutta la
necropoli che resta ad occidente, tutto il lato me-
ridionale e parte dei suoi dintorni. Alla topografia

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