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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0428

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MEGARA HYBLAEA

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cedenti e si dovette saltuariamente deviare anche da
quelli del 1889; pure, tanto negli scavi del 1879, quanto
in quelli 89 e 91, si sono trovati molti pezzi archi-
tettonici di grande importanza, che se da una parte
indicano l'esistenza di grandi monumenti sepolcrali,
dall'altra parte palesano uno stile molto sviluppato ed
elegante. Già negli scavi del 1879 in questa stessa
necropoli si rinvenne un grande capitello dorico di ar-
caiche forme avente sulla fronte della tegola l'iscri-
zione greca KAAIEEOI : EIMI, da noi fatta conoscere
e dal prof, von Duini: in quello scavo si constatò l'esi-
stenza di molti pezzi al posto, ma si sospesero gli scavi
improvvisamente, e quei pezzi parallelepipedi furono
poscia rimossi ed utilizzati dai proprietari per le costru-
zioni dì una casetta rurale ; questo capitello por la sua
grandezza non può appartenere ad una semplice stele,
ma ad un grande monumento architettonico sepolcrale
notevolissimo, dappoiché nello stesso sito ed a sei
metri di distanza, si trovò una grande scultura molto
danneggiata ed arcaica, evidentemente del VI secolo a. C.

Negli scavi del 1889, si trovò a pochi metri di di-
stanza dal sito sopra notato, a 14 metri circa, più
verso mezzogiorno, una testa muliebre quasi al natu-
rale di uno stile molto arcaico scolpita in finissimo tufo
calcare, simile alle antichissime Metope selinuntine del-
l'acropoli di quella città ; come ancora nei pressi dello
stesso luogo si rinvenne il torso di un robusto giovane
scolpito in marmo pano, della grandezza al naturale,
di bello stile greco, appartenente al VI o V secolo
a. C. Queste sculture, le molte statuette di terracotta,
i vasi e le altre suppellettili mortuarie trovate in questi
scavi saranno pubblicate dal dott. Paolo Orsi, il quale
in quelle ricerche personalmente dirigeva gli scavi con
l'aiuto delle guardie delle antichità. Noi occupati nella
topografia di questa città, solamente ci occuperemo di
un bel capitello trovato negli stessi scavi del 1889
nelle vicinanze del sopra indicato sito.

Questo capitello evidentemente appartiene alla para-
stasi di un pilastro sporgente da un edifizio nobilmente
decorato (vedi la tav. II bis da noi disegnata dal vero),
altezza metri 0,550, larghezza della fronte all'origine
del capitello m. 0.318; grossezza dello intero pezzo
metri 0,318, sporgenza del pilastro dalla parte di un
muro o pilastro mei 0,190, incerta perchè rotta; è
delicatamente scolpito in un tufo calcare di finissima
granellatimi, da mano ferma, e da un artista sicuro

ed abitualmente educato alle belle forme senza mo-
strare nell'esecuzione titubanza o scelta di disegno; lo
stile ornamentale delle palmotte, il profilamento delle
volute spirali, la disposizione larga nell'insieme degli
ornati, ricorda i disegni ornamentali dei dipinti delle
terracotte che rivestivano gli antichissimi templi del-
l'acropoli di Selinunte e le belle antefisse da noi sco-
perte colà sin dal 1873 e 74 e pria che si scoprissero
quelle di Olimpia (vedi Bull, della Comm. di anti-
chità di Sicilia n. 7, pag. 19 e la nota n. 1).

Esaminando il disegno senza conoscere la prove-
nienza, chiunque crederebbe che possa appartenere ad
un'epoca contemporanea al monumento coragico di Li-
sicrate costruito nel 334 a. C. Se poi questo capitello
si fosse trovato in Roma, forse molti architetti l'avreb-
bero attribuito ad un'opera del 1500 o allo stesso Bra-
mante ; ma dalle ricerche storiche della fondazione di
Megara Hyblaea e dall'epoca di quando venne politi-
camente e materialmente annientata questa città, come
sopra si è detto, risulta che questo capitello non può
appartenere se non al VI secolo a. 0. o forse prima,
quando si considera che il posto del travamento tanto
vicino al cominciamento della necropoli appartener
dovea, come è naturale, alle prime tombe costruite dai
Megaresi ; e quindi senza tema di errare si potrebbe
dire essere un'opera del VII secolo a. C. o per maggiore
sicurezza del VI secolo. Ciò dovrebbe fare molta impres-
sione a coloro che si occupano della storia delle arti.

I descritti travamenti architettonici e le sculture
figurate di Megara Hyblaea e quelli di Selinunte ser-
vono di base, diremo quasi fondamentale, per potere con
qualche sicurezza riconoscere il graduale svolgimento ed
il progresso delle arti elleniche delle colonie greche di
Sicilia, meglio di quello che si potrebbe ottenere dagli
stessi monumenti della Grecia e dell'Asia minore, ove
si trova una grande quantità di monumenti arcaici,
dei quali, per mezzo dei classici, conosciamo l'epoca
della loro fondazione; ma in questi per la maggior parte,
i ristami e le superfetazioni di varie epoche e spe-
cialmente quelle dell'epoca macedonica e del dominio
romano dell'epoca di Augusto e di Adriano, spesso ci
conducono in errori e nelle incertezze ; dappoicchè anche
nelle migliori ricostruzioni fatte, imitando il carattere
e la stessa tecnica, non si eviterà mai d'imprimere la
contemporaneità di quando si eseguì la imitazione : ciò
conduce spesso agli anacronismi.
 
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