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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0414

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723

MEOARA HYBLAEA

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tav. I, abbiamo aggiunto la tav. II, elio comprende
le mura e le torri scoperte durante i lavori, non che le
sezioni delle muraglie in scale maggiori, per meglio
comprenderne i particolari.

Da ultimo abbiamo pure aggiunto in questa nostra
Memoria sulla topografia di Megara la tav. II bis,
la quale comprende un bellissimo capitello di pilastro,
trovato nella stessa Necropoli occidentale della città,
e del quale in appresso diremo.

§ in.

La città e suoi confini, le muraglie e le torri.

Sull'esistenza, l'estensione e la configurazione di
Megara Hyblaea, nulla finora si conosceva di positivo ;
solo nel 1864 in una grotta della collina della Can-
tera, presso una casetta rurale, si trovarono numerose
statuette, che ora fanno parte della bella raccolta
delle terre cotte figurate, nel Museo Nazionale di
Siracusa disposte in ordine topografico negli armadi
n. 1 e n. VI (')•

Poi nel 1873 e nel 1879 si scoprì parte della
vasta necropoli come sopra abbiamo detto, all'occi-
dente della città, che conteneva vasi arcaici greci
di stile orientale detti corinti, ora disposti topogra-
ficamente nella sala della ceramica del citato nuovo
Museo Nazionale, negli armadi IX, X. Ma sulla to-
pografia della città non si avevano che vaghe notizie
ad eccezione di quello che erano state date dal dottor Iu-
lius Schubring e da noi stessi in una Memoria : Sui
vasi orientali della Necropoli del Fusco in Siracusa
e di Megara Iblea.

Pochi ed indistinti resti di mura si riconoscevano
nei bordi settentrionali della collina della Cantera.
Nessuno avanzo della città si vedeva in quell'altipiano,
tranne taluni pozzi antichi, scoperti quando si aprì
una profonda trincea per la costruzione della ferrovia
Siracusa-Catania, che traversa la città e la divide in
due parti quasi eguali, nella direzione di nord a sud.

(') Talune di queste statuette furono per la prima volta
da noi pubblicate nel Bollettino della Commissione di antichità
e belle arti di Sicilia n. 1, anno 1872 e poscia furono tutte, uni-
tamente ad altre, pubblicate dal prof. Kekulè nella sua opera:
Die Terracotten von Sicilien nel 1884.

Un segno di limiti si notò altresì nella parte set-
tentrionale della città, presso un ponto che cavalca la
ferrovia per dar luogo al passaggio di una stradella
che conduce al Faro della Cantera ; ma l'esistenza di
tali limiti non indicava se non il solo confine setten-
trionale della città, ed ignoti tuttavia restavano quelli
della parte meridionale ed occidentale.

Da taluni si credeva che quest'antica città fosse
di forma quadrata ; ma tale supposizione svanisce ora
che si sono fatti i lavori topografici e si sono scoperte
le mura della parte occidentale e meridionale.

Mediante gli scavi, la città risulta più grande di
quello che si credeva, imperocché ora abbiamo il lato
settentrionale determinato dalla conformazione natu-
rale del suolo, quello orientale dal mare, ed i lati
di mezzoggiorno e di occidente da una muraglia po-
ligonale munita di torri, da un ingresso alla città e
da una muraglia-diga, come in appresso vedremo.

Sull'altipiano della città esistono una quantità di
frammenti di tegole triturate dal secolare lavorio del-
l'aratro, e molta parte di questi frammenti con altre
pietre servirono ai proprietari per la divisione delle terre,
costruendo con essi varii muretti a secco. Nessun fram-
mento architettonico dava segno della esistenza di i:u
edificio, ad eccezione del capitello dorico con iscrizione
greco-arcaica trovato, come abbiamo detto, nel 1879,
ma non nella città, bensì nella necropoli occidentale.

Per altro, nelle nostre prime esplorazioni, percor-
rendo per lungo e per largo la superfìcie della ter-
razza della Cantera, abbiamo trovato un frammento
di terracotta dipinto a colori vivacissimi od ornato con
meandri, che dovea far parte di un sima di quei ri-
vestimenti dipinti che ornavano i templi, oppure di
importanti edilizi, e del tutto simili a quelli da noi
rinvenuti per la prima volta in Selinunte nel 1876.

Questo importante travamento ci dava la certezza,
che notevoli monumenti antichissimi esistevano se-
polti in quel luogo, e richiamava l'attenzione del nostro
co-.npagno di lavoro dott. Orsi e dell'ingegnere Cristo-
faro Cavallari, occupato a eseguire i rilievi topografici.

Il citato frammento non restò solo, dappoiché al-
cuni giorni dopo no trovava un altro lo stesso dottor
Paolo Orsi, estraendolo dalle pietre raccolte per la
costruzione dei muretti a secco di sopra menzionati.
Attinte varie notizie dai contadini adibiti dal pro-
prietario signor Vinci, siamo venuti a conoscere che
 
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