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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0424

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748

MEG ARA HYBLAEA

744

§ IV.

I sobborghi della città.

Dalla nostra Topografìa, tav. I facilmente si com-
prende che, come abbiamo cennato, i sobborghi di Me-
gara si dovevano estendere verso il lato di mezzogiorno
lungo le ridenti ed ubertose contrade di san Gusmano,
le pianure della Girotta, di Priolo e l'istmo di Thapsos
e la penisola di Magnisi, località ove attualmente oltre
alla strada carrozzabile che conduce da Siracusa a
Catania, esiste la ferrovia. La strada antica dovea ne-
cessariamente occupare la stessa posizione e percorrere
le sopra cennate contrade. Esaminando queste contrade
a cominciare dalla Scala Greca sino alla penisola di
Magnisi, si osservano i solchi numerosi delle antiche
rotaie sulla nuda roccia dei tufi, e questa strada an-
tica partendo da Siracusa traversava, come attual-
mente traversa, le descritte località.

Questa antica strada poneva in comunicazione Me-
gara con le città elleniche dei lati meridionali e set-
tentrionali della Sicilia orientale, costeggiando in gran
parte il litorale ; e dava così opportunità agi' indigeni
per mezzo di altre strade che comunicavano coll'in-
terno del paese e che con questi venivano in contatto,
di maggiormente estendere la loro colonia.

La città di Megara Hyblaea cento anni dopo della
sua fondazione ebbe tale sviluppo che i suoi abitanti
cresciuti di numero fondarono, come è noto, Selinunte
nel 628 av. Cr., unendosi ad altri Megaresi della loro
madre patria. In quest'epoca però o anche prima, non
potendo riformare i limiti della loro città, nè inuti-
lizzare le opere di fortificazione già fatte con tanta
cura e sagacità, dovettero certamente ampliarla con
i sobborghi, come sempre fecero i coloni greci, la-
sciando incolume la pianta primitiva della città co-
struita sulla terrazza della Cantera nel centro del seno
Megarese, circondata dal mare e dai due sopra descritti
torrenti.

Nel precedente paragrafo abbiamo veduto che un
sobborgo della città di Megara Hyblaea, per le condizioni
topografiche dei luoghi, non poteva esistere se non verso
il lato meridionale della città e precisamente là ove
molti avanzi antichi si osservano sparsi sulla superficie
in quella zona (prima di entrare nella trincea della fer-

rovia e tra questa e la casa Patti) che comprende la
piccola baja di Giannalena e la terrazza che prosegue
verso mezzogiorno sino al Molino di mare.

La baja Giannalena forma un piccolo porto di mare
che poteva servire al commercio marittimo della città;
e volendo far delle supposizioni, lo spazio di terreno che
resta tra il casello della ferrovia e le muraglie della
città ellenica, la vediamo al suo ingresso ove i citta-
dini potevano porsi in comunicazione con gli abitanti
interni ed esterni per il commercio, per le riunioni
popolari e per la promulgazione di tutti gli atti di
interesse politico ed amministrativo. Ponendo però da
canto ogni supposizione, e tenendosi ai soli dati ma-
teriali, abbiamo nella citata zona e nell'altra terrazza
che precede quella della Cantera, un grande numero
di cretaglie antiche, di tegole, vasi ed idoletti di ter-
racotta, già raccolte, che unite alle condizioni topo-
grafiche, attestano l'esistenza di uno spazioso sobborgo,
diviso a breve distanza della città fortificata, per in-
terposizione del solo torrente di san Gusmano.

Questa località non è stata sinora frugata, ma ora
conosciuti i confini della città, nessuno potrebbe du-
bitare della esistenza di un sobborgo di Megara, anzi
in questo sobborgo si notano le tombe della sua ne-
cropoli, interamente separata da quella occidentale
della città (').

Avanzi di altre piccole borgate si osservano più a
mezzogiorno nei dintorni presso la punta della Girotta
e la torre del Fico che resta a due chilometri circa
di distanza dell'istmo di Thapsos, ove, secondo noi, do-
veva estendersi l'antico territorio Megarese; territorio
che in questa parte non potevasi estendere se non sino a
Fondaco nuovo della contrada Biggeni, che tuttora ap-
partiene amministrativamente al territorio di Melilli,
e dalla spiaggia del mare sino ai versanti orientali
del monte Crimiti.

Più a mezzogiorno i Megaresi si trovavano di fronte
ai possedimenti dei siracusani, e quindi, avendo le colline
dello Ible a ponente, non poterono allargare il loro ter-

(') Qui giova notare che pochi anni or sono al nostro vice
ammiraglio Acton, amatore di belle arti, e di ogni memoria
che illustra la storia del nostro paese, durante la sua dimora
nel porto di Augusta, furono offerti in dono da taluni pro-
"prietari di questa contrada varii idoletti di terracotta ed altre
anticaglie e fu dato il permesso di frugare la necropoli in
parola per accertarsi della veridicità della provenienza di quei
cimelii.
 
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