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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0425

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745

LA TOPOGRAFIA

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ritorio che verso il nord ; da questa parte oltrepassando
il paludoso avvallamento della Cantera, che forse nè i
Siculi, nè i Calcidesi avevano stabilmente occupato,
dappoiché gli uni preferivano internarsi per essere uniti
e starsi con i Siculi che numerosi abitavano nelle città
e nelle stazioni delle lble orientali, e gli altri, i Cal-
cidesi, stabiliti in Lentini sin dal 729 av. Cr. vole-
vano stare in contatto con Catana e Trotilon, città
fondata da questi unitamente ai Megaresi prima di
fondare Thapsos e Megara Hyblaea : in tal modo i Me-
garesi non poterono occupare se non quello contrade
del Cugno e di Roccardia al di là del fiume Marcel-
lino e forse la pianura dell'Ogliastro e la costa di Man-
dola, senza oltrepassare il fiume Molinello, nè il pizzo
di Ero e meno ancora il grande burrone di Foudacazzo
ed i controforti della borgata di Villasmundo.

All'occidente poi dei luoghi citati, i Megaresi po-
terono estendere le loro terre sino ai piedi delle col-
line iblee, ma non già sino alla città di Melilli, ove
le numerose tombe e le opere di escavazione attestano
essere stato un centro abitato dai Siculi loro alleati.

Una vasta necropoli certamente non greca circon-
da l'altipiano ove resta Melilli, con stanzette se-
polcrali a finestre scavate sulle coste delle colline
nelle stratificazioni dei turi calcari, disposte in varii
gruppi e che arrivano sino alla cava dei Molini, con-
trada Sabbuci, visibili dalla strada carrozzabile.

Il gruppo più prossimo a Megara dista da questa
città due chilometri appena.

Svariatissime sono le forme di questi sepolcri,
ma la maggior parte sono semisferiche con un dia-
metro di m. 1,50 e raramente arrivano a due metri
l'altezza è così piccola da potervi stare dentro al-
l'impiedi: si entra da un ingresso largo 70 o 75 cen-
timetri e alto cm. 80 e non più di cm. 85 al mas-
simo; e siccome sono disposte sulle pareti quasi verti-
cali delle colline, sembrano da lontano tante finestre.

I sepolcri preellenici scoperti in Siracusa (vedi la
Top. Arch. di Siracusa, pag. 92, tav. XII, fig. 4, 12,
16, 17) sono quasi eguali a quelli di Melilli, ma quelli
di Thapsos sono più grandi e di forma non del tutto
eguali ; altri ne esistono nell'avvallamento presso Big-
geni e quasi in ogni burrone delle colline che sovra-
stano l'agro Megarese.

I Megaresi, nella posizione che occuparono in queste
regioni, mai si poterono estendere circondati come erano

al sud dai Dori, fondatori di Siracusa che presto di-
venne potentissima, al nord dai Calcidesi loro compagni
in principio, ma dai quali poscia si divisero divenendo
rivali, e all' ovest dai Siculi che erano numerosi ; e
se questi ultimi si collegarono coi Megaresi condotti
da Lamis, conoscendo l'inimicizia di essi coi Calcidesi
e l'antagonismo di razza contro i prepotenti Borii, per
paura forse questi Siculi li aiutarono per fino nella
fondazione di Megara Hyblaea e strinsero alleanza;
mai si fusero con i Greci, ma ne conservarono le co-
stumanze, i riti mortuarii ed i tipi da tanto tempo
adottati, tanto nella escavazione delle tombe, quanto
nella forma e fattura delle loro ceramiche.

Fra i numerosi vasi trovati negli scavi del 1879,
e nei recentissimi scavi del 1889 e 1891 ve ne sono
moltissimi arcaici di stile puro greco, ed altri in
grande numero di un tipo orientale spiccatissimo;
ma in tutte le ricerche fatte sinora e nei numerosi
travamenti fatti sino al giorno di oggi, mai sono ap-
parsi nelle tombe della necropoli di Megara nè vasi,
nè frammenti o utensili simili a quelli delle tombe
sicule scavate nelle montagne. Ciò dimostra clic questi
antichi abitatori della Sicilia, i quali per moltissimo
tempo restarono nei monti, spesso in contatto coi nuovi
arrivati di razza ellenica, e strinsero talvolta amicizia
quando a loro conveniva, ma in tutti i tempi consi-
derarono gli invasori come estranei cho turbavano la
loro proprietà.

Le suppellettili mortuarie, la forma dei sepolcri,
il modo come situavano i morti dentro le anguste
tombe, genuflessi o accovacciati, sono differenti di
(lucili trovati nei sepolcri dei greci discendenti dei Co-
rniti, Calcidesi o Megaresi.

La differenza di forma, di stile e di ornati dei vasi
greco-siculi, messi al confronto con quelli trovati nelle
tombe a finestre che a migliaia esistono nelle mon-
tuose regioni orientali e meridionali della Sicilia ed an-
che nelle pianure, è tale che si possono a colpo d'occhio
distinguere gli uni dagli altri. Questi tipi di un aspetto
tanto differente si notano nella nostra copiosa raccolta
ora esistente nel nuovo Museo N'azionale di Siracusa,
e nelle ultime ricerche fatte nelle varie stazioni di
questi dintorni ai pochi tipi da noi raccolti, ora il
nostro collega dott. P. Orsi ne ha aggiunta una tale
quantità, da rendere questa collezione la più ricca e
la più importante di quante ne esistono ; e so i nostri
 
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